.Capitolo 2.

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Un turbine di emozioni contrastanti si scatenò dentro di me appena vidi i ragazzi alla mia porta ..... e tra quelle emozioni ci certo non c'era gioia o sollievo, anzi: ero arrabbiato, furioso di vederli lì, innervosito, schifato che fossero tornati dopo tutto quello che era successo tra di noi e dopo le cose che mi avevano detto. Non erano stati per niente gentili nell'andarsene dalla mia vita, anzi a quanto pare era persino stata colpa mia: con il mio comportamento li avevo "costretti" ad andarsene. Non avevano tardato a chiamarmi in malo modo e a darmi addosso per tutto quello che gli avevo dato, dall'affetto alla disciplina. Era stata una ferita enorme quella che mi avevano lasciato, a metà tra l'abbandono e la perdita davvero di due figli....per me quei ragazzi erano morti quel giorno!

Sospirai, cercando solo per me stesso di mantenere la calma, sperando si poter tornare presto a cercare la pace eterna, chiedendo ancora:<< ripeto, che cazzo ci fate voi due qui?>> avevo l'umore sotto i piedi, la pazienza in culo e soprattutto ero molto, MOLTO INSTABILE, insomma 30 secondi fa stavo per mettere in atto il mio suicidio! Prima me li levavo dalle palle, meglio sarebbe stato!!! E no, non ci sarebbero stati il neurone senziente o il mio istinto paterno a salvarli stavolta, quelle due sinapsi disfunzionali erano ben chiuse nei meandri del mio cercello, in un angolo così remoto che non mi avrebbero mai più fatto cadere vittima di quelle stupide e futili emozioni. Ero tornato lo stronzo, cinico, bastardo e crudele di sempre, cresciuto a frustate, fame e freddo, che aveva mangiato fango, piombo e terra in trincea e quei due ragazzini stavolta non mi avrebbero cambiato, nè si sarebbero salvati dalla mia rabbia di veterano spezzato e ferito....

I ragazzi si guardarono sconcertati, si vedeva che Lawrence era a disagio, grattandosi la testa con fare imbarazzato, anche se con il suo solito fare da stronzettino acido, Marcus era scocciato e incazzato invece, come se non sopportasse di già il mio tono di voce, infatti non tardò a lagnarsi:<<magari se ci fai entrare e non stare qui sotto la pioggia, te lo spieghiamo? Su spostati Sirio...>> disse, invitandosi in casa mia con il fare da cafone che era un suo classico. Appena mi colpì con la spalla, entrando in casa mia con fare di sfida da cazzone, sentii subito lo stimolo ti picchiarlo: non di tirargli una di quelle "amorevoli sculacciatine sul popò che lo aiutano a capire che sta sbagliando", no no, un ceffone di rovescio mano sulle gengive!

Avevo perso il mio ruolo da mentore, o padre, insomma quelle puttanate lì, e non ero intenzionato a farmi prendere per il culo da loro due! Appena furono nel mio salotto infatti non tardai ad incazzarmi:<< chi cazzo vi ha dato il permesso di entrare? Eh?>> volevo dirgli altro, ma Lawrence con fare un pò freddo e lagnoso mi rispose:<< Sirio ce ne sono successe anche troppo in questi 5 mesi, non ti ci mettere anche tu! Ne abbiamo già parlato, non vogliamo che tu ci faccia da mentore, quindi tieniti per te queste sgridate del cazzo.....>>
Ok, ora sto seriamente sull'orlo di incazzarmi per davvero e rispedirli a Roma con due calci in culo!

<<ma come ti permetti? Cioè tu entri in casa mia come se fosse tua, per di più dopo quello che mi avete detto? Non mi volevate vedere mai più??? Non sono stata la peggiore cosa che vi sia mai successa? Ma connettete il cervello quando parlate voi due?>> domandai, alzando la voce. 10 minuti fa mi ero così rotto di essere preso per il culo dalla vita che stavo cercando di ammazzarmi, non mi faccio di certo prendere per il culo DA TE bimbo di merda!
Vidi entrambi i ragazzi spaventarsi leggermente davanti a questa mia "nuova" faccia, forse gli stava entrando nel cervellino che la festa era finita?
Marcus prese subito la sua classica posizione di difesa, aggredendomi:<< ma che problemi hai eh??? Prima eri tutto carino e coccoloso, e adesso fai pure lo stronzo? Abbiamo fatto bene ad andarc....AHIA!>> urlò.

La mia poca pazienza e stabilità non lo lasciarono finire, infatti lo acchiappai per il collo, a mano aperta sulla gola, senza pensare nè riflettere, e lo attaccai alla parete. Non me ne fregava un cazzo se lo stavo abusando o traumatizzando, non mi importava più di lui, nè di loro: uscendo dalla mia vita si erano portati dietro l'ultimo mio pezzo di cuore che sapeva come si amasse!
<< vai avanti....continua ad insultarmi....il Sirio carino e coccoloso è andato in ferie Marcus, l'ho licenziato! Ora c'è quel bel Sirio che voi avete solo visto quella volta al bar, quando ho rischiato di mandare in ospedale quel ragazzo che vi aveva insultati...adesso, o iniziamo a moderare i toni, o tu sei il prossimo, perchè stai giocando con il fuoco, chiaro?>> dissi con voce falsamente dolce.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now