XXII capitolo

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Thomas era uno schianto, con la sua camicia bianca e la giacca blu notte abbinata ai pantaloni. I capelli neri erano tirati indietro con il gel e non so perché i suoi occhi sembravano ancora più azzurri quella sera.
Adam non era da meno, con i capelli tirati su in una piccola cresta e gli occhi scuri.
Appena uscimmo dalla porta i due ragazzi urlarono uno "wow" che mi fece arrossire fino alle punte delle orecchie, mentre la mia amica di buttó letteralmente addosso al suo cavaliere.
I due ragazzi erano amici da molto tempo, erano sempre insieme.
Avevo avuto una cotta per Thomas,  ma quando avevo provato ad andargli a parlare avevo scoperto che aveva una ragazza , in seguito poi l'aveva lasciata, aveva una reputazione da spezza cuori che andava oltre l'immaginazione.
Ma da molto tempo a questa parte non era più uscito con nessuna,  ed ero molto felice che avesse accettato di venire con me al ballo.

I due ragazzi si sedettero davanti , Adam alla guida e durante il viaggio non facemmo altro che cantare stupide canzoncine dell'asilo.  Perché se non si fanno queste cose infantili adesso, quando si fanno?

Quando arrivammo nella palestra della scuola, c'erano già decine di persone ovunque. Coppiette che si baciavano, quasi mangiandosi la faccia, altri che bevevano e altri che parlavano.

Noi entrammo e subito la musica mi travolse, ma notai subito una cosa. Una cosa che mi fece cadere a pezzi il cuore, anche se non c'era ragione in fondo per cui dovesse farlo.

In fondo alla palestra, appoggiato alla parete di legno, si trovava Cole, mentre baciava una ragazza.

Quindi è per quello che aveva detto quelle cose, era per quello che non voleva niente fra noi due o semplicemente andare piano.

E io ero stata talmente stupida da pensare  che ci fosse veramente qualcosa. Non mi era bastata la prima volta..

In prima liceo un ragazzo, anzi il primo ragazzo per il quale avevo una cotta mi chiese di uscire, io ero talmente felice che mi facevano male le guance a forza di sorridere, dopo una settimana scoprì che aveva già una ragazza e mi fece star malissimo. Insomma la vita al liceo è davvero una merda.

<vado a prendere da bere, tu siediti> mi disse Thomas , spostandomi la sedia e facendomi sedere.

Continuavo a fissarli mentre si mangiavano la faccia, quando lui alzò lo sguardo e incrociò i miei occhi.

Non smise di baciarla, anzi aumentò l'intensità e io lo vidi, vidi che stava sorridedo come se avessere ricevuto il premio dell'anno.

Quindi stava solo giocando con me.

Ma piangere sul latte versato non era dicerto da me , così sorrisi di rimando.

Un sorriso carino, da persona dolce, ma che sotto significava tutt'altro.

<ecco qua> il mio cavaliere ritornò con due bicchieri rossi pieni di punch, probabilmente corretto.

Adam e Shannon erano sulla pista a scatenarsi, manco fossero due scimmie nella giungla. Ma era quello il bello di loro due, anche se facevano i cretini non se ne vergognavano e si piacevano proprio per questo, anzi era per quello che piacevano a tutti.

<qualcosa non va?> mi chiese Thomas, e in quel momento riportai la mia attenzione su di lui.

<nulla>sorrisi.

Era ora di smetterla di fare la bambinetta sensibile, quello che era successo i giorni precedenti era stata una mia debolezza, l'unica cosa che rimpiango è di avergli permesso di accompagnarmi e di scoprire tutto il resto.

Strinsi la mano a pugno sotto al tavolo fino a farmi diventare le nocche bianche. La rabbia mi ribolliva dentro. Ero arrabbiata con lui, ma sopratutto con me stessa, da quando in qua avevo permesso a qualcuno di trattarmi così? Come se fossi un giocattolo da poter usare quando si vuole.

Era ora di ritornare quella di prima, la solita , vecchia stronza Alexandra.

<Thomas, ti va di ballare?>

<perchè no>

Ci posizionammo proprio davanti a Cole e prendemmo a ballare al ritmo della musica.

Dopo un po', partì una canzone lenta, così poggiai la testa sul petto di Thom. Iniziammo a girare e quando alzai lo sguardo vidi che lo stronzo ci stava osservando.

La ragazza di prima non c'era più, era lui da solo con le mani nelle tasche e un volto torvo.

Ti brucia vero?

No..più che altro bruciavano a me gli occhi. Per quanto volessi essere stronza e menefreghista dentro c'ero rimasta molto più male di quanto volessi ammettere.

Ma perchè poi? Manco avessimo passato la vita insieme. Solo tre schifose settimane e io mi sentivo così. Volevo prendermi a pugni.

<io vado a prendere una boccata d'aria> dissi  e senza aspettare uscì.

Mi sedetti sul muretto davanti la palestra e guardai in alto, non si vedeva neanche una stella, solo una distesa di nuvole immensa e qualche lampo ogni tanto. Era proprio come mi sentivo in quel momento.

<ti va di andare via?> chiese una voce maschile.

Abel.

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Allora...non sapevo bene cosa scrivere..quindi non sono sicura sia venuto bene.

Spero vi piaccia lo stesso, dal prossimo capitolo le cose cambieranno ( credo) :')



I miei nuovi coinquiliniWhere stories live. Discover now