6. Primule e calendule

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Liam


Il lieve russare del mio vicino di poltrona, le gentili parole sussurrate dalla hostess ad un anziano signore che voleva un'altra tazza di caffè, il rombo in sottofondo del motore dell'aereo che stava sorvolando la costa orientale in quella notte limpida e serena.

Questa era la colonna sonora dei miei pensieri. Non viaggiavo in economy class da almeno dieci anni e mi sentivo oppresso dalla vicinanza dei sedili, dalla mancanza di spazio e dal servizio approssimativo e casereccio.

Per cena mi avevano offerto delle polpette con sugo. Non mangiavo polpette dai tempi della mia infanzia, quando Nonna May ne cucinava a montagne per la gioia dei suoi mille nipotini.

Avevo tentato ogni strada per riuscire ad accaparrarmi un biglietto in business class: dalla voce grossa alla seduzione, dalle minacce all'abbindolamento.

Nulla.

Ero stato schiaffato su un sedile consunto della seconda classe, posto senza finestrino, tra un uomo obeso di cinquant'anni che tendeva a invadere il mio spazio vitale con la sua ciccia e una petulante bambina di sei anni che aveva passato un'ora intera a darmi del deficiente quando avevo commesso l'errore di rivelarle che non ero un fan della sua beniamina, Taylor Swift.

Solitamente Diana prenotava con largo anticipo i miei voli, organizzando ogni mio trasferimento con estrema cura, assicurandosi che la mia attesa nella vip lounge fosse piacevole e confortevole e che ci fosse sempre un'auto ad aspettarmi appena atterrato. Questa volta però la mia efficiente segretaria non aveva potuto fare molto dal momento che quello strambo invito mi era giunto solo la sera precedente.

Mr. Montgomery Van Houten sarebbe lieto di godere della Sua compagnia in occasione della piccola riunione di amici che si terrà Venerdì 23 Maggio alle ore 20.00 presso la sua abitazione di Tampa per la ricorrenza del suo sessantesimo compleanno.

Mr. Liam Carter Wright (+1)

È richiesto abbigliamento da sera.

Ero rimasto alquanto sorpreso da quell'invito. Due settimane prima avevo passato una piacevole serata in compagnia dei coniugi Van Houten, ma la nostra conoscenza reciproca si fermava a ciò. Nonostante il fatto di essere allo stesso tavolo con il mio maestro ispiratore e la presenza di Felicity, che era stata un brontolio unico per tutta la cena e aveva passato tutto il tempo a battibeccare con la madre perché quest'ultima riteneva fuori luogo ed inappropriato il suo abbigliamento composto da jeans e maglia scura con maniche a tre quarti, mi ero divertito e non mi ero mai sentito a disagio o in soggezione.

Ma stavamo pur sempre parlando di Montgomery Van Houten e pur di partecipare alla sua festa sarei stato disposto a farmi Boston-Tampa sul retro di un camion che trasportava profumati maialini.

Avevo pensato a lungo alla possibilità di farmi accompagnare da una delle donne che frequentavo saltuariamente e senza impegno, ma alla fine mi ero deciso ad andare da solo.

Sapevo dalle interviste e dagli articoli a lui dedicati che il padre di Felicity sosteneva che la maggior parte del suo successo fosse dovuto alla presenza costante della moglie al suo fianco. Felicity mi aveva accennato sommariamente alla storia sbocciata ai tempi del college tra i suoi genitori. Sebbene, come lei sosteneva, inizialmente sua madre fosse solo una snob fissata con il cinema d'essai in lingua francese e non calcolasse minimamente il giovane tutto studio e codice civile che era suo padre.

Questa storia mi ricordava molto quella tra Mildred e Matthew nonostante, mentre la prima era anche lei dedita allo snobismo nella sua forma più altezzosa e ricca di boria, il mio amico invece che tutto libri di diritto e nottate di studio era dedito a faccende più...ricreative che coinvolgevano giovani e sciocchine donzelle.

Se son rose fioriranno altrimenti...in bocca al lupo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora