Capitolo 10

2K 132 28
                                    

«Dove pensi di andare?».

Derrin mi afferra per il polso, mentre sto per mettere un piede sopra la passerella. A quanto pare non sono stata abbastanza furtiva come credevo. I tre e le guardie che volevo seguire si sono già allontanati da un bel po', sparendo per una strada dritta al molo, la cui fine scompare tra i grandi palazzi. Non sono sicura se riuscirò a ritrovarli. Il lasso di tempo trascorso non è a mio vantaggio. Ma, come si dice, tentar non nuoce.

«Farò una passeggiata, per sgranchirmi le gambe» gli sorrido rilassata «E magari comprarmi un paio di scarpe» aggiungo indicando i miei piedi con lo sguardo.

Lui scuote la testa sorridendo a sua volta. Ma non mi trattiene più. «Vedi di essere di ritorno prima di sera» mi ammonisce. Annuisco e prima che potesse dirmi altro, scendo per il molo semi deserto, ad eccezione di qualche marinaio indaffarato sulla propria imbarcazione. Non credo che Derrin abbia davvero intuito cosa voglio fare, ma almeno non ha tentato di fermarmi, anche se stavo infrangendo gli ordini.

Cammino quasi sconsolata.

Non so da che parte sia il castello, ma non credo sarà difficile trovarlo. Guardo il cielo, grattato dalle punte dei palazzi. Non manca molto al tramonto.

Sbuffo. Vorrei che tutto fosse più facile. Ma il mio istinto mi dice che non devo mollare e il mio istinto non si sbaglia, quasi mai.

Una donna con una lunga veste rossa attira la mia attenzione. Ha tante collane che scendono appese alle sue braccia tese e sbraita per cercare di venderle in un angolo della strada. Altri tanti monili e ninnoli sono disposti sopra un lenzuolo disteso sulla pietra. Nessuno dei passanti si ferma a degnarla di uno sguardo e le sfilano davanti, nonostante lei continua ad agitarsi.

«Una collana per la bella signorina?» mi chiede mentre mi avvicino. Sorride e gli occhi dorati le si illuminano, forse per la speranza di vendere qualche articolo della sua merce.

«Vorrei solo sapere da che parte è il castello» domando, cercando di essere il più gentile possibile. Chiedere indicazioni mi avrebbe permesso di non perdere tempo prezioso. Il sorriso le rimane sul volto, contraddicendo quello che avevo preventivato.

Scuote la testa e le numerose treccine nere le danzano intorno alle orecchie. «E perché mai vorresti andare al castello a quest'ora?».

«Ho un'udienza con la regina» mento.

«La regina non riceve ospiti a quest'ora» dice, facendo oscillare i numerosi ciondoli a destra e a sinistra. Comincio a pensare di aver sbagliato a chiedere aiuto proprio a lei. Ma poi sussurra a tono molto basso «La regina è crudele. Il mago la protegge. Lei è solo una bambina. Una ragazzina viziata. Regole assurde. Il mago la protegge. Magia oscura. Le guardie mi taglieranno la lingua. Magia malvagia, stanne lontana. Vuoi comprare una collana? Le faccio io».             

Non so se quella donna sia pazza e le sue parole siano soltanto un vaneggio, ma nei suoi occhi riesco a leggere un timore molto evidente. Il fatto che abbia nominato "mago" con così tanta facilità non significa nulla di buono. Questa città nasconde davvero un segreto. Me lo sento dentro le ossa.

«Devo andare al castello» ripeto a bassa voce. Lei abbassa gli occhi verso i miei piedi e poi punta il braccio destro nella direzione di una piccola strada laterale. «Per di là» farfuglia. Ormai il suo tono è quasi un flebile soffio sommesso che si confonde con i rumori provenienti delle botteghe ai lati della strada.

La ringrazio con un cenno del capo, sperando che non mi stia tirando un tranello. Una strana sensazione intensificata da svariati dubbi si formula nella mia testa. A passi svelti corro per la via, supero due ponti di legno, e salgo verso un'altura.

Polvere di LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora