Capitolo 28

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Mi sveglio di scatto, tutta sudata, le lacrime agli occhi e il respiro irregolare, l'incubo, mi guardo in giro e ci metto un po' a capire che sono nella stanza di Lucas e che lui sta dormendo affianco a me, è girato di schiena e sinceramente mi fa sentire meglio non voglio che si svegli e sicuramente non voglio che mi vede così, non sono ancora pronta a raccontarglielo, anche se non capisco ancora il perché.
Mi alzo il più piano possibile e mi dirigo in bagno ho bisogno di rinfrescarmi almeno un po', però non prima di aver visto dal mio telefono l'ora, sono le 4 di mattina, ottimo.
Accendo la luce e rinchiudo la porta dietro di me, sempre cercando di non far rumore, appena vedo il riflesso nello specchio per poco non mi prendo un colpo sembro un strega, pallida, con le occhiaie e i capelli spettinati.
Mi risciacquo velocemente la faccia, mi do qualche colpetto sulle guance per fargli prendere almeno un po' di colore, e cerco di sistemarmi i capelli e poi torno a letto.
"Domani mattina parliamo"
Borbotta assonato Lucas e io immobilizzo proprio quando stavo tirando su il lenzuolo.
Spero vivamente che domani mattina non se lo ricordi, perché come ho detto prima ancora non me la sento.
Ma so che questa ormai è diventata come una scusa solo per rimandare il più possibile di ricordarmi di quella sera.
Sussurro un lieve "okay" e mi stendo tornando a dormire.

