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【ʜᴀɪʟᴇᴇɴ】

«Quindi hai una sorella? Quanti anni ha?», domandai a Xiaver con voce atona, ravvivando i miei capelli afflosciati dal caldo.

Non ero per niente curiosa di sapere qualcosa sulla sua vita, ma pochi minuti prima Tessa mi aveva trascinato in bagno e mi aveva minacciata con delle mie vecchie foto molto imbarazzanti, affinché fossi gentile e mi fingessi almeno interessata a parlare con lui. Dire che la stavo detestando in quel momento era poco.

Vidi la sua espressione incupirsi poi annuì, emettendo un sospiro esasperato, «Sì, ho come sorella l'incarnazione del Diavolo. Dodici anni di pura cattiverai. E tu?», mi chiese infine con una leggera punta di curiosità nella voce. Il suo amico ridacchiò a quell'affermazione, annuendo a sua volta.

Inarcai un sopracciglio biondo accigliata. A me non era sembrata così malvagia come la facevano apparire loro.

«Ho un fratello di nome Kyle ed ha sedici anni. Lui ama con tutto il suo cuore fare feste quando i nostri genitori non sono a casa e poi tocca a me aiutarlo a ripulire tutto il casino che fa.»

Perché gli stavo parlando di mio fratello? Okay, aveva chiesto se avessi o meno un fratello, ma perché raccontagli del suo amore per le feste? Stavo andando fuori di testa a parlare con così tanta tranquillità con quel cretino, ecco cosa!

«Quindi è un casinista, amante della musica e dell'alcool?», mi domandò curiosamente, appoggiando il mento sul palmo della mano e le dita sulla sua guancia con un po' di peluria nera.

Annuii, emettendo un sospiro rassegnato, «E ogni volta che combina qualcosa chiama me per farsi aiutare.»

«Pensa che una volta un suo amico cretino ha fatto cadere un vaso da cinquecento dollari per terra e be', ovviamente è andato in frantumi. Mio fratello mi ha chiamato e mi ha chiesto se potessi trovarne un altro prima dell'arrivo dei nostri genitori... Ho girato non so quanti negozi, prima di trovarne uno che vendeva cianfrusaglie ed è stato lì che ho visto un vaso identico a quello rotto, solo che non di valore. L'ho pagato dieci dollari. Ancora adesso è appoggiato sul mobiletto in entrata e i miei genitori non ne sanno niente.»

Perché? Perché continuo a raccontagli cose di me e della mia famiglia?

Xiaver si morse con forza il labbro inferiore, il quale stava tremolando per la tensione, facendomi inarcare un sopracciglio. Che stava facendo esattamente?

Poi scoppiò a ridere. Una fragorosa risata che mi fece arrossire fino alla punta delle orecchie e che attirò l'attenzione di alcuni clienti che si girarono momentaneamente verso di noi.

«Avresti dovuto far ripagare il vaso all'amico di tuo fratello,» continuò a ridere tra una parola e l'altra, «poi menare entrambi, obbligandoli a rincollare tutti i pezzi uno ad uno e non aiutarli. Sei fin troppo buona con tuo fratello a sto punto.»

Sbuffai sonoramente, roteando gli occhi irritata, «So di essere fin troppo buona con mio fratello, ma cosa posso farci? Gli voglio bene e non voglio che si metta nei casini quindi lo aiuto a risolverli prima di creare una vera e propria tempesta di problemi.»

«Io invece devo ricordarmi di andare a prendere mia sorella alle sei e mezza dalla sua amica. A volte mi dimentico persino di andare a prenderla a scuola», ammise Xiaver, grattandosi la nuca in imbarazzo.

Soffocai una risatina, scuotendo il capo, «Ma che fratello esemplare che sei», lo presi in giro, facendogli poi la linguaccia.

Tessa e James ridacchiarono di fronte al nostro piccolo battibecco, beccandosi delle occhiatacce da parte di entrambi che li fecero smettere all'istante.

«Be', almeno così impara a non fare sempre affidamento su di me», lui scrollò le spalle, facendomi a sua volta la linguaccia, cosa che mi fece ridacchiare per quanto fosse buffo.

«Ma ha dodici anni! Ha bisogno di te!»

«Quella piccola serpe non ha bisogno di me. Ha bisogno di qualcuno da stressare come quando si era fissata col volere mangiare solamente Oreo per merenda e mi ha obbligato ad uscire a comprarglieli, ma sappiamo com'è andata a finire alla fine...»

«Uhm... Tua sorella sa come comandarti. Già la amo. Come si chiama?», chiese con entusiasmo, facendolo sbuffare e beccandomi un'occhiataccia di fuoco che mi fece ghignare compiaciuta.

Oreo [Supermarket Series ▪ Book #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora