.Capitolo 10.

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L'acqua gelida mi batteva sulla schiena, penetrandomi piano piano con il suo freddo nelle ossa, zittendo per un secondo quel turbine di pensieri che neanche io sapevo dove mi avrebbe portato. Stavo inutilmente cercando di spegnere quella infestante fiamma di calore che Agnese aveva riacceso, non potevo permettermi di stare di nuovo male per colpa di qualcuno, dovevo iniziare a capire che io sono debole, quello che mi ha lasciato il mio passato non mi aveva reso più forte, ma più vulnerabile a cose come quella.... anche se non sapevo che nome dargli. Cosa mi stava dando di così diverso dagli altri quella donna per scatenare una tale reazione nel mio animo? Mi ero persino lasciato tagliare i capelli e la barba da lei, non solo ne sono molto geloso dopo anni di tagli fatti con la ciotola dalle suore e poi corti corti da militare, ma persino con un rasoio di quelli classici! E non mi ha triggerato un attacco di panico per avere una lama alla gola come altre volte dal barbiere!!!
Preferii non indagare oltre, e forzare me stesso, come un tempo in guerra, a tornare nei ranghi e allontanarmi emotivamente da lei prima che fosse troppo tardi. Non volevo soffrire di nuovo e nel caso....non volevo che nessuno mi tenesse ancorato qui se avessi voluto riprovare a togliermi la vita!
Pensavate davvero che magicamente quei pensieri se ne fossero andati via? Non sarà Agnese o Louis e neppure i ragazzi a tenermi qui! Devo solo trovare il momento giusto per....

Toc toc toc...
<<Sirio, non voglio sembrare un impicciona e capisco che è stata una giornataccia, ma sei lì dentro da 45 minuti. Stai bene?>> sentii al di là della porta del bagno la voce di Agnese preoccupata, che mi risvegliò dalla mia trance. Non le risposi...
Infatti dopo essermi lavato, mi ero seduto nella doccia, con l'acqua aperta, per dare tregua a me stesso, e avere un momento per riflettere.
A pensarci, a quest'ora potevo essere morto, potevo essere ancora seduto nella mia macchina, senza più un filo di vita dentro di me e magari mi avrebbero trovato proprio quei due deficienti di ragazzi, lì, pallido e stecchito. Non sto dicendo che sarebbe stata una bella punizione per quello che mi hanno fatto (invece si ma non lo diciamo in giro), ma sicuramente oggi la sorte ha deciso, contro il mio desiderio, di darmi un calcio nel sedere e un'altra possibilità.

<<stellina, se non mi rispondi sono costretta ad entrare per la tua sicurezza!>> annunciò Agnese, aprendo leggermente la porta. All'improvviso mi rianimai, e saltai fuori dalla doccia nudo come un verme, coprendomi velocemente con l'asciugamano:<< Sto bene sto bene! Non serve che entri!!!>> le ringhiai contro, cercando di darmi un contegno. Lei sbirciò dalla porta socchiusa, che per rispetto non aveva aperto completamente, per poi farmi vedere cosa aveva in mano:<< tranquillo, mi ero solo un pò preoccupata.... la prossima volta basta che mi rispondi e ti lascio stare, l'importante è che tu stia bene. Comunque, ti ho portato i vestiti, posso lasciarteli sul termosifone?>> di domandò dolce.

Sbuffai e le dissi di sì, mentre mi sistemavo l'asciugamano in vita e davo un'asciugata per terra. La osservai con la coda dell'occhio mentre disponeva amorevolmente i vestiti al caldo sul termosifone, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Appena la mia parte tenera aprì bocca riguardo al gesto, il demone della depressione la prese a pugni nello stomaco, lasciandola stramazzata a terra: questa è una dittatura e il mio mentale lo detta quella tiranna, non ci sarà più spazio per nessuno!!!
Mentre mi sistemavo, facendo finta di non vederla, la sentii emettere un suono di sorpresa misto a disgusto....

CAZZO! Mi sono dimenticato delle cicatrici che ho sulla schiena... inutile che vi spieghi da dove derivano, tante tante frustate dalle suore, che non si limitavano al culetto, e crescendo erano passate anche alla schiena e alle spalle e anche qualche episodio di inubordinazione da militare che aveva costretto Tito a punirmi, anche se lui odiava farlo e per farsi un pò perdonare, mi lasciava dormire con lui nella sua branda.
Mi girai, scoglionato a morte, pronto a spiegarle la mia "povera e misera storia da orfano picchiato", e prontissssssssimo a ricevere una di quelle lagnose commiserazioni da "poverino, povera creatura" e bla bla bla....
<<TI SEI LAVATO CON L'ACQUA FREDDA?!?>> mi sgridò Agnese a gran tono. Come cazzo ha fatto?? Le regalai uno sguardo confuso, mentre lei prese di corsa un asciugamano dal termosifone, marciando verso di me:<< hai le labbra blu! Senti qui...>> dopo avermi raggiunto, mi aveva appoggiato una sul braccio, sentendolo gelido:<< ma sei impazzito?!? Vuoi farti venire una bronchite?? Se vuoi provare a farti secco con una malattia, ti riempio di punture! Ora tu vieni qui, e guai se fai storie!!>> non feci in tempo a dire nulla, e neanche a contestualizzare l'intera situazione, che Agnese mi prese con decisione per l'orecchio e mi fece sedere a forza sul water chiuso, per poi avvolgermi nell'asciugamano caldo come una mummia.
AHIO! Ma ha una pinza al posto delle dita quella donna??

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now