XIX capitolo

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Mio padre e mia madre conoscevano questo posto.
Perché non me ne hanno mai parlato?
Sotto il diario c'erano delle foto raffiguranti la mia famiglia:  i miei primi passi, la nostra prima vacanza insieme, il giorno del matrimonio.
Questo dev'essere stato il suo nascondiglio. Il mio cuore perse un battito, avevo trovato qualcosa che apparteneva a lei, solo e soltanto a lei .
<Alex, forse è meglio se usciamo di qua> disse Cole poggiandomi una mano sulla spalla.
<perché? > non volevo, quello era il suo posto, è lì dove si rifugiava quando un controllo non andava bene, quando la malattia la faceva star male. Si, perché lei non voleva far vedere che soffriva, lei doveva rimanere forte per noi.
<non é sicuro.  Guarda , continuano a cadere sassi la in fondo> Guardai dove indicava e in effetti la parete non era molto sicura. Dopo tutti questi anni era normale che stava cadendo a pezzi. Le lacrime minacciavano di scendere ma le ricacciai su, presi tutto quello che c'era e risalimmo gli scalini. Il diluvio era cessato, piovigginava solo un po'.
<Cole, ti va di ritornare a casa?> erano solo le 3 del pomeriggio, ma volevo tornare.
<ma prima non avevi detto che non volevi ritornarci?> abbracciai le cose che avevo trovato e gli sorrisi.
< lo so e ti ringrazio per essermi stato accanto, ma per ora vorrei tornare> lui annuì sorridendomi e così uscimmo. Uno dei motivo per il quale volevo ritornare a casa, anche se piccolo, era quello che mi brontolava la pancia e avevo dimenticato i soldi nella borsa, e la borsa era nella mia stanza.
L'aria profumava di erba bagnata.

Arrivati a casa, trovai i padroni di casa seduti al tavolo.

<ciao Alex> mi salutarono. In volto avevano un sorriso dispiaciuto, loro sapevano. Molto probabilemente erano andati anche a trovarla.

<ciao..prendo una cosa..> perchè mi sentivo così a disagio?? Anche per preparami un panino..

Corsi in camera mia cercando di non inciampare da nessuna parte, in una mano le cose che avevo preso dalla grotta e dall'altra il piatto con il panino.

Ma che potevo aspettarmi? La  vita mi odia..

Prima di riuscire ad entrare in  camera,  m andai addosso ad Abel.

<wow..Ma ti sei appiattita?> ridacchió vedendo la mia faccia infastidita. Di sicuro ero diventata l'equivalente di un peperone.

<Sto scherzando> il suo sorriso da divertito passò a dolce in un nano secondo e la mia teoria del bipolarismo si faceva sempre più concreta.

<ok...bhe io devo andare in camera> biascicai con già un morso un bocca.

Aprendo la porta ,  Abel mi prese il polso bloccandomi.
< se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa io ci sono ok?> annuì un po' confusa e con un sorriso anche più carino di quello di prima se ne andò.

Ma che gli era preso?

Non ditemi che i suoi genitori gli hanno detto tutto...Per favore no. Non la volevo la compassione degli altri.

Scacciai quei pensieri ed entrando in camera mi buttai sul letto pronta per immergermi nella lettura del diario.

"Caro diario ho paura. Ho paura di mettere al mondo la mia bambina,  non perchè non credo di essere in grado di essere una mamma, ma perchè il pensiero di lasciarla crescere in un mondo del genere mi spaventa.  La gente ormai sa solo cos'è la cattiveria. Ogni ragione è buona per ridere di qualcuno, nessuno si rispetta più.                                                                                                               L'amore ormai è una cosa banale, le parole 'ti amo' vengono dette più spesso del buongiorno. Le persone hanno dimenticato cosa vuol dire essere gentili o cosa voglia dire amare sul serio. Ora dimmi, come farò a crescerla in un mondo così. Cosa farò quando le racconterò le favole della buona notte con il lieto fine e un giorno verrà da me in lacrime chiedendo perché a lei il lieto fine non è arrivato?"

Gli occhi diventano lucidi. Erano questi i suoi pensieri ? Si mostrava così forte ai nostri occhi, ma dentro era fragile, più di quanto immaginassi.

Abel' s pov

Non riuscivo a smettere di pensare a quanto i suoi occhi fossero pieni di tristezza e malinconia. E il fastidio che avevo provato quando la vidi entrare con Cole non se n'era ancora andato.

Perchè cavolo erano insieme? Papà mi aveva detto che quel giorno era l'anniversario della morte della madre di Alex, quindi era quello il motivo per il quale lei era andata al cimitero. Ma perchè con lei c'era anche mio fratello?

Uscì dalla stanza per andarmi a prendere qualcosa da bere.

In cucina incontrai i miei che si stavano preparando per uscire e Cole mentre mangiava qualcosa.

<noi ritorneremo verso le 9. La cena è nel frigorifero> detto questo uscirono.

Continuavo a fissare mio fratello, come se con lo sguardo fossi riuscito a leggergli la mente.

<sono così bello?> chiese lui ridacchiando.

<talmente tanto che non riesco a dormire la notte > risposi sghiggnazzando.

<sei stato tutto il giorno con Alexandra?> parlai velocemente , con il tono pieno di curiosità.

Cavolo se ero curioso.  <Perchè vuoi saperlo?> alzò un sopracciglio.

<così> feci spallucce. Dentro di me stavo urlando. Rispondimi subito.

<sì. Ti da fastidio?> chiese con un sorrisetto strafottente in volto.

Che gli è preso? Non sapeva nulla vero? no...come avrebbe potuto..giusto?

<lei ti piace?> mi chiese tutto ad un tratto.

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Cole sa qualcosa? Come risponderà Abel? Quali altri segreti ci rivelerà il diario trovato nella grotta?

Spero vi piaccia:)

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