Capitolo V (R)

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Percepii dei brusii in lontananza e dei movimenti, tutti intorno a me. Flebili spostamenti d'aria risvegliarono i miei sensi, mentre i vocii che distinguevo a fatica arrivavano ovattati: era come ascoltare una conversazione dalla stanza accanto.
Una forte emicrania si espanse dalla cima del capo fino a toccare il punto in cui era stato impiantato il trasmettitore. Trasmettitore... il solo pensarlo fece crescere in me una punta di panico. Con essa ogni rumore cessò bruscamente e, d'un tratto, l'oscurità che mi inghiottiva venne affollata dalle immagini alterate della Prima Prova: corpi privi di sensi vennero sostituiti da una vera e propria carneficina. Occhi vitrei, braccia ricoperte di sangue... tutto così disgustosamente reale.
Era un incubo.
La principale caratteristica degli incubi è che, dopo averli avuti, ci si sveglia di soprassalto, scombussolati ma consci delle realtà. Ed era stato sempre così, per tutti. Me compresa. Quella volta fu diverso: ero incapace di aprire le palpebre. Come se mente e corpo fossero paralizzati, mi fu impossibile tornare alla realtà. Per quanto mi sforzassi non riuscivo a emettere alcun suono, né a scacciare quelle immagini. Rimasi immobile per un tempo che mi parve infinito, fino a che la situazione non divenne insostenibile. Poi, improvvisamente, l'incubo semplicemente cessò. Come se qualcuno avesse staccato la spina ai miei sogni, mi ritrovai nuovamente avvolta dall'oscurità, circondata da voci. Colsi alcune parole in modo frammentario. I termini prova, attenzione, cura e persone venivano ripetute più di frequente. Ci fu anche un prolungato rumore di passi, fino a quando anche quello non si interruppe.

Un leggero tocco sul braccio mi fece rabbrividire seguito da un pizzico doloroso ma istantaneo. In quello stesso punto avvertii un lieve bruciore, perfettamente sopportabile. Presto qualcosa di fresco lo sostituì, donandomi un piacevole senso di beatitudine. Passai interi minuti crogiolandomi in esso, ritrovandomi persino sul punto di addormentarmi ingenuamente.

Tornai in me quando una voce, delicata e melodica, sussurrò il mio nome con la punta di una risata amorevole. La naturalezza che traspariva da quell'unica parola mi investì. Per un breve istante mi sentii al sicuro, ancora coccolata da quella sensazione di benessere e agevolata ancor di più dal sussurro della voce. Come ogni momento di intensa felicità, fu bruscamente interrotto. Non dà estranei o rumori di qualche genere — non accennai nemmeno a un brusco risveglio da quel bizzarro sogno — fu invece quella stessa voce a dire qualcosa che mi lasciò esterrefatta, con la stessa naturalezza che mi aveva tanto colpita.

«Ehvena Johns» ripeté quasi estasiato dal suo suono. «E' un nome interessante. Esattamente come la persona che lo possiede.» Le parole erano state dette con una gentilezza innata, che mi turbò e contemporaneamente mi lusingò al punto da farmi perdere la cognizione del reale.

Un nuovo pizzicore sulla pelle tornò a crearmi un intenso calore al braccio. Fu molto più profondo e decisamente meno sopportabile. Avevo la sensazione che il polso sinistro stesse prendendo fuoco.
Quel dolore non venne allietato in alcun modo, il turbinio di dolore terminò solo quando persi, in maniera lenta e confusa, coscienza di ciò che mi stava accadendo.

• • • • • •

Il vero risveglio fu meno singolare di quello che credetti di aver vissuto, ma altrettanto confusionario.
La prima cosa che feci, ancor prima di aprire gli occhi, fu tastarmi il braccio sinistro, proprio nei punti in cui il ricordo di quel dolore mi lasciava fastidiose sensazioni fantasma. Non trovai niente, la pelle era esattamente come doveva essere. Appurato ciò, iniziai a fare mente locale. Ci misi un po', ma riuscii a spiegarmi quanto accaduto: il trasmettitore mi aveva nuovamente stordita, inducendomi in un sonno forzato. Spalancai gli occhi, furiosa per via del comportamento che stavano assumendo i gestori dell'Elezione. Era un'altra prova oppure, più semplicemente, si divertivano a osservarci mentre piombavamo a terra come sacchi di patate? Avrei voluto chiederlo direttamente a un Latore.

Election [I libro, Rose Evolution Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora