Capitolo VI (R)

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Qualcuno non era la parola giusta. A giudicare dallo stemma sulla giacca, la donna che con eleganza sedeva sul mio letto doveva essere un'affiliata dell'Elezione.
Mi rivolse un lieve cenno, alzandosi e venendomi in contro. I capelli biondi le sfioravano appena le spalle, gli occhi cinerei nascosti dietro l'esile montatura di un paio di occhiali. Era giovane, ma non abbastanza da partecipare all'evento come noi altri. Afferrò la mia mano prima che riuscissi ad aprir bocca, stringendola e scuotendola energicamente.

«Ehvena Johns, immagino». Mi rivolse un sorriso inaspettatamente circostanziale. «Settima nella classifica dei Positivi fin dalla Prima Prova, mattiniera e, da quel posso vedere, perfettamente ripresa dopo il susseguirsi delle scariche elettriche».

Ritrassi la mano con uno scatto, colta di sorpresa. I dati dell'Elezione erano facilmente reperibili per chi vi lavorava, ma ne rimasi comunque scossa. Feci un passo indietro, valutando la sua espressione.

«Scusi, lei chi è?»

«Giusto, prima le presentazione.» Si schiarì la voce. «Il mio nome è Asia Meetash, faccio parte dello staff interno all'Elezione e vi lavoro nel ruolo di Assistente. Sono qui per consigliarla e istruirla laddove necessario. Da oggi le sarò di aiuto lungo il percorso che la porterà alla conquista della carica di nuova Rappresentante.»

Lì per lì rimasi in silenzio, elaborando quanto detto. Non ero certa che mi servisse un Assistente, dopo la Prima Prova non ero neanche sicura di volermi avvicinare a quella carica, figuriamoci conquistarla. Lo sguardo della donna si incupì, come se mi avesse letto nella mente.

«Gli Assistenti sono obbligatoriamente previsti dall'Elezione» esordì, sistemandosi gli occhiali. «Non veniamo assegnati casualmente, gli organizzatori conducono attente ricerche per combinarci ai candidati tenendo conto delle varie affinità.»

Dovevo ancora capire cosa intendessero gli organizzatori per affinità combinate, e sotto quale logica avessero deciso di affidare a ogni concorrente un Assistente personale.

Annuii rassegnata, mostrandomi cordiale per quel che mi riusciva.
Di lì a poco prese a scagliarmi varie occhiate, puntigliose e snervanti, con la quale tentava di assegnarmi tacitamente dei punteggi — a giudicare dall'espressione scontenta non superavo la sufficienza. Decisi che avrei ricambiato al più presto con scrupolosi giudizi sul suo operato.

«Quindi se ho ben capito, mi aiuterà a risolvere l'enigma della Seconda Prova?» domandai, alquanto sollevata. Le istruzione erano troppo particolari, non sapevo da dove iniziare.

«Niente affatto» ribatté risoluta.
Spalancai gli occhi per l'inaspettata risposta.

«Io non sono qui per risolvere le sue prove» enfatizzò la parola come un sibilo di avvertimento. «Sono qui per assisterla, non sostituirmi a lei.» Un altro sibilo mi fece involontariamente indietreggiare. «Lasci che le chiarisca la sua posizione all'interno della competizione: lei è una concorrente, ciò significa che sarà lei a essere valutata. Non io.»

Realizzato l'equivoco, rimasi attonita e, lo ammetto, imbarazzata dal modo in cui avevo pensato di scaricarle il mio lavoro.
L'Assistente recuperò repentinamente dalla tasca un palmare e, noncurante, iniziò a trafficare con cartelle olografiche e documenti come se nulla fosse accaduto. L'espressione accigliata non accennò a scomparire, mentre desideravo sempre più sprofondare in qualche buco.
D'un tratto mi sorse un dubbio. Trovai appena le parole per chiederglielo. «Come ha fatto a entrare?»

«In qualità di suo assistente ho accesso alla camera in qualunque momento.»

Trattenni l'irritazione: potevo dire addio alle meritate ore di pace e solitudine che mi sarei concessa tra una prova e l'altra. Quella donna mi diede l'impressione di poter piombare nella mia stanza nel cuore della notte, svegliarmi e interrogarmi sul codice di condotta adottabile durante l'Elezione. Forse era per via dell'aspetto, il tailleur grigio piombo, lo stemma fieramente in vista sulla spalla destra. Si era mostrata risoluta sia nei gesti che nei modi, professionale anche se vagamente scontrosa. Dava l'idea di essere più che all'altezza del ruolo e questo, tutto sommato, non mi dispiaceva. Per quanto riguardava le affinità combinate... quelle erano ancora da decidersi.

Election [I libro, Rose Evolution Saga]Where stories live. Discover now