Capitolo 20

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"Sei un imbecille!"
Urlò.
Io prima o poi lo ammazzo.
Quel ritardato di Lucas Johnson mi ha rovesciato uno secchio d'acqua in testa mentre stavo uscendo dalla tenda.
Ed ora lo sto rincorrendo per tutto il campeggio, se lo prendo lo ammazzo.
"Sei un po lenta Howen"
Mi deride, facendomi innervosire ancora di più, quindi prendo il secchio che ha fatto cadere e corro verso il lago prima che si accorge di quello che sto per fare.
Riempio il secchio e torno indietro.
È girato di spalle e mi sta cercando con lo sguardo, quindi con un movimento rapido gli butto tutta l'acqua addosso.
Mi sento così fiera.
Appena Lucas realizza quello che è appena successo si gira di scatto verso di me con occhi di fuoco, ci manca solo il fumo dalle orecchie ed è perfetto.
"Ops, mi sa che mi è cascata qualche goccia d'acqua"
Faccio finta di essere dispiaciuta e mi porto una mano sulla bocca, per farla un po piu tragica.
"Jessie Howen sei spacciata"
Nome e cognome detti dalla sua bocca non promettono nulla di buono.
E in un attimo mi rincorre, cerco di correre il più veloce possibile facendo zig zag tra gli alberi ma Lucas è più veloce di me, tra i miei urli, e le risate penso che se ci fossero altri campeggiatori penserebbe che mi stanno stuprando e facendo il solletico nello stesso momento.
Sento la presa di Lucas sul mio polso, mi ha presa, facendomi girare di scatto, e facendomi indietreggiare fino a farmi sbattere la schiena contro un albero, i suoi occhi color caramello sono fissi sui miei e io ne sono completamente ipnotizzata, poggia una mano al lato della mia testa e l'altra vicino al mio fianco.
Sono intrappola.
"Pensavi veramente di scappare"
Ghigna Lucas.
"Ci ho provato almeno"
"Scarsina direi"
Sento il mio corpo aderire sempre di piu al suo petto e odio avere questo poco autocontrollo di me stessa.
Anche se ieri e l'altro ieri mi ha sempre baciata lui non devo assolutamente farlo prima io se no sarei spacciata, e in più la sua mente ritardata penserebbe che sono come tutte le altre, che cadono hai sui piedi e io non sono e non sarò una di quelle.
Quindi mi avvicino abbastanza, fino ad arrivare a sfiorargli le labbra, vedo le suo pupille dilatarsi, e un attimo dopo passo sotto al suo braccio e rincomincio a correre fermandomi ad una certa distanza.
"Scarsino direi"
Gli urlo fiera di non essere ricaduta nel suo intento.
"Pasticcino sappi che questa me la paghi"
Urla di rimando, ma al posto di ritrovare la rabbia di prima trovo del divertimento nei suoi occhi e un sorriso farsi spazio tra le sue labbra.

