15. Viole del pensiero

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Felicity

Il volo era stato piuttosto movimentato con le continue turbolenze che avevano scosso l'aereo e l'attacco di panico che aveva colto una ragazza australiana seduta proprio davanti a me.

Non ero riuscita a chiudere occhio, il pensiero che continuava a tornare a quel bacio sulla fronte con cui Liam mi aveva allontanato prima di rinchiudersi in sé stesso e isolarsi dal mondo. Rispondeva alle mie email in modo vago e conciso e Ines mi aveva detto che non lo incrociava da un paio di giorni e sospettava fosse partito.

Quel suo sguardo smarrito me lo ricordavo bene, così come quel Dove sei? che ancora non aveva ricevuto risposta. Erano passate più di ventiquattr'ore da quando glielo avevo scritto, ma dal fronte Carter Wright tutto taceva.

Una volta atterrata a Tampa feci la mia solita tappa alla toilette principalmente per lavarmi le mani e nascondere con un velo di correttore le occhiaie, sperando così di evitare una ramanzina di Madre riguardo alla mia sciocca cocciutaggine nel voler viaggiare in piena notte e nel rifiutare di prenotare un biglietto in business class.

Mi slegai i capelli e rifeci da capo la treccia a spina di pesce che non era sopravvissuta al viaggio, dopodiché mi avviai in direzione della postazione per il ritiro dei bagagli. Come sempre il mio trolley fu uno degli ultimi ad essere consegnato e così quando finalmente raggiunsi l'uscita mi accorsi che erano già quasi le otto di mattina.

Il sorriso a trentadue denti di mio padre mi accolse nell'atrio principale dell'aeroporto, nonostante gli avessi più e più volte raccomandato di non scomodarsi per evitargli una levataccia e un ritorno imbottigliato nel traffico delle nove di mattina quando potevo benissimo chiamare un taxi o un Uber.

Mi tuffai tra le sue braccia e lui mi lasciò un bacio tra i capelli, prima di impossessarsi del mio trolley e del mio zaino.

«Ben arrivata! Vuoi darmi anche la tua borsa?», mi chiese tutto contento, dandomi un pizzicotto affettuoso sulla guancia e sorridendomi contento.

Gli sorrisi a mia volta, prima di riappropriarmi del mio zaino e caricarmelo in spalla. «È una tracolla, papà, in cui a malapena ci sta il portafogli, credo di potercela fare, tranquillo. E poi sei tu quello che soffre di ernia al disco ed è prossimo alla terza età, non io...», lo rimbeccai, sfilandogli di mano il trolley e dirigendomi a passo spedito verso le porte che conducevano all'uscita e al parcheggio.

«Tua mamma non ne sarà per niente contenta...», borbottò tra sé, mentre mi apriva la porta e mi cedeva il passo, come galantemente faceva sin da quando avevo iniziato a muovere i primi passi.

Dopo dieci minuti di scarpinata tra file e file di automobili posteggiate, sotto il sole già fin troppo caldo, raggiungemmo finalmente il SUV di papà, nei pressi del quale stazionava una figura a me ben nota.

«Monty! Cosa stai facendo? Se volevo che Felicity si caricasse come un mulo sarei venuta anche da sola a recuperarla! Aiutala, suvvia!», strillò oltraggiata non appena ci inquadrò, non accennando però di avere alcuna intenzione di aiutarmi.

Nonostante l'ora e la sveglia settata probabilmente poco dopo l'alba per avere il tempo di prepararsi e attraversare la città, Grace Van Houten era impeccabile, nel suo completo giacca e pantalone di fresca seta color sabbia, i capelli raccolti in un ordinato french twist e un paio di strategici occhiali da sole ad occhi di gatto a mascherare la probabile stanchezza del viso e a donarle contemporaneamente un'aria da diva.

«Io lo sapevo che finiva così...», bofonchiò mio padre, mentre si faceva carico di tutto il mio bagaglio e apriva il baule dell'auto per riporlo.

«Tesoro, che bello vederti!», cinguettò mia madre poi, stampandomi due baci sulle guance e marchiandomi con il suo Rouge Dior. «Hai delle occhiaie spaventose, cara. Davvero non capisco perché tu abbia voluto prendere questo volo dagli orari assolutamente folli! Appena arriviamo a casa ti faccio preparare una tisana e poi fili a riposare. Monty, hai fatto? Possiamo andare?»

Se son rose fioriranno altrimenti...in bocca al lupo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora