Capitolo XII (R)

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Aprii gli occhi grazie al delicato tocco di una mano. Una carezza così leggera e timorosa. Scostai le coperte e uscii dal caldo bozzolo protettivo nella quale mi ero rintanata, girandomi su di un fianco per poter capire chi fosse. Avevo la gola secca, i muscoli ancora più indolenziti della notte precedente. Gli occhi gonfi misero penosamente a fuoco le linee tese del volto della mia Assistente: fronte corrucciata, gli angoli della bocca rivolti verso il basso, sguardo mortificato.

«Asia» dissi sollevata.

Sbadigliai, tentando di mostrarmi il più normale possibile. Stavo malissimo dopo aver passato la notte a combattere incubi tremendi e, per quanto mi sforzassi di nasconderlo, a giudicare dall'espressione sempre più scoraggiante di Asia, il mio aspetto parlava da sé. Sentivo che qualcosa in me era cambiato, potevo vedere i frammenti sparpagliati di un pezzo importante del mio essere, ma non sapevo quale fosse. Sapevo che, dal quel momento in poi, anche se avessi cercato di ricongiungerli, l'insieme non avrebbe più lavorato come una volta. Per questo mi ripromisi di uscirne il più in fretta possibile. Non dovevo lasciarmi sopraffare dall'accaduto.

«Ehvena...» pronunciò, la voce spezzata dallo sconforto. «Mi dispiace così tanto».

La notte prima, ricevere la compassione del soldato mi era parso quasi necessario; avevo bisogno di essere accudita e capita. Quello stato d'animo, però, era scomparso e sentirla parlare in quel modo era per me solo umiliante. Volevo una sola cosa in quel momento: poter dimenticare, quanto prima.

«Sto bene» mi affrettai a rispondere. Benché ci credessi fermamente e sapessi che presto sarebbe stato vero, quell'affermazione risultò solo un cliché mal piazzato, una bugia a cui nemmeno un bambino avrebbe creduto. «Starò bene» mi corressi.

Mi accarezzò dolcemente i capelli; il gesto traboccante di amabilità materna e sincerità. «Ne sono certa» disse.

Quel gesto era tutto ciò che mi serviva dopo essere stata soccorsa. Anche se in ritardo, mi crogiolai in quella sensazione confortante.

In quell'istante capii veramente quale fosse il ruolo di un Assistente: un appoggio per i candidati, un sostegno morale per le nostre fragili menti. Non eravamo altro che dei ragazzini ingenui, obbligati a crescere in nome di Phērœs.

«Il soldato ha detto che non dovresti avere più di qualche livido» proseguì, ritrovando la sua aria professionale da Assistente. Nel sentirlo nominare non potei che provare imbarazzo per lo stato in cui mi trovavo la sera precedente. «Ieri eri troppo scosse e stanca, ma oggi come prima cosa verrà il medico per gli accertamenti. Dopo penseremo a un buon pasto, devi essere affamata dato che ieri non hai cenato».

Misi una mano sullo stomaco, talmente vuoto da provocarmi la nausea. Non avevo mai avuto così fame da stare male, la sensazione non mi piaceva affatto.

«Che ore sono?» domandai.

«Le due passate» rispose, trafficando con il suo palmare. «Pare che tu ne abbia approfittato per recuperare le ore di sonno perse in queste ultime settimane. Svegliarsi all'alba è davvero una brutta abitudine, dovresti riposarti finché puoi».

«Sissignora» scherzai.

In verità non potevo evitarlo. Era un'abitudine che risaliva a quando avevo scoperto la mia passione per la cucina – alla tenera età di cinque anni – e non l'avrei mai cambiata. Inizialmente mi svegliavo quando mio padre andava a lavoro, alla fabbrica, così da poter creare splendidi piatti immaginari nella mia cameretta; poi, una volta presa la mano, iniziai a impiegare il mio tempo guardando le figure sulle riviste di cucina di mia madre. Da quelle splendide immagini colorate, passai alla lettura, così intensa e attenta da riuscire a memorizzarne le ricette. Senza nemmeno accorgermene ero finita tra le grinfie di pentole e fornelli, non riuscivo più a controllare la voglia di voler imparare, realizzare tutte le ricette che vedevo. Così decisi che ogni raggio di sole era indispensabile, e che svegliandomi all'alba avrei avuto più tempo a disposizione.

Election [I libro, Rose Evolution Saga]Where stories live. Discover now