28. Conversazioni (I)

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Allison indossò di nuovo il suo travestimento, nascondendo dietro strati di garza il volto dalla pelle troppo liscia e pulita. Non c'era il tempo per deturpare anche il viso di Nathan, che dovette accontentarsi di un mantello con cappuccio bucherellato dalle tarme, e della raccomandazione di entrambi i suoi compagni di non sollevare mai la testa.

Il giovane si stupì del credito di cui "l'angelo dei bassifondi" godeva praticamente da chiunque: l'aveva vista farsi in quattro per aiutare gli altri e abbassarsi ai lavori più umili pur di tirare avanti, ma non si era ancora mai reso conto di quanto profondamente tutti si fossero affezionati a lei.

Gli anziani, i capibanda, praticamente tutte le persone che contavano qualcosa in quella comunità che campava di stenti, la accolsero a braccia aperte, e acconsentirono senza nemmeno fare troppe domande alla sua proposta di una assemblea straordinaria.

Il mattino del giorno seguente, prima che il sole scaldasse troppo l'aria, i due ragazzi erano già lì, a fronteggiare una folla di straccioni dall'aria sospettosa.

Nathan fu percorso da un tremito: non era affatto così improbabile che, una volta che il discorso fosse entrato nel vivo, qualcuno perdesse la testa e cercasse di ucciderli, sfogando tutto il proprio odio verso la classe dirigente che li aveva relegati a quella vita indecorosa.

«Amici, concittadini!» esordì Alley, salendo sopra al palco, un ripiano improvvisato stendendo alcune tavole di legno sopra a dei fusti vuoti di materiale chimico «Vi ho convocato qui perché credo che abbiate il diritto di conoscere alcuni fatti che vi riguardano da vicino!»
La donna si muoveva come un'oratrice consumata, catturando l'attenzione del pubblico, facendo le pause quando era il caso, variando il proprio tono di voce.

«Ma prima di cominciare, voglio ricordare a tutti voi la neutralità di questo consesso. Siamo abituati a vedere il forte prevaricare il debole, ognuno far per sé... abbiamo poche regole qui; eppure, o forse anche proprio per questo, le poche che ci sono vengono osservate da tutti.» Percorse i presenti con lo sguardo, quindi proseguì «Io per prima ricordo il diverbio tra i "Nati Stanchi" e i "Cactus Feroci", quando era stato ucciso un bambino e tutti si davano la colpa l'un l'altro...»

«Nessuno violerà mai l'imparzialità, Alley. Specialmente nella prima assemblea richiesta dall'Angelo dei Bassifondi. Quindi parla e basta.» esclamò un energumeno coi capelli rasati e una cresta dipinta di verde al centro della testa, che indossava una t-shirt lisa e consunta, piena zeppa di scritte a pennarello e toppe colorate.

«Se ho voluto ribadire questo concetto» riprese Allison, senza dare l'impressione di essere stata interrotta «È solo perché ci tengo che osserviate questa usanza anche con la persona che ho invitato a parlare. Si tratta di un ragazzo che è precipitato qui dalla città-fungo. Ma alla fine ha preso a cuore la vostra situazione tanto quanto me, ed è stato proprio lui a scoprire la vera natura del Morbo Blu!»

Se la rivelazione sulla sua identità aveva iniziato a diffondere un certo chiacchiericcio, bastò nominare l'odiata malattia per far cadere il silenzio, e assicurare al ragazzo tutta l'attenzione della gente.

Aiutandosi con le braccia, Nathan saltò sulla tribuna e prese la parola.

«Mi chiamo Nathan Flynn. Sono il discendente di una famiglia ricca e potente. Sono finito qui quando mio padre ha cercato di uccidermi, per poter mantenere il controllo sulle aziende e sui soldi del nostro gruppo; oggi so che l'ha fatto solo per portare avanti i suoi piani.»

Esitò. Si era ripetuto più volte il discorso nella mente, ma ora gli pareva di trattare in modo troppo superficiale alcuni temi. Si sforzò di proseguire. «Qualche giorno fa, ho scoperto che quello che chiamiamo Morbo Blu non è una vera malattia. Vi stanno avvelenando, e usano il disinfettante che vi viene regalato, per farlo.» la folla cominciò a vociare, ma lui non si lasciò intimidire. «Non tutti i barattoli sono contaminati, però. Fa tutto parte di un agghiacciante piano di sterminio, messo in piedi da mio padre e da altri.»

BAZZA DI TORDO 2172Where stories live. Discover now