<<SIRIO! SU SVEGLIATI....>> Urlò Agnese, bussando con cattiveria alla porta del mio studio.
Che oooooodiooooo! Mi nascosi scocciato tra le coperte, nascondendomi da quella gallina spennacchiata e dal suo fare mattiniero.Era passato 1 mese e la "sorveglianza sanitaria" alla quale ero stato condannato da Louis mi stava letteralmente massacrando!
"Ancora due mesi...resisti ancora due mesi..." pensai tra me e me rigirandomi sul divano.
Era stato severissimo, patologicamente paranoico e, diciamocelo, anche un tantino stronzo per fare in modo di controllare al millimetro ogni mia mossa: bracciale GPS al polso, fatto apporta per non poter essere slacciato o sfilato, che streammava la mia location 24/7, analisi del sangue obbligatorie ogni 2 settimane, drug test delle urine ogni 3 giorni, niente alcol neanche per sbaglio e i miei farmaci erano nella mani di Agnese che me li dava ogni mattina e ogni sera, controllando che li prendessi.
Insomma un incubo, come se mi avessero internato!Mi tirai su a fatica, ringhiando, andandole ad aprire la porta, chiusa a chiave. Mi ero nascosto nel mio ufficio nelle ultime settimane, come un eremita, poichè era l'unico luogo in cui potessi conservare un minimo di privacy e dignità, anche perchè da lei non ci volevo dormire più.
Avevo preso la severa decisione di allontanarmi da Agnese definitivamente, stavolta sul serio: da quando avevo realizzato quanto fosse stata male per colpa mia, mi fu chiaro di come la mia presenza fosse per lei deleterea e dannosa. Infatti non mi trattenevo a trattarla di merda e nei peggio modi possibili, vomitandole addosso il mio brutto umore ogni giorno per 12h:<< dammi i farmaci e sparisci!>> le dissi, aprendo la porta......non ho mai detto che lei stesse rendendo la cosa facile....
<<suuu, non fare il burbero! Ti ho portato la colazione, carcerato!>> mi disse sorridendo, entrando senza farsi troppi problemi nel casino e poggiando un caffè e un sacchetto di carta della pasticceria sul tavolino, iniziando a rassettarmi il divano:<< lo sai che questo è un divano letto e potresti....>> mi suggerì dolcemente, ma le risposi di merda, andando a lavarmi:<< non mi interessa! E se avvesse le ruote sarebbe una cariola, a me torna bene così!!>> dissi, ficcando la testa sotto il getto d'acqua pur di non ascoltarla.
Tutta la faccenda con la scuola, l'accanimento di Luciano nei miei confronti e la mia perdita di popolarità con alunni e colleghi aveva davvero peggiorato il mio umore, facendomi diventare ancora più stronzo e scorbutico del solito, oltre che a convincemi senza ombra di dubbio di essere un buono a nulla, malato mentale e sociopatico!
Agnese non si meritava quello che le stavo facendo, di trattarla male e a pesci in faccia, ma ancora di meno di meriterebbe quello che le potrei fare... ora era la mia peggior nemica e dovevo allontanarla a ogni costo, prima che la peggiore parte di me la levasse di mezzo!<<ma io ancora mi domando perchè non puoi dormire nel TUO letto a CASA TUA?!?>> Mi chiese esasperata. E non stava parlando della casa dove stanno i ragazzi.... Oh qui mi faccio partire lo scazzo:<< perchè è CASA TUA, nel TUO LETTO!!! Di mio non c'è proprio un bel niente!>> le sbottai contro, lanciandole addosso l'asciugamano bagnato con il quale mi ero asciugato, uscendo dal bagno:<< il divano è MIO perchè l'ho pagato io!>> dissi fiero, iniziando a vestirmi.
Lei sospirò, alzando gli occhi al cielo:<< Sirio.....capisco che questa situazione della "sorveglianza sanitaria" ti sta stressando, ma bada bene a dove metti i piedi e come muovi la lingua, ci sono dei limiti che non vuoi superare, credimi!>> disse severa, piegando nel mentre l'asciugamano e mettendolo sul bracciolo del divano.Sbuffai scazzato, iniziando a mettermi le scarpe, senza dire però nulla.
<<va bene..... allora ti aspetto in sala insegnanti...>> disse Agnese, cercando di rispettare i miei spazi. <<ma prima....>> andò a frugare nella borsa, per poi avvicinarsi, porgendomi una manciata di pillole colorate con una bottiglietta d'acqua.
<<mettile lì e dopo le prendo...>> le risposi senza prestare attenzione.
<<allora? Ti levi?>> le sbottai quando lei non si mosse di un millimetro.
Mi sorrise timidamente e con affetto:<< sai le regole, devo controllare che tu le prenda o...>>
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Redamancy: "L'Amore che ritorna"
Teen Fiction"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento.... .......non ho più niente che mi tenga ancorato qui, su questa Terra...... .......non ho più niente per la quale valga la pena lottare...