Capitolo XVIII (R)

23.9K 1.4K 228
                                    

«Forza con quelle gambe» latrò l'allenatore Osborne per la quinta volta di seguito.

Il nuovo allenamento sembrava fossilizzato solo su quello, in quantità umanamente insopportabili. Avevano l'aria di essere inutili tanto quanto i precedenti.

Io e William avevamo dato la caccia ad altri possibili alleati, finché il gruppo non si era formato. In quelle settimane avevamo passato il nostro tempo libero in compagnia delle stesse persone, per poi vederne la metà durante gli allenamenti. Fortunatamente ero riuscita a conservare il giro mattutino per la Base Alpha.

«Come sarebbe a dire che nessuno di loro ti piace?» esclamò William guardandosi attorno circospetto. Stavamo molto attenti a quello che dicevamo e soprattutto dove, la Base aveva orecchie dappertutto e più occhi di quanti non se ne potessero contare. Ci voleva poco perché un concorrente sentisse qualcosa e lo andasse a spifferare.

«Derek è un cafone» iniziai. «Josef mi guarda in modo strano e Zwendaly parla troppo con Pel-Di-Carota per i miei gusti».

«Fai uno sforzo, sono gli unici che abbiamo! La prova si sta avvicinando, presto spariranno dalla tua vista».

«Mi sto già sforza Aaah!» esalai senza fiato.

Eravamo al terzo giro di corsa, non riuscivo a discutere e tenere anche il suo passo. Non vedevamo la palestra da due giorni, avevo male a gambe da non riuscire a muoverle la sera, l'ultima cosa a cui volevo pensare erano dei candidati idioti.

«Cos'è che non ti piace di loro?» domandò. Sembrava essersi abituato a tutte quelle corse, mentre io rischiavo l'infarto ogni volta.

«Vediamo, da dove comincio...» principiai scorbutica. «Derek ci prende in giro di continuo, mi ha anche fatto delle domande inopportune su Paterson».

«Che domande?»

Inspirai profondamente, sperando che non mi esplodesse prima un polmone. «Mi ha chiesto se eravamo stati insieme prima dell'Elezione e se si era comportato così perché lo avevo lasciato».

«Che fantasia» disse ridacchiando. Avrebbe sicuramente riso di più se avesse potuto ma tra la corsa e Osborne a tenerci d'occhio, anche parlare era diventato impossibile. Ci sgridava più di quanto dovesse fare, ero certa che avesse iniziato ad odiarci.

«Josef mi guarda come un pesce lesso da quando iniziamo gli allenamenti a quando li finiamo, alcune volte anche a tavola. Per quanto riguarda Zwendaly...» deglutii e inspirai, non ne potevo più di correre e parlare. «Parla troppo con Shawn e il suo gruppo!»

Come noi anche Pel-Di-Carota aveva avuto la stessa idea, solo che lui si era preso i primi due posti in classifica: Karter e Alexa. Eravamo rimasti in centocinquanta, il Comandante non fece più affiggere le liste delle classifiche, ognuno conosceva solo la propria posizione attraverso il tesserino. Ricostruirle fu difficile, soprattutto se la maggior parte ci teneva a tenerlo nascosto, ma qualcuno come Karter e Alexa ci tenevano a rendere la cosa pubblica. Adele non staccava mai di dosso a Shawn, insieme ad altri tre concorrenti dei Positivi. Zwendaly passava dal nostro gruppo al loro, come un'informatrice doppiogiochista. Ero certa che a Shawn non servisse lei per sapere quello che facevamo, c'era già Quiana. Per non destare sospetti, aveva anche iniziato a parlare con gli ex candidati del Quarto Gruppo. Mentre noi li evitavamo il più possibile, lui se li lavorava a suon di parole. Naturalmente quei tre non sopportavano nessuno di noi, infatti passavano il loro tempo da soli o in compagnia di altri ragazzi del Quarto Gruppo, sfoltito dall'ultima eliminazione.

«Ehvena sei tu il motivo per cui loro hanno accettato di parlarmi. Certo sono nel gruppo dei Positivi, ma è te che trovano interessante. Sono liberi di ignorarci quando vogliono, eppure mi sembrano tutti molto incuriositi da questo nostro avvicinamento. E per una volta il mio carisma c'entra ben poco».

Election [I libro, Rose Evolution Saga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora