Capitolo XXIV (R)

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Sotto le note assordanti dell'allarme, le porte metalliche iniziarono a muoversi. Con un rumore a stantuffo la cabina in cui mi trovavo si aprì, lasciando che vedessi l'ambientazione ideata per la Quarta Prova.

Un immenso percorso d'imponenti pareti metalliche si ergeva davanti ai miei occhi increduli. I primi bersagli erano visibili anche dalla postazione di partenza, incastrati tra le pareti dedaliche che si inabissavano sul fondo della sala. Portai lo sguardo verso la postazione degli Osservatori, non trovando altro che un semplice muro. La finestra dalla quale ci stavano sbirciando prima che la tuta si attivasse, non era più lì. Al suo posto c'era solo una densa colata di cemento, come se qualcuno l'avesse murata mentre non potevamo guardare.

Doveva essere parte della prova. La comparsa improvvisa di quel percorso dipendeva senza dubbio dalla strana reazione avuta dopo l'inizio. Le scosse erano state diverse dalle solite, non provenivano dal trasmettitore ma dai rigonfiamenti della tuta. Una tuta che con tutto quel calore sprigionato sembrava essersi fusa alla mia pelle.

Smisi per un attimo di fami domande e iniziai a muovermi verso i primi bersagli. Fin dal primo passo capii che c'era qualcosa di diverso nel mio corpo: mi sentivo molto più pesante. Anche l'arma aveva duplicato il suo peso, diventando una zavorra grossa quanto le mie braccia. La tuta non si era incollata semplicemente addosso, ma mi stava anche comprimendo verso il suolo come una camicia di piombo. Raggiunsi il primo robovettore fisso, segnalato con uno strano alone verde lampeggiante, compiendo ampie falcate. In quelle condizioni non potevo sperare di correre, se ne avessi avuto bisogno.

Mi misi stentatamente in posizione e sparai il primo colpo, aggiungendo subito dieci punti al contatore impiantato sul polso. La mira automatica compensava la fatica dei movimenti, che non mi stavano facilitando affatto il lavoro. Colpire i bersagli mobili, qualche metro più avanti, non fu più un problema per me. Anche compiendo quegli irritanti movimenti meccanici zigzaganti, con il fucile bastava avere una presa salda perché il mirino catturasse automaticamente la preda al mio posto. Tutta un'altra storia rispetto alla Queenser. Ci penavano già gli organizzatori a complicarmi la vita, con la strana tuta, la gravità alterata e l'apparizione quasi magica di quelle inquietanti pareti.

Per muovermi all'interno del percorso bastava un lungo respiro, grosse falcate trascinate e qualche semplice colpo. Una sequenza che dovevo ripetere per tutto il tempo. A causa di ciò, ci misi un po' prima di ripulire il corridoio iniziale senza incontrare altri candidati. Una fortuna che sapevo non poteva durare in eterno. In uno scontro il mio fucile avrebbe avuto la meglio contro una Queenser, ma nei movimenti loro erano certamente più liberi di me. Ero stata così felice dopo aver ricevuto il fucile, da essermi dimenticata che l'Elezione, oltre a dare un vantaggio a chi ne aveva bisogno, sapeva anche come toglierlo se troppo. La nostra mira era troppo perfetta, appesantendoci e rallentandoci chi aveva una Queenser riequilibrava i difetti dell'arma. Nelle altre prove non erano stati così minuziosi e questo, probabilmente, dipendeva dall'avvicinarsi dell'ultima prova obbligatoria.

Colpii tutti i bersagli che trovavo lungo il cammino, ricoperti dell'inconfondibile alone verdastro. Il gioco divenne più difficile quando quelli mobili iniziarono ad attivarsi al mio solo passaggio, ronzandomi attorno come degli insetti. Alcuni di loro avevano un colore diverso, giallastro, e per colpirli dovevo mettermi in ginocchio, puntare e solo dopo colpire. Mi aiutava a controllare il contraccolpo ed evitare colpi a vuoto, anche se rialzarsi era stancante. Tutta la fatica venne ripagata quando scoprii che avevano un valore più alto rispetto a quelli verdi. Potevo guadagnare il doppio dei punti con un colpo.

Dal terzo corridoio a seguire, si aggiunsero anche dei bersagli bluastri. Durante la Terza Prova il blu era stato un colore salvifico, ma non lo fu altrettanto per quella prova. Dopo averne colpiti un paio ravvicinati, scoprii a malincuore che il mio punteggio non era affatto salito, anzi, mi vennero scalati dei punti. Dei 300 guadagnati ripulendo i primi corridoio, me ne vennero scalati trenta per ciascun colpo inferto ai blu. Non potevo considerarlo neppure un male, rispetto a tutto ciò che avevo patito durante le prove precedenti.

Election [I libro, Rose Evolution Saga]Where stories live. Discover now