.Capitolo 11.

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Inutile dirlo, mi sto sentendo male!
Dopo cena, io e Agnese, dopo aver sistemato la cucina e lavato i piatti, dove io avevo ovviamente dato una mano, ci eravamo messi un pò sul divano a fare zapping e a parlare del niente. Ma dopo un pò, inevitabilmente, la realizzazione di dover fare non una, ma due iniezioni mi aveva preso la testa, giocando con il mio panico e trauma come se fossero una pallina.

In mio corpo aveva iniziato a fare quello che voleva: percepisco la nausea che sale dallo stomaco con cattiveria inaudita, rimanendo confinata al limite della gola, facendo l'equilibrista tra lo sbocco e i dolori di stomaco, mentre tick nervosi sono comparsi in giro per il mio corpo, dal battere il piede sul pavimento con fare nervoso a mangiarmi le pellicine delle dita, il tutto condito da un bagno di sudore. Insomma sono un disastro!
Cercare di mantenere un apparente stato di calma e compostezza con Agnese era stato davvero difficile, non volevo di certo farmi sgamare, ma più si avvicinava l'ora delle mie medicazioni, più rimpiangevo di non essere crepato in macchina quella mattina. Io odio gli aghi, ne ho la fobia, non voglio neanche vederli o mi sento male!
Un altro problema è che non posso fare niente a riguardo: se scappo, lei chiamerebbe i rinforzi e finirei in ospedale, se mi rifiuto, lei mi costringerebbe e chiamerebbe l'ospedale, se metto le mani addosso ad Agnese, cosa che non farei mai, FINISCO LO STESSO IN OSPEDALE e pure con una denuncia... insomma non solo ho una fobia che rende tutto più difficile ma sono anche con le spalle al muro.

Un ricordo lontano, per fortuna, mi aiuta a sopportare la situazione: le mie scene da fighettina erano una delle poche cose che faceva ridere Selene durante la chemio. Fingeva di essere spaventata e intimorita, lo faceva apposta, arrivando anche a supplicarmi di non lasciarla sola, giusto per obbligarmi a stare lì e guardare le mie facce inorridite e i miei cambi di colorazione mentre la bucavano, ridacchiando e divertendosi per quel poco che poteva. Sapeva che ero uno molto orgoglioso e composto, quindi vedermi così sull'orlo dello svenimento per poi passare la giornata a punzecchiarmi, era puro intrattenimento per lei!
Anche se mi dava un pò fastidio, non le avrei mai tolto il piacere di darmi noia e giocare con me, soprattutto in quella circostanza, dove sopportavo amorevolmente quella situazione che tanto mi spaventava. Solo a lei era concesso.....

Penso che Agnese avesse intuito che ero terrorizzato e in paranoia all'idea di dovermi far bucare altre due volte, ma per il momento non aveva ancora detto niente.  Anzi, aveva sapientemente evitato l'argomento per tutta la sera, sta sicuramente tramando una delle sue, ma non mi farò fregare come un bimbo di 5 anni stavolta!
<< Sirio...>> la sua voce mi fece sussultare, preso com'ero dal mio panico: ero così teso che mi sarei potuto mettere a suonare come una chitarra.
<<odio essere la guastafeste di turno, ma ti tocca... >> mi disse con un sorriso di punto in bianco, facendo fare al mio povero cuore un tondo nello stomaco. CAZZO!
Si alzò con calma, lasciandomi tutto lo spazio possibile e andando verso il frigorifero a prendere una cosa:<< ti lascio la crema anestetica ok? Mettila così non sentirai quasi niente. Vado a prendere il necessario, così ci togliamo questo dente e potrai dormire tranquillo!>> disse, cercando di parlare con serenità e pacatezza.
Mi passò la crema, che io presi con mani sudate e tremanti, sull'orlo di un attacco di nervi.

<<su, andrà tutto bene.... ti prometto che sarà una passeggiata!>> cercò di incoraggiarmi, accarezzandomi il viso. Le sorrisi facendo il sornione, ma appena lei svoltò l'angolo, mi rizzai in piedi per cercare una via di fuga, guardando in giro per la stanza con fare frenetico: e ora dove cazzo mi nascondo? Sono un omaccione di quasi 2 metri, ok sono dimagrito in questi ultimi mesi, ma non è che posso piegarmi come una sdraio e infilarmi in un armadio! E poi lei mi troverebbe sicuro....a meno che....
L'idea che mi era venuta era una puttanata epocale, ma era l'unico modo sensato che avevo per nascondermi, senza evitare una denuncia!

Appena Agnese rientrò in salotto, con in mano un sacchetto con gli strumenti di tort...emh....il materiale per le iniezioni, non apparve sorpresa al vedermi sparito come Matteotti. Sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi, e iniziò a guardarsi in giro, per cercare di capire dove fossi finito.
Finchè non alzò lo sguardo:<< ...mi spieghi come perchè sei sul frigorifero?!?>> mi domandò, più divertita che sconvolta.
Io mi ero raggomitolato su me stesso, con le ginocchia al petto, in preda alla paura più viscerale che avessi mai provato, che per la mia psiche si era tramutata in aggressività difensiva:<< io quella merda di iniezioni non me le faccio, scordatelo! Non ci penso neanche a farmi bucare, già mi volevo morto, se ora devo anche sorbirmi la puttanata del "vivere vuol dire affrontare le proprie paure e superare se stessi", la prossima volta il tubo al posto che incollato al finetrino, me lo ficco in culo!!!!>> le ringhiai dalla mia postazione vantaggiosamente sopraelevata.

