.Capitolo 12.

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<<ti rendi conto che non ti ho neanche toccato? Ci vuoi stare fermo? Tanto ce l'hai tu il sacchetto con le medicazioni, finchè non me lo dai, non ti posso fare nulla!>> mi rimproverò dolcemente Agnese, mentre io ero aggrappato al divano con le unghie come un gatto bagnato, stringendo a me quel sacchetto come se ci fosse dentro il Sacro Graal, la Sindone e la pietra Filosofale tutte assieme!
<<calmati Sirio...te l'ho già detto, non ti tocco finchè quando ti senti pronto, si va avanti con i tuoi tempi>> mi sorrise amorevolmente, accarezzandomi il braccio, come faceva sempre, aiutandomi a rilassarmi un pò.

Io non riuscivo ad uscire da quello stato emotivo infernale di paura e panico, non mi era mai successo di stare così. Era come se il mio corpo lo facesse apposta, nonostante la mia testa lo stesse supplicando di farla finita con 'ste scene da bambino di 5 anni!!! È una puntura Zeus cane, le hai già fatte, perchè oggi sei così!!!!
Mi sorprese l'immensa pazienza e calma che stava dimostrando Agnese, le mie reazioni erano irrazionali, ma lei non si scomponeva e insisteva a rassicurarmi e a coccolarmi.
<<se aspettiamo i miei tempi, non lo farò mai, lo sai?>> le dissi, con rabbia e rassegnazione nella voce. Non puoi controllare questo disastro donna!
<< piano piano.... io non sto aspettando i tuoi tempi riguardo il lasciarti medicare, ma aspetto che tu ti fidi abbastanza di me da farmi avvicinare.... insomma come hai fatto prima!>> mi rispose, lasciandomi interdetto.

<<come cazzo fa a non darti fastidio?>> le ringhiai. Lei mi guardò perplessa:<< cosa dovrebbe darmi fastidio?>> mi chiese, con nella punta nella voce di un non so che di rimprovero. <<questo!>> indicai tutto me stesso, fradicio di sudore, con il cuore a mille e sull'orlo di un attacco di panico.
Lei sbuffò, dandomi una patacca sulla coscia, che neanche per sbaglio mi aveva fatto male, ma era palesemente uno schiaffo correttivo:<< la pianti di darti addosso così? Non mi da fastidio che stai male, o che ti stai comportando in questo modo.... sei stato traumatizzato da piccolo, hai l'immagine di Selene stare male impressa a fuoco nella tua testa, sarebbe sciocco da parte mia pretendere che tu stia calmo e fermo in una situazione simile. Lo capisco, e infatti aspetto con pazienza che tu ti sia calmato abbastanza per provare a farti medicare...poi io ho la mano ferma e veloce, ci penso io a fare presto!>>

Non feci in tempo a dire nulla che lei mi precedette:<< quello che mi da fastidio è che tu insisti nel insultarti, quando i tuoi comportamenti sono normalissimi in relazione a quello che hai passato. Datti tregua stellina.... su... >> e anche qui, prima che potessi fare qualcosa mi ritrovai tra le sue braccia. Rimasi un attimo interdetto, non aspettandomi un abbraccio così, a caso, ma presto la necessità di sentire qualcosa di diverso dal freddo, da dolore e dalla solitudine, mi costrinse a ricambiare, nascondendomi, senza volerlo, con il viso nell'incavo del suo collo. Cercai di impormi un pò di serietà, ma quando mi toccava lei, si svegliava una parte di me ignota, una zona del mio cervello molto viscerale che non si era mai svegliata prima di Agnese e dei suoi "agguati emotivi".

Con un sospirone, le passai il sacchetto:<< cerca di fare alla svelta, prima che cambi idea....>> le dissi, controvoglia. Il muso mi passò alla svelta quando lei, dopo aver preso il sacchetto, mi diede un bacione sulla guancia, facendomi sciogliere (ma che è 'sta donna, un microonde?!?).
Lei poggiò il sacchetto sul tavolino, per poi fermarsi un secondo pensierosa. Si alzò di scatto, andando verso le camere.
<<Che vai a fare? Cambiato idea? Chiami il pronto soccorso?>> le domandai, stupito.
<<Ma no scemotto, che discorsi che fai! Non ti libererai così facilmente di me, e poi mi è venuta un'idea....>> mi rispose tutta indaffarata a cercare una cosa in uno degli armadi.
<<Hai delle manette avanzate da uno dei tuoi amanti?>> dissi senza pensare, giusto per darle noia.

<<SIRIO!>> mi sgridò senza dire altro, con un urlo secco e moderato, che non aveva bisogno di spiegazioni, nonostante il suo sguardo promettesse sculacciate 
<<VA BENE, scherzavo....>> sbuffai, incrociando le braccia e sotterrandomi nel divano, scoglionato come non mai.
Agnese riprese a parlarmi, come se fosse niente:<< forse mi è venuta un'idea per tenerti tranquillo mentre ti medico.... c'è un profumo che potrebbe aiutarti? Ho degli oli essenziali da parte...>> mi disse, portandomi una scatola.
<<e questi dove dovrei metterli?>> le risposi scontroso come sempre.
Lei non si scompose:<< pensavo di metterti un asciugamano sugli occhi, se non vedi quello che ti sto facendo forse riesci a stare più tranquillo.... infatti pensavo di metterci qualcosa, un paio di gocce di olio, così ti concentri su quello...>> mi spiegò.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now