Ho ancora gli occhi chiusi ma sento una live pressione sulle labbra e poi capisco che le labbra di Lucas si sono posate sulle miei per un dolce bacio a stampo, appena si stacca faccio un mugolio di disapprovazione, e apro un occhio.
"Buongiorno pasticcino"
Un sorriso si allarga sulle mie labbra, mentre lo ammiro mi chiedo perché i nostri genitori si sono conosciuti, anche se è brutto da dire, sarebbe stato molto meglio, anche se molte delle volte, okay forse sempre, lo odio, molte delle altre volte lo amo e fa un po' male pensare che poi saremo fratellastri.
"Buongiorno"
Mi stiracchio e poi mi giro del tutto verso di lui.
"Lo sai vero che dobbiamo parlare?"
Mi sono appena svegliata e dopo aver sentito questa domanda preferivo non averlo fatto.
"Dobbiamo proprio?"
"Si"
Risponde categorico.
"Proprio proprio proprio?"
"Si"
Rispondi più che ovvio, e io sbuffo.
Che palle.
"Ma se non voglio non sono obbligata a dirlo"
Stavolta è lui a sbuffare.
"Si sei obbligata a dirmelo perché non riesco più a sentire tu che ti svegli durante la notte con un attacco di panico, senza saperne la causa"
Ora non so più che scusa dire, apro la bocca ma subito dopo la richiudo.
Sono fregata, ora sarà un disastro, per me.
"Okay okay, ora te lo dico"
Mi tiro su a sedere appoggiandomi con la schiena al muro, faccio un respiro profondo e mi guardo le mani.
So che mi sta guardando mentre aspetta che parlo, ma il problema è che non riesco a formulare un discorso sensato.
"Era una sera come le altre, nulla di nuovo e nulla di diverso"
Lancio una veloce occhiata verso Lucas e lo vedo attento.
"Mio babbo era un alcolizzato al 100%, lo è diventato perché aveva perso il lavoro tempo prima, era il capo e lo avevano cacciato"
"Ma quella sera era diversa, aveva bevuto più del solito e quando tornò a casa incominciò ad urlare contro mia mamma, la picchiava anche a volte, io ero sulle scale quando mia mamma mi vide, ed ero terrorizzata, perché non capivo come mio babbo poteva picchiare mia mamma"
Sento le lacrime salire piano piano.
"Lei mi urlo di correre in camera e di chiudermi a chiave, ma mio babbo gli disse che è sempre stata colpa mia è stata tutta colpa del fatto che sono nata, mi incomincio a dire che era colpa mia se mia mamma non aveva più molto tempo per lui, era colpa mia se avevamo dei debiti, ed era colpa mia se mio babbo era stato cacciato perché se io il giorno prima non mi facevo male di notte non lo avrei tenuto sveglio e così il giorno dopo non avrebbe fatto un casinò in azienda."
Prendo un attimo di pausa e poi riprendo.
"Così lasciò mia mamma e barcollò su per le scale da me, mentre mia mamma urlava disperata mentre gli diceva non farmi del male, io scappai e corsi in camera, mi misi sotto il letto ma lui mi prese comunque mi spinse sopra e mi fece un taglio sul fianco dicendomi che non dovevo scappare da lui e che con quello mi sarei ricordata che era tutta colpa mia quando mia mamma corse in camera lui era già uscito di casa."
Mostrai la cicatrice sul fianco e la sfiorai appena, se ci pensavo bene sentivo ancora il dolore.
"Da quella sera non lo abbiamo più visto, almeno io non l'ho più visto sono passati 12 anni da quando è successo e fa male uguale"
Abbasso gli occhi e giro la testa dal lato opposto a quello di Lucas, non voglio vedere la sua compassione verso di me, ho sempre odiato chi in passato ha cercato di compatirmi, dicendo che sarebbe andato tutto bene e che gli dispiaceva, quando in realtà è andato tutto male.
"Ora dov'è?"
Continuo a guardare fuori dalla finestra.
"Te l'ho detto non ho più sue notizie da 12 anni"
Mi prende con le dita il mento e mi fa girare la testa verso di lui, i nostri sguardi si scontrano e mi ci perdo dentro, vedo il dispiacere ma non la compassione e per un attimo capisco che nemmeno a lui piace essere compatiti.
"Un giorno una ragazza mi disse che non era colpa mia se ero diventato uno schifo o se ero un bimbominchia, ora voglio dire a quella ragazza che non è colpa sua se è nata, perché io ne sono felice, e non sono bravo con i discorsi perché non ne ho mai fatto uno sensato" un sorriso storto si formò sulle sue labbra "e voglio anche dirle che vorrei pestare a sangue suo babbo per averle fatto del male a te"
Mi avvicino e lo bacio, e in quel momento mi cade una lacrima.
"Anche tu sei il primo che lo sa"
Gli sussurro appena ci stacchiamo.
"E tu mamma?"
"Solo tu"
Quando le nostre bocche si rincontrano, il bacio non è più dolce ma è passionale.
Piano piano cerco di staccarmi anche se lui non ne vuole sapere, e mi scappa da ridere.
"Perché ridi?"
Mi mordo il labbro cercando trattenere un'altra risata.
"Perché dobbiamo andare a scuola e abbino già perso la prima ora"
"Beh allora possiamo perdere anche la seconda"
Scendo velocemente da letto, prima che mi bacia perché se no, finisce che perdiamo tutto il giorno.
"Alza il culo Johnson"
Gli urlo dalla porta del bagno, lui sbuffa anche se sta trattenendo un sorriso e si lascia ricadere a peso morto sul letto.