<<scendi di lì, su ...>> mi disse, con estrema calma e il suo solito sorrisetto.
Feci di no con la testa, mettendomi ancora più verso la parete:<< non mi costringerai stavolta, nana infernale! Non a caso ho scelto un punto in alto, così che tu non possa raggiungermi!>> dissi con fierezza, come se il mio piano fosse il più geniale di sempre.
Agnese mi guardò con fare di sfida, e sparì dietro l'arco del salone, tornando nella zona dove ci stavano le stanze. Rimasi piuttosto confuso, ma non feci neanche in tempo a pensare a cosa stesse tramando che tornò con una scala, di quelle da imbianchino, la aprì vicino al frigo e salì al mio stesso livello.
Brutta stronza!

<<non sfidare mai una nana in casa sua! Non hai idea delle difficoltà che devo vivere ogni giorno a causa degli scaffali troppo alti...>> mi rimproverò amorevolmente, strappandomi un sorriso che nascosi infilando la testa tra le mie braccia.
<<allora....che vogliamo fare?>> mi domandò, ora che ero alle strette.
<<non lo so, vuoi un caffè?>> risposi con sarcasmo e aggressività.
Agnese ridacchiò, per poi cercare di persuadermi:<<è negoziabile la tua resa alla somministrazione delle medicine?>> mi disse, con fare amorevole.
Alzai gli occhi al cielo:<< non c'è nulla che mi interessa di quello che mi potresti offrire, sappilo!>> cercai di spegnere subito la conversazione <<e anche se acconsentissi, nessuno mi assicura che manterresti la parola!>> e questa da dove mi è uscita?

<< facciamo così....>> disse, mostrandomi il sacchetto, e accendendo un pizzico della mia curiosità. << ....se accetti di negoziare, questo lo tieni tu finchè non troviamo un accordo per farti fare queste medicazioni, così hai tu il coltello dalla parte del manico...>> mi disse persuasiva. Alzai la testa guardandola di sottecchi, << .....e me lo consegnerai dopo che avremo stipulato un patto e tu sarai pronto e a tuo agio per farle, ti sta bene?>>
Sbuffai, lasciandomi convincere:<< e va bene, dai qua!>> le strappai il sacchetto infernale dalle mani, aprendo le negoziazioni:<< allora, cosa offri?>> le domandai. << cosa ti piacerebbe?>> mi chiese di rimando lei, mandandomi in crisi. Cosa ne so io di cosa mi piacerebbe, non ero arrivato a ragionare su come vivere fino a quel punto, dovevo essere già morto secondo i miei piani.

Agnese vide il mio sconcerto, e cercò di aiutarmi:<< okay, domanda un pò grande per adesso.... emh... cosa ti piacerebbe adesso, dico proprio ora, cosa ti va?>>
La guardai un pò meno perplesso, e cercai di ragionare un secondo sul mio stato attuale, ma il mio stomaco ebbe la meglio:<< mi va ....qualcosa di dolce...oddio sarà un secolo che non mangio un dessert...>> dissi un pò sconcertato.
La donna mi sorrise, proponendomi un affare:<< e se ti preparassi un dolce? Anzi due, uno per ogni puntura.... possiamo anche tenerla come regola per questa settimana, visto che dovrei fare quella di vitamine per 7 giorni. E se ti va mi puoi anche aiutare. Ci stai?>> mi disse, cercando di tentarmi.

Ci pensai su, ma la paura che mi stava divorando lo stomaco mi impedì di dire subito di sì. Agnese vide che ero ancora molto lontano dal sentirmi a mio agio aggiunse un piccolo extra:<< e ho visto che l'idea di avere un boschetto qui dietro ti era piaciuta tanto, domani potremmo andare a fare una piccola escursione, così ti mostro i vari sentieri, il lago e dove teniamo le cose da pesca, se mai ti venisse voglia di provare!  Mi andrebbe di cucinare pesce una di queste sere...>>. Una piccola scintilla di accese dentro di me, rendendomi super voglioso di fare le cose che mi aveva proposto, ma il prezzo era davvero alto per me.

<< Sirio, lo sai vero che non lo faccio perchè sono cattiva o sadica vero? C'è di mezzo la tua salute, o non ti costringerei a questo! So che sei terrorizzato, non hai bei ricordi legati agli aghi e alla malattia e lo capisco e capisco la tua titubanza... posso solo prometterti che non solo manterrò queste promesse, ma ti staró vicino, rispetterò i tuoi tempi e ci andrò piano. Ho i miei trucchetti, come la crema, e una mano molto allenata. Insomma ti ho fatto male a togliere la prima agocannula?>> mi parlò con calma ma tanta tanta dolcezza. Alla sua domanda scossi la testa, in effetti non mi aveva fatto quasi per niente male.
<< visto? Ti devi solo fidare un pochino di me, lo faresti?>> mi domandò di nuovo.
<< tutte le belle cosine che ti ho detto per un pochino di fiducia d coraggio, ci stai?>> mi sorrise di nuovo, allungando la mano.

Sbuffai e sugellai il patto. Mi aveva fregato, come sempre!

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora