22. Cactus Saguaro

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Liam


Il caldo non mi dava tregua così come Felicity che da due giorni si aggirava per la casa vestita solo di corti prendisole semitrasparenti, gentile dono di sua madre. Dal nostro arrivo erano già trascorse già 48 ore, ore in cui Felicity era stata rapita dalla mia famiglia in un turbinio di abbracci, presentazioni, gite organizzate all'ultimo momento, capricci di Arabella che pretendeva di averla per sé ininterrottamente, lunghi banchetti che iniziavano con la merenda e si concludevano direttamente dopo cena. 

Appena arrivati si era scatenato il caos. Mia madre aveva, ovviamente, pianto. Dopodiché aveva abbracciato e baciato Felicity e per non farsi mancare niente aveva riservato il medesimo trattamento anche a me, nonostante ci fossimo salutati tre ore prima. Credo che la sola vista di Felicity sia bastata a tranquillizzarla, è stato sufficiente un suo sorriso spontaneo e felice, il suo viso gentile e struccato e i suoi modi educati e semplici per farla entrare in pochi secondi nella lista delle persone preferite di mia mamma. Mio padre invece è stato più contenuto e si è limitato a stringerle la mano e a darle il benvenuto a casa sua. Judith l'ha quasi soffocata con la sua foga e il suo affetto incontrollabile, il tutto mentre Arabella strillava come una sirena ai suoi piedi per attirare la nostra attenzione. Quando l'avevo presa in braccio e le avevo domandato quale fosse il problema, mia figlia aveva semplicemente detto «È il mio turno!», con il suo solito tono da principessina sul pisello. Felicity se n'era accorta subito e, liberatasi dalla presa mortale di mia sorella, mi aveva sfilato dalle braccia Arabella e se l'era stretta al petto iniziando a bisbigliarle qualcosa nell'orecchio.

Mia mamma aveva deciso che Judith avrebbe condiviso la nostra vecchia stanza con Arabella, che al settimo cielo aveva trascorso le notti dell'ultima settimana abbarbicata alla sua adorata zietta, la quale in silenzio e in un lago di sudore sopportava stoicamente quelle lunghe notti con l'onnipresente nipote ostinata ad ignorare il lettino appositamente preparato per lei. Felicity era stata sistemata nella camera che fu dei miei nonni e che era stata recentemente rifatta completamente, con un nuovo ampio letto matrimoniale a sostituire i vecchi mezzi letti in cui dormivano i miei nonni. Sono stati insieme per più di sessant'anni e hanno sempre sostenuto che il segreto stava nel dormire in due letti separati. Hanno avuto cinque figli e sono sempre andati d'amore e d'accordo quindi immagino sapessero quello che facevano.

Io, con mia grande sorpresa, ero stato confinato nel divano-letto in taverna. Avevo protestato a gran voce, con Felicity che mi lanciava delle occhiatacce da dietro la testa di mia madre, ma quest'ultima era stata irremovibile. «Sarò retrograda e poco moderna, ma questa è casa mia e finché non sarete sposati non condividerete un letto sotto il mio tetto», aveva decretato e così mi ero dovuto arrendere.

Avevo provato per tutte e due le ultime sere a sgattaiolare in punta di piedi al piano di sopra, ma la prima notte avevo incontrato mio padre sulle scale e con un'occhiata di ammonimento mi aveva rispedito nelle profondità del sottosuolo, mentre ieri sera ero riuscito ad arrivare fino alla soglia della stanza e avevo trovato la porta spalancata e Felicity addormentata con Arabella aggrappata alla sua schiena. Non c'era verso di trovare un attimo per stare solo con Felicity o anche solo scambiare due parole con lei senza che un altro paio di orecchie fosse in ascolto. 

Ieri avevo proposto di portarla a fare un giro nei punti dove si fermano tutti i turisti che fanno il tour dei parchi nazionali, l'idea era stata accolta con così tanto entusiasmo che mi ero ritrovato alla guida della Hyundai carica di vettovaglie, Judith, Arabella, nostra cugina Gabrielle e Felicity, con la vecchia Toyota di Zio Hugh che ci seguiva trasportando gli zii, mamma, papà e un paio di cugini. Era stata una bella giornata: calda, caotica e decisamente troppo affollata.

Se son rose fioriranno altrimenti...in bocca al lupo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora