.Capitolo 26.

403 39 17
                                    

<<IO NON HO FATTO NIENTE! DEVI CREDERMI!!!>> Supplicai Agnese, con le lacrime agli occhi.

2 settimane...2 settimane orribili, erano passate! 2 settimane che mi avevano davvero fatto riconsiderare la scelta di essere tornato al lavoro e di non essere rimasto in macchina quella dannata mattina!!!
I nuovi professori, sotto l'ala protettiva del preside, avevamo iniziato a fare piazza pulita della mia reputazione e rapporti sociali, soprattutto con i ragazzi....
Io non potevo dire nulla riguardo alla guerra e di quello che stava succedendo ed era realmente accaduto, difendendo la mia posizione all'epoca di soldato e ora di veterano, ma loro potevano lasciarsi scappare che potrei essere un assassino, un violento, un ex-mercenario o uno stupratore!
I pettegolezzi, le risatine, i commenti, le frecciatine.... ho dovuto iniziare a chiudere a chiave lo studio, perchè lo trovavo spesso in soqquadro, e compiti e verifiche sparivano misteriosamente dal mio armadio, e chissà come mai li ritrovavano sempre in giro i miei colleghi, dandomi dello sbadato e dell'irresponsabile.
E Agnese.... mamma.... avevo deciso di tenerla fuori da tutto questo, aveva già fatto tanto, non potevo mettermi a chiederle di proteggermi da dei pivelli che erano soli capaci di mettere in giro malelingue!
Stava avendo problemi con Elia, suo figlio più piccolo, che aveva adottato dall'ex-marito ma la quale madre biologica non sopportava Agnese ma non volevaa neanche tenere il figliolo, e da quello che avevo sentito, e pure con Ginevra che stava litigando furiosamente con il compagno, il quale non voleva rimanere nella vita della bimba. Io....io ero in eccesso insomma, non potevo mettermi in mezzo e pretendere che mi considerasse.

Ma con quella di oggi.....
<<tu non puoi andare i giro a parlare di Stupri e sesso a dei minorenni! Lo so che vuoi proteggerti da quello che dicono alle tue spalle, ma qui rischi una denuncia!>> disse Agnese preoccupata e severa.
<<Io non ho detto NULLA di tutto ciò, come te lo devo dire?!?>> urlai, a pieni polmoni. Ero disperato! Un'alunna di 3^ era andata a dire a Luciano che avevo parlato di violenza sessuale a lezione: stavamo parlando di Zeus, porca miseria! Quel Dio non si tratterrebbe neanche con il cazzo incatenato al posto di Prometeo!!!
Mi era stato chiesto, innocentemente e scerzosamente da un alunno, se tutte le donne che erano state con il "Padre di tutti gli Dei" erano felici di essere state ingravidate da una divinità, e io mi ero messo a spiegare il concetto di consenso, e come, in alcuni casi, per l'insistenza del Dio e la sua forza bruta, probabilmente molte donne non erano state consenzienti. Che dalla mancanza di consenso, nasce la violenza sessuale, ma che all'epoca non era ancora riconosciuta.

Nulla di truce , inappropriato o sbagliato, anzi, una lezione importantissima per quei ragazzi così giovani e pieni di ormoni!
Ma no.... la cocca della Bernardeschi, che probabilmente sapeva in parte la mia storia proprio dalla professoressa, era dovuta andare a fare la spia al preside, che ovviamente mi aveva redarguito davanti a tutto il corpo docenti per far vedere che era in maschio con lo sperma più resiliente e il cazzo più lungo.
Puttanate!
Agnese poi.... si erano "rimessi insieme" e dato che il mister la stava aiutando e supportando in un momento così difficile, scopandosela un giorno sì e uno no, ora lei pendeva dalle sue labbra. Luciano non si sarebbe potuto sbagliare, no? Lo stupratore, assassino, violento, suicida, malato mentale e complessato, alla fine sono io! Chi potrebbe mai credermi....

Eravamo in cucina a litigare da un'ora, lei severissima che mi rivolgeva parole taglienti, sgridandomi per la mia condotta, e io che la supplicavo di ascoltarmi, di darmi la possibilità di dimostrare la mia innocenza, che era tutto un malinteso. Non avevo fatto niente!
La guardai, implorandola con le lacrime agli occhi:<< io.... io non avrei mai fatto una cosa del genere! Devi credermi....lo sai cazzo!!! Lo sai quanto ci tengo ai ragazzi, non potrei mai mettermi in una posizione del genere...Ho portato solo una lezione importante, quella del consenso: nulla di violento, niente di sessuale! Perchè non vuoi credermi...>>
Lei sospirò, più scoglionata che altro. Da quando eravamo tornati a scuola, io mi ero incattivito, le avevo anche risposto male un paio di volte, certo, ma lei si era allontanata piano piano: l'ultimo abbraccio che ho ricevuto da lei risale a 10 giorni fa....
Sono geloso di Luciano perchè è una testa di cazzo e sta considerando più lui che me? Forse.... mi è passata per la testa l'idea che se stanno insieme, probabilmente io sono di troppo perchè mi ha "adottato" a 38 anni e fa strano, quindi mi butterebbe fuori? Certo!

<< Sirio, la Maddalena Ginetti è una brava ragazza.... io.... io non vedo perchè avrebbe dovuto mentire a Luciano!>> cercò di spiegarsi, proteggendo sempre il fidanzato.
Io feci l'errore di incazzarmi, perdendo la testa per la rabbia e la paura:<< È UNA RAGAZZA SU 17 ALUNNI CHE HA DETTO QUESTA COSA AGNESE!!! 1 CAZZO! E pure la cocca di molti prof che mi parlano dietro! Andiamo, vuoi davvero credere a una bimbetta di 15 anni!!!>> urlai, battendo il pugno sul tavolo.
Agnese indietreggiò subito, spezzandomi il cuore: aveva paura? Era tornata a temere per la sua vita? Fantastico.....
Quando la vidi così inerme davanti a me, decisi di rintracciare i miei passi, così spaventato dal perderla che avrei pure ammesso falsa testimonianza: << va bene, va bene.... magari mi sono espresso male! La prossima volta che mi domandano qualcosa di questo tipo, li mando direttamente dal preside, così glielo spiega lui e io non ci finisco in mezzo....>> dissi piano piano, arreso. Mi scappó una lacrima, che pulii velocemente.

Ero esausto, emotivamente e fisicamente esausto. Era andato tutto a puttane, ma ero stato zitto per non causare problemi, sbrigandomela da solo. Non a caso avevo ripreso le mie vecchie abitudini malsane come il fumare... Amavo Agnese così tanto, anche se non lo avrei mai ammesso, che pur di lasciarla sola con l'uomo che amava, mi ero costretto a dormire a scuola, sul divano dell'ufficio, mentendo che ero a casa con in ragazzi in una sorta di tregua, cosa che non farei neanche morto!
Stavo vedendo tutto crollare di fronte a me per colpa degli altri, e l'unica persona che mi era vicina, allontanarsi per seguire uno stronzo.
Avevo di nuovo dato tutto, prendendolo alla fine in c...

<<ascolta....>> disse Agnese di punto in bianco, mettendosi le mani tra i capelli, cose se stesse bisticciando con il figlio adolescente e indisciplinato:<< ....fammi fare un giro di chiamate e....domani parlerò con i ragazzi di quella classe, cercando di capire quanto è stato distorto il tuo discorso e quanto di quest'ultimo si è inventata la Ginetti.>> disse cauta.
Sospirai sollevato, speravo che il risolvimento di questa questione potesse far spostare a mio favore, almeno di poco, la bilancia.
Ma quello che Agnese disse dopo mi spezzò il cuore in mille frammenti:<< .... però forse è meglio se stasera dormi a casa tua... così posso invitare Luciano e parlargli di persona. La situazione è complicata, se ti vede qui penserà che sono di parte di quello che già sospetta. ..>>

Giusto.

Non stai proteggendo un innocente...no....

Mi cascò il mondo addosso, sentendo quelle parole.
Era davvero la stessa persona che aveva urlato ai medici di lasciarmi stare quando mi ero spaccato la mano?
Che aveva minacciato Louis di fargli del male se non la piantava di stuzzicare la mia mente instabile?
Che mi aveva accolto tra le sue braccia quando gli incubi di tormentavano la notte?
Non dissi niente, mi alzai e andai in camera m..... nella camera che avevo occupato stando da lei, presi le mie cose e uscii.
Non percepii neanche se lei aveva provato a dire qualcosa.

Salii in macchina, dando un ultimo sguardo verso la porta di casa: lei era lì, ferma, che mi chiedeva perdono con lo sguardo.
Sbuffai, accendendo la macchina e andando non a casa, ma verso il supermarket dell' indiano: avevo bisogno di un pò di gin da accompagnare con gli ansiolitici, perchè stanotte non penso che dormirò bene sul mio divano di pelle, nel mio studio.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora