.Capitolo 6.

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[[Raga, vi chiedo scusa! Ieri mentre scrivevo questo capitolo, che ho riscritto 40 volte perchè non mi piaceva, l'ho pubblicato ed eliminato! Grazie lo stesso per avermi fatto presente che c'era stato un problema, anche se era colpa mia! Buona lettura]]

Quando finii di raccontare, quasi due ore dopo, di tutti gli abusi, violenze e sofferenze che la mia infanzia racchiudeva, mi lasciai andare sulla sedia con un sospiro. Louis mi stava regalando una faccia traumatizzata e sconvolta, mentre Agnese mi sorrise di supporto, lasciandomi i miei spazi per rilassarmi e tornare in uno stato di tranquillità, ma solo dopo aver tirato un'occhiata fiera al mio amico medico, che sapeva di: "visto, io te l'avevo detto!", che mi fece rasserenare.

Ero rimasto teso e in allerta per tutto il tempo della discussione, non solo stavo davvero recitando la mia apologia per cercare di salvarmi da un TSO, ma temevo davvero che Louis non mi avrebbe creduto o peggio stuzzicato con altre frasine carine, portandomi alla furia; sinceramente non ero preoccupato di potergli tirare un pugno o fracassare 2 ossicine, anzi a Louis avrebbe fatto bene, ero più spaventato dal fatto che Agnese non si sarebbe fatta problemi a denudarmi il culo e sculacciarmi sul lettino lì accanto per rimettermi in riga se avessi perso il controllo!

Avendo tenuto la mascella serrata, i pugni chiusi, respirando come un bufalo, appena mi appoggiai allo schienale rilassai finalmente il corpo: ora si che ero a pezzi!!!
Sentivo sotto le ascelle e sulla schiena il sudore impregnato sui vestiti per lo stress, che mi faceva rabbrividire ora che mi stavo calmando e raffreddando, mi faceva malissimo la testa e lo stomaco, capito che il mio corpo sarebbe dovuto vivere ancora per un pò, iniziò a farmi notare che non mangiavo da giorni, facendo rumori molesti.
A quei rantolii e gorgogli nessuno sembrò farci caso, per questo me ne rimasi zitto, tanto Louis tolse tutti d'impiccio e parlò:<< allora.... aveva ragione Agnese, lo ammetto. Io conosco Sirio da poco prima che iniziasse la guerra, questa parte della sua storia me la sono proprio persa, anche perchè il mio lavoro nell'immediato fu, al tempo, quello di aiutarlo con i traumi del campo di battaglia, quindi non ho mai avuto occasione di scavare più in profondità nel suo passato e nella sua psiche...>> disse, difendendosi un attimo dalle occhiatacce taglienti di mia madre, che lo stava per seppellire vivo.

<<... per questo io... sono andato dritto all'unica conclusione che potesse essere plausibile in relazione alla mia conoscenza di Sirio e di quale problema potesse essere alla radice. Percui.....>> Louis prese un respiro profondo, prima di parlare, rivolgendosi ad Agnese:<< ....la ringrazio di avermi aiutato a venire a conoscenza di dettagli così importanti. Se non ci fosse stata lei non oso immaginare l'esito..... e le do anche ragione su quello che aveva proposto, è l'unica soluzione che possa darci flessibilità, controllo e sicurezza sullo sviluppo del recupero di Sirio!>>
Mentre Agnese si godette le scuse del mio amico, io intervenni:<< e quale sarebbe questa soluzione?>> domandai con un filo di voce. C'ero anche io lì, oh!!!

I due si guardarono con quello sguardo d'intesa, Louis si alzò:<< io vado a prendere le tue analisi giù al laboratorio, credo che più che con me tu debba parlarne con lei di questi dettagli. A dopo!>> fece per uscire dallo studio, ma io dissi con sarcasmo, indicando Agnese:<< e la lasci qui tutta sola? Non temi che io le possa fare del male?>> lo presi per il culo, ma ottenni solo una risata e un:<< ho il sospetto che lei è più pericolosa di quello che sembra!!!>> disse il mio amico, facendoci ridacchiare. Sentimmo sbattere la porta d'ingresso, ora eravamo solo noi due: io e Agnese.
<<bene!>> disse lei, prima di mettere in mezzo il discorso:<< come hai potuto sentire prima, la mia idea è: tu vieni a stare da me fino a quando non sei tornato in forma, poi si vedrà....>> mi accennò.

Deglutii a fatica, in un turbinio di emozioni contrastanti: da una parte io avrei voluto affidarmi a loro, soprattutto a lei, e sistemare questo animo primo di crepe e di buchi che mi portavo appresso, ma dall'altra, non mi fidavo. Il demone della depressione mi sussurrava all'orecchio che era tutto un complotto per rinchiudermi davvero da qualche parte o peggio, mi sarei accoccolato nella bambagia per poi venir buttato fuori nel momento peggiore! Insomma, stava tirando fuori quelle sensazioni di abbandono e solitudine della mia infanzia, solo per farmi stare lontano da lei.
<<perchè?>> chiedi solo. Non avevo davvero altro da chiederle.
<<perchè.....secondo me potrebbe essere una buona soluzione. Tu a casa tua con quei due tra le palle, non ci puoi tornare! Ti stresseresti oltremodo e non va bene.... ma.... a casa mia avresti un tuo spazio privato, camera con bagno, un bel giardino, è anche in un quartiere tranquillo, puoi andare a camminare e passeggiare tutte le volte che vuoi. Tanto i miei figli sono tutti via, tra lavoro e università, casa mia è deserta in questo periodo. Poi avresti tutto quello che vuoi da mangiare, io cucino per 10 e di solito distribuisco tapperware in giro per il vicinato per giorni, non moriresti certo di fame. Poi libri, la tv.... insomma è un posto tranquillo..... un posto ideale per rimetterti in forze, trovare un equilibrio e poi tornare a vivere piano piano, tornare alla normalità!>> mi disse con dolcezza, cercando di farmi capire il suo punto di vista.

<< ma soprattutto, non saresti solo...>> continuò, stringendomi la mano:<< Ci saranno le giornate di depressione nera, nelle quali non vorrai uscire dalla camera, le ricadute e le crisi... capitano! Ma è molto meglio che tu abbia questo nano...>>disse, indicandosi e facendomi ridere:<< ...intorno a te! Non starò lì a fare il pagliaccio per farti stare meglio, conosco la depressione, ma di certo un pò di sileziosa compagnia non ti farebbe male! Anche solo per essere ricordati di tanto in tanto che qualcuno ci tiene e ti vuole bene, no?>> mi accarezzò il viso, facendomi sospirare.
<<io intendevo perchè lo fai.....>> la corressi, strozzato dalle spire nere dei miei demoni, che non facevano altro che ripetermi che non me lo meritavo...
<<perchè sei la mia stellina...>> mi sussurrò.

Mi sentii strozzare, ma stavolta da un nodo alla gola, mentre la vista mi si offuscava a causa delle lacrime. Avevo capito bene?
<< .... e perchè conoscendoti ho scoperto che sei una bravissima persona, che sa dare davvero tanto a chi ama. L'ho visto al lavoro, con i tuoi allievi, e con quei due ragazzi che, non è stata colpa tua se se ne sono andati via, gli hai davvero dato il mondo Sirio, avranno fatto una cazzata e vedi che se ne pentiranno presto! Io poi ti avevo avvisato! Mi hai chiamato "mamma", hai fatto breccia nel cuore della donna sbagliata, non ti libererai di me facilmente!!! Tu ti meriti una seconda occasione di essere finalmente felice, e io voglio essere lì a prenderti per mano all'inizio di questo percorso, e voglio essere io a lasciarti andare, sapendoti al sicuro....>>

Le sue parole erano allo stesso tempo quello che volevo sentire da anni, e quello che avrei preferito non ascoltare! Appoggiai la fronte alla sua spalla, silenziose lacrime mi rigavano le guance, mentre emozioni che non penso io abbia mai provato facevano brezza da quel guscio duro che mi ero messo addosso.
Agnese non se lo fece ripetere, stringendomi a sè senza aggiungere altro, mostrandomi come una presenza seppur silenziosa, potesse essermi di fondamentale aiuto!
Sentii la sua mano tra i capelli mentre l'altra mi accarezzava la schiena, dandomi una sensazione di sicurezza.

Vidi con la coda dell'occhio Louis rientrare, ma un ringhio di Agnese lo fecero uscire dalla stanza di corsa, per proteggermi in quello stato d'animo così incasinato. Sollevai il viso, tra moccio e lacrime, incrociando il suo sguardo di lei: la sua risposta? Un bacione sulla fronte, contornato da tante carezze per rassicurarmi che era tutto ok.
<< comuque......

......devi mangiare, sento il tuo stomaco che borbotta da 40 minuti!>> mi rimproverò dolcemente Agnese.

Come aveva fatto a sentirlo?

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora