Vuoi guerra? Guerra avrai.

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***AVVISO.
Avviso tutti i futuri lettori che sto cambiando tutti i capitoli al presente e ci metteró un po' di tempo a cambiarli tutti.
🌸SONO CONSAPEVOLE DEI TANTI ERRORI PRESENTI, MA COL TEMPO CERCHERÓ DI ELIMINARLI.🌸
Per questo mi scuso tanto e vi auguro una buona lettura.❤️***

Non ho mai creduto nel 'C'era una volta', tantomeno nel 'vissero per sempre felici e contenti' e non ho mai pensato che la mia vita potesse cambiare da un giorno all'altro.

Dovetti ricredermi quando accadde.

Il giorno prima mi trovavo a Londra nella mia bellissima città natale, mentre il giorno dopo ero in aereoporto in viaggio verso New York per andare a vivere in casa del nuovo compagno di mia mamma.

Bello, no?

Assolutamente no.

Insomma mi mancherà Londra, i miei amici, le mie abitudini, la mia vecchia casa.
Soprattutto papà, dove riposa in pace in un cimitero di Londra.

Non posso mentirvi dicendo che la mia vita è stata tutte rose e fiori, perchè in effetti non lo è stata, soprattutto da quando papà non è più con noi.

Tutti passano periodi brutti una volta nella vita, o almeno io sono di questa idea. Ma poi passa, insomma tutto passa.

-Julie!- mi urla mia sorella Jessica risvegliandomi dai miei pensieri.
-Arrivo- rispondo con un pizzico di malinconia nella voce.

Mi guardo intorno, respirando per l'ultima volta la dolce e fresca aria di Londra, mentre delle lacrime iniziano a farsi spazio sul mio viso senza che io possa controllarle.

Me le asciugo velocemente e alla fine mi decido a raggiungere gli altri.
-Dai non essere triste!- mi sussurra il mio fratellino Tommy all'orecchio.
Lo abbraccio forte, è il fratellino più dolce del mondo, assomiglia così tanto a nostro padre.

Se solo l'avesse conosciuto davvero.

Lancio un'occhiata a mia mamma che appena ci raggiunge, ci mostra i biglietti. È così emozionata per questo nuovo traguardo, forse è l'unica a credere ancora in qualcosa, pensa ancora che il tempo perso si possa recuperare.

Fortunatamente il viaggio in aereo passa velocemente, anche perchè la signora che avevo al mio fianco non faceva altro che dormire e russare, era insopportabile, avrei voluto tirarle qualcosa in faccia, qualsiasi cosa.

Una volta a terra riprendiamo le nostre valigie e solo dopo essere uscita dall'aereoporto mi rendo conto di essere a New York.

C'è tantissima gente che corre da una parte all'altra, osservo tutti con la coda nell'occhio e rimango incantata dagli enormi grattacieli che ho sempre ammirato tramite lo schermo del computer.

Mia sorella è più in ansia di me, lei ha solo 18 anni, è la più grande dei tre, siamo poco legate, insomma non abbiamo un tipo di rapporto invidiabile. Invece Tommy è il più piccolo, ha solo 8 anni ed è un vero tenerone.

Dopo qualche minuto, vedo mia mamma iniziare a correre verso una macchina grande e grigia. Molto bella devo ammettere.

Non riusciamo a raggiungerla subito visto il peso di tutte quelle valigie, ma alla fine dopo qualche sforzo ce la facciamo.

-Mark che bello rivederti!- dice mia mamma entusiata al suo compagno baciandolo profodamente di fronte a tutti noi.

Lui non è male alla fine, peró non lo avrei mai paragonato a mio padre, il mio vero padre. Insomma non c'è paragone.

Dopo aver salutato mia mamma Mark ci viene incontro. Saluta Tommy che ricambia con un abbraccio affettuoso, poi passa a Jessica e infine saluta me con una stretta di mano.
Non voglio avere rapporti affettivo con lui, neanche lo conosco.

Vaffanculo, ti amo.Where stories live. Discover now