.Capitolo 30.

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Eravamo entrati nel mio studio, non prima che Agnese mi avesse fatto andare avanti, tenendomi la porta, come per farmi una cortesia, solo per tirarmi uno sculaccione appena le ero passato accanto, facendomi sobbalzare e scattare dentro, con le mani sulle chiappe in difesa di esse! << su, non ti lamentare.... è solo il primo di tanti!>> disse, quasi contenta.
Mi si erano rizzati i peli del collo da quel momento: lei non stava giocando, non era tutta una farsa, emanava, dietro quel viso tranquillo e quel sorriso pacato, un aura così forte da mettermi con le spalle al muro.
Lei aveva un piano malefico e io ero il suo burattino!

<<se tu pensi di potermi spaventare io....>> cercai di darmi tono, ma lei tagliò corto:<< io non ti voglio spaventare! Voglio farti capire la gravità delle cose che hai detto e fatto, che tu sia spaventato dalle CONSEGUENZE di queste ultime, non è problema mio.... io sono solo un umile esecutore, hai fatto tutto da solo...>> mi rispose, sempre con la solita calma, appoggiando il borsone per terra e mettendosi sul divano, invitandomi a sedermi davanti a lei, sul tavolinetto da caffè.
Tutto il mio corpo, i miei muscoli e il mio istinto primordiale, quello da bambino, non da soldato, che prima era tanto spavaldo e ora sulla difensiva, mi impedirono di muovermi, e dovetti ancora ricordarmi che Agnese non mi avrebbe ammazzato o abusato e di restare calmo. Riuscii ad obbedire e mettermi davanti a lei, senza però un pò di fatica.

Lei cercò di allungare la mano per accarezzarmi il braccio, come faceva sempre, forse per confortarmi, vedendomi non proprio rilassato, ma io mi ritrassi, pensando fosse un modo per farmi abbassare la guardia.
<<va bene....>> disse, come se non fosse successo nulla:<< .... io non ti voglio costringere a fare qualcosa che tu non vuoi fare, ma allo stesso tempo non posso neanche far passare sotto il radar il tuo scatto di rabbia di ieri.... per il tuo bene...>> le ultime parole uscirono dalla sua bocca con una dolcezza velata che quasi mi ferì.
<<...per questo, rinnovo un'ultima volta la possibilità di chimare Louis, notificarlo dell'accaduto e quello che sarà è di sua pertinenza come medico. La scelta è tua.>> concluse, appoggiando la schiena.

Mi sorprese che lei mi avesse lasciato tale libertà, certo entrambe le opzioni che avevo facevano schifo, ma apprezzavo la sua gentilezza e disponibilità a riguardo. La sua punizione non era una vendetta o un tornaconto, era per il mio bene....più o meno...
Ma mi faceva molta più paura rischiare di finire in un istituto psichiatrico e non uscire mai più piuttosto che non sedermi per un paio di giorni!
<< mi va bene la tua....>> dovetti deglutire per finire la frase, preso dallo sconforto, cosa che la fece sogghignare:<< ...la tua punizione....e...>> mi feci serio, incrociando le braccia al petto:<< ...la nostra scommessa!>> le dissi, alzando il mento e guardandola con superiorità, cercando di impormi.

Agnese non si scompose, socchiudendo gli occhi:<< certo! Non me ne ero dimenticata... vuoi a tutti i costi dimostrarmi di essere forte, confondendo la tua durezza di corpo con la stabilità emotiva, fai pure! Io ho fatto in modo che ogni singolo colpo che sarò costretta a darti sia giustificato, così vedrai che non ho abusato del mio potere, ti permetto anche di contestare se qualcosa ti sembra ingiusto: sopravvivi indenne, potrai fare di me e del nostro rapporto quello che vuoi!>> disse, facendomi ridacchiare alla facile vittoria che avevo tra le mani.
<<MA...>> Il suo cambio di tono di fece soffalzare, togliendomi immediatamente il ghigno dal volto:<< ...se ti scappa da piangere o sei costretto a sospendere perchè è troppo oppure cerchi di coprirti con le mani o spostarti, insomma non riesci a reggere il peso delle conseguenze delle tue azioni e la mia "punizioncina da mamma" come l'hai chiamata tu ieri, vinco io e da quel punto in poi farai TUTTO quello che ti dico, senza se e senza ma....patto??>> disse, tendendomi la mano.

La guardai, i suoi occhi solitamente marroni color cioccolato, erano neri. Quella donna non me la raccontava giusta!
Presi tutto il coraggio che avevo e le strinsi la mano, senza sapere di stare firmando un patto con il Diavolo.
Lei sorrise, continuando come fosse nulla:<< allora.... ora non si torna indietro! Questa punizione coprirà ieri, queste ultime settimane e il tuo fantastico comportamento a riguardo, infine voglio discutere con te dell'evento dell'alcol e ansiolitici che per poco non ti mandano al Creatore. Capito?>> lei mi disse con un tono quasi neutro, manco stesse elencando la lista della spesa, che però non rese più semplice sentire quelle cose. Era come se, nonostante la mia testa volesse resistere e mantenere la mia autorità e dignità da uomo, il mio corpo si piegasse alla sua volontà e alle sue parole, mettendomi addosso imbarazzo e sconforto. Fui costretto ad allontanare lo sguardo per quanta pressione mi sentivo addosso!

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now