"Si può sapere dove cavolo sei finita sta mattina?"
"Non ho sentito la sveglia"
Mento, perché sicuramente non posso dire "scusa Beth ma ho fatto tardi perché ho raccontato un episodio traumatico del mio passato che mi fa fare incubi al mio futuro fratellastro e poi ci siamo baciati per un po'"
Credo che gli potrebbe venire un infarto.
"Non ci credo che Jessie Howen non sente la sveglia, ne metti 5 di sveglie"
"Mi sono dimenticata di attivarle"
Non ci credo manco io a quello che dico.
"Non ti credo comunque"
Mi guarda mentre mangia una patatina e io sbuffo.
"Ehi ragazze"
L'arrivo di Joe mi salva dallo sguardo minaccioso di Beth.
"Ehi Joe"
Lo salutiamo io e Beth.
"Che fate di bello oggi?"
Si siede di fianco a me e mi ruba una patatina, per poi subito dopo ricevere un pugno sul braccio.
"Ahia, ma quanto sei manesca!"
Mi guarda accigliato.
"Tu mi hai rubato una patatina!"
"Ne hai un vassoio pieno!"
Dice spazientito.
"No, ora ne ho una in meno, per colpa tua!"
Alza le mani al cielo accigliato e si va a sedere di fianco a Beth che nel frattempo sta ridendo di gusto, per poi subito dopo Mark si ammette di fianco a me.
"Amico ti do un consiglio non rubarle nessuna patatina, poi diventa aggressiva"
Gli suggerisce Joe, io alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Beh ha ragione non si rubano le patatine agli altri"
Ribatte Mark battendomi la mano.
"Voi due siete persone orribili"
Ci indica Joe con il dito.
"Chi è orribile?"
La voce di Lucas precede me e Mark nel momento in cuoi stavavamo per ribattere.
"Secondo Joe, Mark e Beth sono persone orribili perché non lasciano prendere neanche  una patatina dal loro piatto, infatti prima Joe ha rubato una patatina a JJ e lei gli ha tirato un pugno sul braccio"
Beh, io rimango della mia idea sicuramente.
"Hanno ragione"
Ribatte in fine Lucas.
Joe era a bocca aperta allibito dalle nostre idee.
"Tu Beth da che parti stai?"
"Beh io da nessuna, me le compro e basta"
Scoppiammo tutti e tre a ridere a parte Joe, che guardava sempre più allibito me, Joe e Mark e poi Beth, che stava ridendo sotto i baffi.

"Si secondo me ti devi mettere quello rosa"
"Quello stretto?"
Ero stesa a letto con le gambe appoggiate alla parete, con il telefono appoggiato di fianco al mio orecchio, mentre ascoltavo Beth che mi parlava di ogni suo vestito che aveva nell'armadio.
Non si sa come, dopo la sua figura a di merda, sta per avere il suo grande appuntamento con Oliver.
"Si"
Ci fu un gran rumore, segno che molto probabilmente stava rivoltando la camera.
"Sicura? Secondo te va bene? C'è nel senso sono sexy?"
Il tono disperato di Beth mi fa uscire una risatina.
Era propio cotta.
"Si sono sicura, si secondo me va più che bene, e in piu sei sempre sexy"
"Io senza di te non saprei come fare"
Scoppiammo a ridere entrambe e propio in quel momento la porta della mia camera si aprì di colpo.
Chi poteva mai essere con la sua delicatezza da ippopotamo in calore?
Lucas.
"Perché i miei panni sono piegati?"
Ribatte furioso.
"Stai scherzando vero?"
Sono scioccata.
"Ti pare che stia scherzando!"
Era fuori di se perché ho piegato due maglie e un paio di boxer?
"Ehm Beth ci sentiamo dopo ora devo andare"
È cosi chiusi la chiamata, mi sono raddrizzata.
"C'è tu sei entrato in camera mia come se ti avessi distrutti le camera, solo per chiedermi perché due maglie un boxer sono piegati?"
"Sii!"
Aveva alzato le braccia al celo.
"Ma sai deficiente?"
Chiesi alzando un pelino la voce.
Non potevi crederci.
"No, ma non ti azzardare più  a piegarmi altri vestiti"
E con questo uscì dalla camera con la stessa velocità con cui era entrato, facendo sbattere la porta.
Non lo sopportavo.
Scrissi un veloce messaggio a Beth, per dirgli che domani volevo i dettagli e poi mi infilai sotto le coperte e in un attimo mi addormentai.

•innamorata del nemico•Where stories live. Discover now