Capitolo 41

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Con mia grande sorpresa ero riuscita a dormire per qualche ora, e a non sbadigliare nemmeno una volta mentre discutevo con Derrin e Kalen ad un tavolo appartato della locanda.

Sembravano sapere esattamente cosa fare, come se fossero nati per macchinare strategie di guerra, e questo mi rendeva soltanto più nervosa. Kalen non mi degnava nemmeno di uno sguardo, come se quello che era successo tra di noi lo turbasse tanto quanto aveva turbato me.

Eppure mi aveva detto che per lui era stato solo un bacio. Un gesto e nulla di più. Forse non gli era andato a genio il fatto che lo avessi respinto.

Cercavo di non pensarci, ma lui continuava a far finta che io non fossi presente.

La zia di Derrin venne al tavolo una volta per portarci la colazione. Tre tazze di latte fumante e del pane nero, che io divorai come se non mangiassi da giorni.

«Ma se Lainnyr non riuscisse a rompere la barriera e infiltrarsi nel castello?» stava chiedendo Kalen. «Ci serve un piano di riserva, dopotutto abbiamo quell'uomo arrogante ci ha dato un ultimatum. Non possiamo permetterci di coinvolgere troppe persone, altrimenti svanisce l'effetto sorpresa».

«Tre giorni» gli ricorda Derrin. «Ci basteranno, non è vero Lain?».

«Oh certo» rispondo con la bocca piena, masticando vigorosamente il pane. «Son bava a sompere le arriere».

«Cosa?» mi chiede Kalen rivolgendosi a me per la prima volta da quando ci eravamo rivisti.

Ingoio il boccone e ripeto. «Sono brava a rompere le barriere... Sicuramente non è più complessa di quella di Farvel».

«Visto? Una volta nel castello neutralizzeremo le guardie se ce ne saranno e libereremo la regina dalla schiavitù» rincara Derrin con una buona dose di ottimismo. «Così il mostro che è in lei finirà di compiere stragi senza senso».

«Sembra facile a parole» mormoro. «Ma l'unico modo è... Ucciderla» completo con un soffio di voce dando aria al mio tormento.

«Cosa? Ma è alto tradimento! Verremo impiccati se ci scoprissero». Derrin si porta entrambi le mani al collo, proteggendoselo come se qualcuno gli stesse puntando una lancia alla gola proprio in questo istante.

Kalen posa una mano allo schienale della panca dove sono seduta e mi guarda negli occhi. «Pensi di poterlo fare?».

«Io... Io...» farfuglio a disagio. «Veramente non lo so. Non possiamo permetterle di conquistare il mondo e diventerà più forte se non la fermiamo adesso».

«Volete ammazzare una ragazzina di dodici anni?». Derrin è sempre più perplesso e cerca di non gridare.

«Lo farò io» conclude Kalen, come se non lo avesse sentito. «Basta che la distrai, dal momento che non penso proprio ci aprirà le braccia per lasciarsi trafiggere».

«Perché vuoi farlo?» gli chiedo, trovando il coraggio di posargli la mano sul polso.

«Non sarebbe la prima volta» commenta, e i suoi occhi si posano sul muro alle mie spalle, concentrandosi su qualcosa che non capisco. «Per te invece sì e te lo leggo negli occhi che non sei pronta per questo».

Sbuffo. «Non potremmo cercare Meth...».

«Non sappiamo dove sia e non c'è tempo da perdere» mi interrompe il pirata, con lo sguardo ancora perso altrove.

«E va bene» sbatto i palmi sul tavolo, facendo tintinnare le tazze e attirando l'attenzione di qualche vecchio che stava conservando al bancone della taverna assieme a Fenycia. «Lo fate sembrare così maledettamente facile...» replico ad alta voce.

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