.Capitolo 37.

301 47 16
                                    

Ero steso a letto, di pancia ovvio, con la testa piena zeppa di pensieri, così turbolenti da farmela scoppiare.
Dopo essere rientrati a casa, Agnese aveva cucinato una cena che avrebbe potuto sfamare un reggimento, poichè, mi disse mentre la stavo aiutando, sembravo deperito ed emaciato e dovevo rimettere su carne.
Inutile dirvi che un pò aveva ragione, avevo fatto la fame in quel mese di solitudine, un pò per rabbia e un pò per poca iniziativa a prepararmi qualcosa anche di crudo o da fare al micronde preso al supermercato davanti scuola, e ordinare d'asporto mi pesava troppo.

Appena mi fui nutrito, gonfio come un pallone, mi ero finalmente fatto una doccia, ammirando con i brividi i lividacci che mi aveva lasciato sulle chiappe e sulle cosce, arrossate come amarene di rosso scuro, non provando le forti emozioni che avevo pensato mi scaturisse quella visione: avevo sempre ricordato con paura e sofferenza i segni che mi erano stati lasciati sul corpo dalle innumerevoli batoste delle suore e sanzioni disciplinari dell'accademia...ma quelle.... le guardavo con una certa tenerezza mista ad orgoglio, non tanto di essere sopravvissuto (anche perchè a piangere così dopo essermi pompato come un cazzone, avevo fatto una notevole figura di merda) ma perchè... erano le sculacciate di mamma, un concetto che una parte di me ancora faceva fatica a stringere ma che l'altra aveva quasi amorevolmente accettato. Me le ero andate proprio a cercare oltre ad essermele meritate, e mi andava bene così.

Però, dopo la doccia, ero stato giustamento spedito in camera mia, in punizione, a pensare mentre aspettavo l'arrivo di Ginevra. Agnese era stata severa e irremovibile sul fatto che fossi in castigo, e lo sarei rimasto per un paio di settimane, anche se non sapevo esattamente in cosa consistesse. Non è che poteva togliermi i giocattoli o il telefono, no?
Ed eccomi qui, con il cuscino tra le mani e la testa piena di pensieri. Avevo notato che da quando mi ero preso quella valanga di schiaffi e avevo pianto l'anima, nessun pensiero negativo o depresso riusciva più ad attecchire: "sei solo un bastardo!" Sì, ma Agnese mi ha scelto, "nessuno ti vuole!!" Non è vero, lei mi vuole, e anche Gin mi ha cercato per tutto questo tempo, "finirai con il farle del male!" Penso proprio che la sua mano sia più forte e veloce della mia in quello...

Ma un pensiero più di tutti si era riacceso e vagava persistente nella mia testa: i ragazzi! Era da un pò che nel retro del mio cervello si erano rifatti vivi, ma ora........ le cose non quadravano più come prima! Era come se facendo io il figlio per la prima volta in assoluto, comportandomi a volte da cretino, e vedendo Agnese comportarsi da madre di rimando, molte cose abbiano assunto una sfumatura diversa, facendomi mettere in dubbio molti dei comportamenti che Marcus e Lawrence avevano manifestato.
Quel dilemma esistenziale venne interrotto da una vocetta che conoscevo bene:<< hey splendore, mamma mi ha detto che hai deciso di diventare un semaforo! Posso entrare o devo aspettare che dal rosso passi al verde?>> disse Ginevra sghignazzando.

<<Ha Ha Ha spiritosa....entra scema.... e non sono diventato un semaforo!?!>> mi impuntai, almeno con lei deciso di mantenere un pò di dignità.
Eccola, con un vestito verde scuro che le abbracciava il pancione, facendolo risaltare, appoggiata allo stipite della porta. Appena lo vidi, il puro entusiasmo di diventare zio tornò a farmi visita, riempiendomi il cuore.
Gin si sedette accando a me sul letto, per poi, da brava sorella, tastare con il dito con una certa forza una delle mie martoriate chiappe, facendomi sobbalzare dal dolore con tanto di "ahia!"
<<no no, altro che semaforo! Direttamente il cartello dello stop!>> disse ridacchiando.

La guardai malissimo, o meglio con l'intenzione di farlo, ma alla fine cedetti in un mezzo sorriso. Non ce la faccio a incazzarmi con lei....
<< va bene, lo ammetto. Mamma mi ha menato.... contenta? Ora lo sai...>> le risposi, mettendomi comodo per poter chiaccherare.
<<che tu lo abbia ammesso? si! Ma non è nulla di imbarazzante, qui tutti siamo stati menati da mamma, prima o poi capita, non importa l'età o il sesso, mamma MENA! Tranne......Viola? Oddio ora che ci penso lei non mi ricordo mai una volta che le abbia prese.>> si mise a ragionare Gin. Ora che ci penso, pure i ragazzi le avevano prese da Agnese....mi domando se Luciano.....
Sorrisi, mi faceva piacere che lei mi avesse iglobato nello scenario famigliare delle botte prese da mamma.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now