La giornata continua tranquilla ora siamo tutti in cerchio ha mangiare i panini che ha preparato Trent e Lucas ,che è davanti a me, fa mille facce buffe e io non riesco a mangiare nemmeno un pezzo del mio panino senza soffocare o risputarlo nel fazzoletto.
"Ragazzi"
La voce di mia mamma fa girare sia me che Lucas con ancora una faccia divertita su tutte e due.
Quando mia mamma vede che ha la nostra attenzione continua.
"Per motivi di lavoro domani mattina dobbiamo tornare a casa quindi sta sera vi conviene sistemare le vostre cose"
"Per motivi di lavoro?"
Chiedo poco convinta.
"Si tesoro Tent ha delle faccende importanti da sbrigare"
Risponde con un sorriso.
Mia mamma sorride per ogni cosa, brucia il cibo e sorride, si fa male e sorride per qualunque cosa lei sorride, da quando mio babbo ci ha lasciate ha sempre voluto mostrarsi sorridente piuttosto che abbattuta, e da una parte l'ammiro perché è forte ma a volte non sopporto sto sorridere in continuazione.
La conversazione finisce li e io nel frattempo finisco il mio panino, guardo Lucas che non ha nemmeno parlato e lo vedo impegnato a fissare, con sguardo cupo il terreno.
Ecco che in un minuto Lucas Johnson cambia il suo umore.
Alzo gli occhi al celo e mi alzo.
"Dove vai?"
Mi chiede alzando finalmente lo sguardo.
"A fare un giro"
"E dove che non conosci nemmeno il bosco"
Ecco questo e l'umore di superiorità quello che odio di più.
"Si invece, so la strada per andare dal campeggio al lago"
Mi rigiro e mi incammino.
Alle mie spalle sento un "certo" da parte di Lucas, che nel frattempo ha cambiato di nuovo umore con quello di insopportabilita, faccio finta di non aver sentito e continuo per la mia strada.
Sono seduta sul masso davanti al lago a lanciare sassolini, prima ci sono rimasta un po male a vedere che Lucas non mi ha seguita ma me ne sono fatta una ragione.
Guardo i sassolini sprofondare nell'acqua limpida del lago e mi da una strana sensazione di tranquillità, e mi fa riaffiorare un vecchio ricordo che mi ero scordata pure io di avere.
Siamo io e mio babbo, al laghetto che si trovava nel parco di fianco alla mia vecchia casa mentre mi insegnava a far andare la mia barchetta, quella che mi aveva comprato per il mio settimo compleanno, eravamo felici e li mi voleva bene, istintivamente mi tocco la cicatrice che ho sul fianco e rabbrividisco, il ricordo bello scompare facendo riaffiorare quello di quella maledetta sera, quella è stata l'ultima volta che l'ho visto.
Cerco di cacciare via quel pensiero e mi rialzo per andare al campeggio visto che è gia buio e io sono stanca anche se oggi non ho fatto nulla a parte rincorrere quel ritardato di Lucas, sinceramente non me lo aspettavo, anzi mi immaginavo che oggi non mi avrebbe nemmeno guardato in faccia per quello che era successo al lago e che mi avrebbe tenuto il muso, ma con grande sorpresa non è successo.
Appena arrivo al campeggio noto che c'è solo Trent.
"Trent sai dov'è mia mamma?"
"Credo sia andata a mettere in macchina alcune cose"
"Immaginavo"
Dico ridendo e lui si unisce a me.
Ha una bella risata molto simile a quella di Lucas.
A proposito di Lucas dove è finito ?
Mi fermo davanti alla mia teda e mi giro di nuovo verso Trent.
"E Lucas dov'è?"
"Sinceramente non ne ho la piu pallida idea di dov'è quel imbecille di mio figlio però l'ho visto allontanarsi ed non è ancora tornato"
Scoppio in una fragorosa risata seguita da lui, mi sarei aspettata di tutto ma sicuramente non questo.
"È felice con te"
In un attimo smetto di ridere e riporto l'attenzione su Trent.
"In che senso?"
Non capisco.
"Nel senso che con te lo vedo felice, non lo vedo cosi da quando mia moglie è morta, da li è sempre stato più distaccato, più infelice si era racchiuso in se stesso, ma ora quando lo guardo è come se fosse tornato a vivere, oh guarda eccolo che arriva, io vado aiutare tua mamma"
Mi rivolge un sorriso quasi malinconico, per poi sparire.
La mamma di Lucas è morta? Come? Non lo sapevo e sinceramente non ci avevo nemmeno pensato.
Vengo interrogata dai miei pensieri dalla voce di Lucas alle mie spalle.
"Cosa ti diceva mio padre?"
"Parlavamo di alberi"
Risposto un po troppo velocemente.
Alberi?
Voglio sotterrarmi.
"Alberi?"
Johnson credici e basta.
"Si hai qualcosa in contrario con gli alberi?"
Ma perché non sto zitta?
"Nono per carità"
Alza ,ridendo, le mani.
"Ecco, comunque io vado, buonanotte Lucas"
Gli rivolgo un sorriso per poi girarmi, ma vengo fermata dalla presa di Lucas sul mio polso.
"Ehm, vuoi , non so, venire a dormire con me, cosi magari non avrai i tuoi incubi"
Dice con sguardo basso, toccandosi con la mano libera dietro la nuca.
È in imbarazzo?
Credevo di aver visto tutto di Lucas ma mai un Lucas imbarazzato.
"Va bene"
"Certo se poi non vuo..."
Alza si colpo lo sguardo e un sorriso gli si dipinge in viso.
"Solo per dormire"
Lo ammonisco puntandogli il dito contro.
"Va bene sergente pasticcino"
Sbuffo e alzo gli occhi al celo anche se un sorriso enorme come tutto sto bosco mi si sta dipingendo in viso.

•innamorata del nemico•Where stories live. Discover now