14. Sulla via di casa

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Allison lo raggiunse nella cabina.

«Sei stato in gamba!» Concesse, dandogli un pugnetto sul braccio.

L'autista si limitò ad annuire, preoccupato di rovinare ancora una volta quel momento con parole sbagliate.

Fu di nuovo lei a interrompere il silenzio: «Come facevi a sapere che avrebbe funzionato? Ti prego, non dirmi che hai puntato tutto sulla fortuna!»
Lui glielo spiegò ma, alla fine, per non rischiare di sembrare arrogante, soggiunse: «Comunque, ho fatto affidamento anche sulla buona sorte. Non c'era modo di essere certi che funzionasse.»
La donna annuì con aria compiaciuta. «Ovvio. Ma stai comunque andando alla grande: pur avendo scoperto soltanto da poco di avere un cervello, grazie a me stai imparando in fretta ad usarlo.»

Nathan scoppiò a ridere di gusto. Tra sé e sé rifletté su come, soltanto poche settimane prima, la stessa frase avrebbe prodotto come effetto, in lui, musi lunghi e smorfie offese.

Tutto sommato, non aveva tutti i torti.

«Mi ha stupito imbattermi in un veicolo così ben conservato.» Considerò. «Stando a quel che mi hai raccontato finora, mi sarei aspettato che venisse smembrato e rivenduto nel giro di una giornata!»
«Stavo pensando la stessa cosa.» ammise la ragazza. «Il proprietario deve essere qualcuno di molto rispettato, o molto temuto... Oppure, è protetto da qualcuno di rispettato o temuto.»
«Uno da cui tenersi alla larga, insomma.»
«Esatto.»
«Forse, il furto di questo mezzo non è stata una grande idea.»
«Al contrario, è stata un'idea grandiosa!» si complimentò la sua compagna di viaggio. «L'importante è fargli capire che l'abbiamo solo preso in prestito, non rubato. Dobbiamo evitare che ci cerchino per vendicarsi.»

«Potremmo lasciare un bigliettino di scuse sul sedile.»

«Sei serio?»
«Volevo fare una battuta come le tue. Ha funzionato?»
La donna esitò un istante, prima di rispondere. «Per niente. Le mie sono molto meglio.»
«Quindi, tu hai un'idea migliore?»
«Questo coso lascia delle tracce che perfino un cieco potrebbe seguire. Ecco perché stiamo andando dalla parte opposta rispetto a casa nostra.»

Il giovane ebbe un brivido.

Casa nostra.

Di certo, lei non dava la sua stessa importanza a quelle due semplici parole, ma era comunque piacevole ascoltarla mentre si riferiva alla loro convivenza come qualcosa di assodato.

«Ah! E io che pensavo ci fossimo persi!» Esclamò, per accertarsi che i suoi sentimenti fossero adeguatamente mascherati.
«Immagino!» ridacchiò l'altra. «Hai una tale dimestichezza con questi luoghi, che ti sarai accorto subito che questa non è la via del ritorno!»

Nathan si stupì che tra loro ci fosse un clima così disteso, nonostante quello che era appena successo. Decise di farglielo notare. Dopotutto, avevano appena visto uccidere una persona in modo orribile, e loro stessi avevano rischiato di essere arrestati.

Lei si strinse nelle spalle. «La vita continua, fintanto che respiriamo. Chi vive quaggiù, ed è costretto ad arrabattarsi ogni giorno, non può permettersi di rimuginare troppo sulle cose, e impara a guardare sempre avanti. L'oggi è deprimente e tristemente noto; ma il futuro non è certo: proprio per questo, in esso c'è speranza."

Rimasero in silenzio a lungo, il brontolio sommesso del motore come sottofondo costante.

«Stai rimuginando.» lo accusò lei, ad un certo punto.
«No.» assicurò lui, di rimando. «Sto guardando avanti, invece!» soggiunse, indicando con la mano la strada, da cui non aveva mai staccato gli occhi.

Allison si sforzò di trattenersi, ma alla fine proruppe in una fragorosa risata.

«Se è così, allora, un po' alla volta, forse stai diventando uno dei nostri!»
L'erede dei Mayer s'incupì. «È così bello che tu lo dica. Io non ho mai fatto parte di niente. Non mi sono mai sentito nemmeno membro di un gruppo...»
«Stai di nuovo rimuginando! Mi sono sbagliata?»
Si nascose dietro un colpo di tosse nervosa. «No, no. Ecco, pensiamo al futuro: dove nasconderemo il furgone?»

BAZZA DI TORDO 2172Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon