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【ʜᴀɪʟᴇᴇɴ】

Con un sorriso trionfante entrai nel supermercato, sventolando i miei capelli biondi e perfettamente lisci nell'aria. Marciai, muovendo sincronicamente le braccia, verso il reparto dei dolciumi, percependo la mia pancia brontolare alla vista di tutto quel ben di Dio. Finalmente ero riuscita a liberarmi dei miei famigliari che erano venuti a trovarmi, senza includere mio fratello che aveva preferito – come sempre – dare una festa. Adesso potevo tranquillamente comprarmi i tanto desiderati Oreo senza doverli condividere con loro. Niente e nessuno mi avrebbe fermato da comprare quelle delizie.

Era una settimana che non facevo altro che pensare a quando li avrei mangiati, ma purtroppo era stata molto occupata con l'università e le mie migliori amiche, oltre che dal mio lavoro in un piccolo Diner quindi non avevo mai avuto tempo per comprarli, mentre in quel momento, finalmente, non avevo nessuno a impedirmi di farlo. O almeno così credevo.

Nel momento stesso in cui afferrai per un lato l'ultima scatola di Oreo, emettendo un versetto di felicità, anche un'altra persona, un ragazzo lo fece, tirandola verso di sé.

Inarcai un sopracciglio chiaro, fissandolo accigliata e tendendo le labbra fini in una linea retta, «Scusa, ma c'ero prima io. Questa scatola è mia», sibilai acidamente, tirando con forza la scatola verso di me.

Il ragazzo fece spallucce, stringendo con più forza la scatola dei biscotti. «In verità l'ho toccata io per prima quindi mi spetta di diritto», replicò atono lui, facendomi venir una gran voglia di prenderlo a pugni.

Digrignai i denti per il nervoso, stringendo a mia volta la presa. Avevo finalmente la possibilità di mangiarsi i miei adorati Oreo e, adesso arrivava quel troglodita a proclamarli suoi di diritto, ma stava scherzando, vero?!

«No, bello mio. Sono stata io la prima a toccare la scatola e poi è da una settimana che aspetto di poterli mangiare quindi vatteli a comparare da un'altra parte», sbraitai con aggressività, attirando l'attenzione di alcuni clienti che stavano passando per la nostra stessa corsia. Che cosa diavolo avevano da guardare? Che si facessero i fatti loro che campavano cent'anni.

«Sono cazzi tuoi se aspetti di comprarli da una settimana, potevi venire prima. Sono arrivato io per primo quindi la scatola è mia, bella mia.»

«Prima non potevo e poi non devo spiegarlo a un idiota come te. E la scatola è mia quindi fottiti», sibilai nuovamente, strattonando ancora la scatola di Oreo, poi gli tirai un calcio negli stinchi per fargli abbassare la guardia.

Il ragazzo emise un gemito soffocato e nel mentre lasciò la presa dalla scatola. Sorrisi trionfante poi girai i tacchi e presi a correre verso le casse automatiche per poter pagare la scatola di Oreo. Avevo vinto io. Col cazzo che lasciavo l'ultima scatola di Oreo, nelle mani di qualcun altro. Era mia.

Oreo [Supermarket Series ▪ Book #1]Where stories live. Discover now