.Capitolo 33.

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Quei 15 minuti sembravano interminabili...
Fissavo il muro immobile, bloccato con il corpo nella memoria di quando ero un bambino in punizione, mentre la mia testa era nella confusione più totale, cercando di mettere d'accordo tutte le varie sfumature di me che si alternavano a prendere voce.
Agnese era stata furba, mi aveva messo davanti alla stessa scelta che io avevo sapientemente cercato di evitare, provando sempre in ogni modo a farla ricadere su di lei come conseguenza della mia condotta disonorevole o persino sulla sua paura nei confronti dei miei lati peggiori, forse anche a dare corda alle idee che avevo riguardo quale tipo di persona fossi!
Lei è molto più tosta e testarda di quanto immaginassi, non solo tenendomi testa con fierezza, ma mantenendosi rigida e severa davanti al mio essere un cafone.
Io ancora dovevo capire cosa avesse visto in me di tanto importante da poter essere salvato...
Ancora non riesco a credere che mi abbia sculacciato! Per davvero, sulle ginocchia coi pantaloni giù, come nei cartoni o nei film!!

<< ti sei un pò ripreso?>> mi chiese, dopo un pò. Girai leggermente la testa per guardarla di sbieco, senza muovermi dalla mia posizione penitente: era seduta sul divano, calma e composta, con le gambe spiegate su di esso, più serena di prima. Anche lei si stava riposando dalla battaglia, sembrava un drago dagli occhi bronzo, steso sulla sua rupe in attesa del prossimo cavaliere da arrostire.
Scossi la testa, consapevole che ormai mentire avrebbe peggiorato la mia situazione: io ero nelle sue mani adesso e lei poteva fare di me ciò che voleva, anche perchè sapeva che per rispetto, codice morale e onore non mi sarei azzardato a contraddirla o a non rispettare la parola data riguardo la scommessa. Forse c'era anche altro di mezzo, ma davvero non sapevo cosa fosse...proprio come un cavaliere! Ma tu guarda!!!

<< almeno ti sei schiarito le idee?>> domandò. Lì un pò mi agitai:<< ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Non è una scelta che posso fare così su due piedi!!>> le chiesi, con tondo quasi disperato.
<<non vedo dove sia il problema... è mesi che cerchi di sbarazzarti di me, pensavo di farti un favore dandoti direttamente in mano la cosa!>> sogghignò, sapendo benissimo a che gioco stesse giovando con me, tirando sapientemente i fili di quella matassa che avevo per la testa.
<<sappi che non ti darò una risposta, anche se mi prenderai a cinghiate! Anche perchè non la so....>> sbraitai agitato.

<<Tu la sai già la risposta, sei solo così cocciuto e convinto di tutto quella spazzatura che rifili nei tuoi confronti che rifiuti di accettarla.... >> mi rispese amorevolmente, cercando come sempre di aiutarmi nelle situazioni più complicate.
<< quella spazzatura è la verità! Lo dice ogni singola versione dell'uomo che sono stato!>> le urlai rimanendo con il fiatone.
Lei fece una pausa e per attimo strinsi le chiappe con il timore di riprendermi anticipatamente un'altra dose di schiaffoni.
Lei si alzò dal divano, si avvicinò a me e mi fece una domanda:<< tutti? Ma proprio tutte tutte le versioni di Sirio dicono che sei un mostro? Sei davvero così sicuro?>>
Io trattenni il respiro, irrigidendomi.
<<anche...il Sirio di Selene? O quello dei ragazzi.... potrei nominare anche un'altra persona, non lo faccio per rispetto.>> mi disse. Strinsi i pugni, con lo sguardo fisso al muro, rifiutandomi di guardarla.
<<anche.... il Sirio della 5C, della 2 A e 3A e della 4 B. Non della 3 B ma loro ti odiano perchè sono dei discoli e tu hai fatto bene a punirli e a fare il prof stronzo!>> continuò, cercando di aprire uno spiraglio nella nuvola nera che era nella mia testa.

<e.....>> sentii la sua mano sulla schiena, che mi accarezzava le spalle:<< .... sono sicuro che quel Sirio che si nascondeva nella cassapanca per scappare dalle suore non pensava di essere un mostro, anzi.... ricordati che sono una chimica! So distinguere una soluzione non pura per 0.01% ... quindi sono sicurissima quando ti dico che non sei un mostro. Certo, ci sono stati dei momenti poco onorevoli nella tua vita, come in quella di tutti.>> finì di coccolarmi per un attimo, solo per darmi uno scappellotto in testa, rumoroso ma leggero, che dava forza a quello che stava per dire:<< al posto di ascoltare tutti quei Sirio lì, prova ad ascoltare gli altri, quelli che ti ho nominato io! Soprattutto l'ultimo, magari ha qualcosa da dirti che tu ti sei sempre rifiutato di ascoltare...>> concluse, tornandosene sul divano, non prima di avermi pizzicato la chiappa sinistra, facendomi saltellare dolorante.

Tornai a pensare: e chi lo trova più il Sirio piccolo dentro la mia testa?
Sì, certo, si era fatto risentire poche ore fa, ma adesso, come al solito, ora che il Soldato aveva ripreso in parte il controllo per non farmi crollare emotivamente, non sapevo dove fosse, in quale meandro si potesse essere cacciato.
Non lo andavo a cercare spesso anche sapevo che cosa voleva... la stessa cosa che avrebbe voluto ogni singola volta che fioriva la lavanda...
Sospirai, esausto, in un vortice di emozioni sempre più forte.
Io..........

..........io sapevo dov'era quel Bambino, proprio lì, all'angolo del mio studio, che accettava passivamente quella punizione, impedendo al Soldato di mettersi in mezzo tra lui e l'opera di Agnese. Perchè lui voleva lei. Le sue parole erano state musica per le sue orecchie, quando gli aveva detto che era "mamma o niente", perchè non ci aveva pensato neanche trenta secondi all'altra possibilità: c'era un "mamma". C'era la cosa che avevamo sognato per 38 anni, anche se ce ne siamo dimenticati nel mentre.

Mi scappò una risatina quando, immerso nei miei pensieri d'infanzia, mi ritornò in mente di quanto mi arrabbiavo quando nelle storie c'era la matrigna cattiva: insomma che madre è una madre malvagia e perfida da cercare di fare del male ai suoi figli. Inutile dire che quando queste megere finivano male provavo una certa soddisfazione!
Se lei non ha paura...se veramente mi sta chiedendo di scegliere, voleva dire che lei era certa della sua posizione!
<<che hai da ridere?>> mi chiese Agnese, confusissima. Alzai le spalle:<< niente....mi è venuta in mente una cosa vecchia...>> le risposi. Vogliamo davvero perdere questa occasione? Vogliamo davvero andare avanti altri 38 anni o più senza una persona che ci copra le spalle e ci aiuti? Forse la stavo tirando proprio per le lunghe apposta per assaporare questa sensazione di essere voluto, desiderato, amato che mai nella mia vita avevo vissuto, in un capricco che ad Agnese era andato bene e aveva assecondato, fino ad oggi! Proprio come una mamma....
Ma il Soldato? Come faccio a sbarazzarmi di lui??? Non posso dimenticare quello che ho fatto, nè impedirgli di tornare...ma.... posso mettere in opera quello che ho imparato per proteggere chi mi è vicino.

Questa rivelazione mi scosse, aprendomi una nuova strada che Agnese mi stava mostrando da mesi, ma solo ora mi sentivo di poter percorrere. C'era solo un piccolissimo problema:<< e se cambi idea?>> le domandai inquisitorio. <<cioè?>> chiese lei, che aveva cambiato tono di voce, forse perchè aveva capito che stavo valutando la cosa...
<<cioè: che succede se tu cambi idea? Se ti "stufi di me" o decidi che non vuoi più starmi dietro?>> le chiedi un pò arrogante.
<<ma secondo te io sto tirando giù tutto sto casino solo per gioco e magari buttarti via appena mi stufo?>> mi chiese, con un  "mi prendi per il culo" tra le righe.
<< e che ne so!! Non è che abbia avuto tutta 'sta stabilità nella vita prima di oggi!>> le sbottai contro.
<<come se io ti abbia mai dato modo di dubitare della mia parola! Mi sembra di avela sempre rispettata, nel bene e nel male!!!!>> disse, con quel tono che lasciava intendere che per me non era ancora finita.

Sbuffai, non potevo di certo darle torto!
Raggruppai le idee, abbastanza sicuro di quello che stavo per fare. Avevo deciso...
Mi girai verso Agnese, se si tirò su di scatto da divano, nascondendo abbastanza bene la trepidazione per la mia risposta.
Potevo sentire il me stesso bambino dire finalmente: "vuole te! Ha scelto te! Vedi!!" Dopo anni e anni che aspettava di farlo.
Andai verso di lei, circondato dalle voci delle altre versioni di me che cercavano di scoraggiarmi, di illudermi che non era vero, di convincermi che stava per andare tutto a rotoli.
<<allora? Che si fa? Vuoi che vada oppure... vuoi parlare di quello che mi hai combinato con i farmaci?>> domandò, un pò timorosa.

Respirai profondamente, cercando di liberare la mia mente.
"È quello che vogliamo? La nostra vita cambierà radicalmente se lei entra, lo sai?" Domandai a me stesso un'ultima volta.
<<.......resta........>> riuscii solo a dirle. Agnese spalancò gli occhi e mi sorrise con sguardo dolce, per poi accigliarsi un pò.
Uffa...
<<.....e ....."parliamo" di quello che ho combianto con i farmaci....>> dissi con una smorfia. Che palle.
Inaspettatamente, lei mi corse incontro, abbracciandomi forte, era felice. La strinsi subito, senza pensare e senza farmi problemi.

Da qui inizia una nuova strada...

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora