EPILOGO

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Un androide guardiano, costituito da un tronco antropomorfo montato su una base con sei ruote motrici, gli fece cenno di seguirlo e gli fece strada lungo i corridoi illuminati a giorno.

Prima di lasciare la sala d'aspetto, gettò uno sguardo al grande schermo lì installato, sul quale stavano ancora scorrendo le immagini della recente conferenza stampa in cui lui e Allison avevano annunciato la fusione delle Industrie Mayer con il Gruppo Dubois.

«Nel corso dei prossimi mesi, verranno costruiti dei nuovi impianti produttivi, ma stavolta a livello del terreno.» stava dicendo Alley. «Tutto lo spazio attualmente occupato dalle nostre aziende nella città-fungo, verrà riqualificato come zona residenziale e assegnato ai lavoratori. Prevediamo di formare e assumere oltre tremila persone entro l'anno prossimo; di cui almeno il quaranta per cento saranno abitanti della città-discarica, che potranno così trasferirsi quassù, nelle case che costruiremo per loro. Anche gli operai che realizzeranno i nuovi capannoni, verranno presi da là.»

«Puntiamo a smantellare tutti gli impianti automatici, e di conservare i robot solo per le mansioni più usuranti e dure.» stava aggiungendo il suo gemello nella TV «proprio come avrebbe sempre voluto mia madre.»

In breve, fu troppo lontano per sentire.

Una porta a vetri si aprì con un sibilo, la sua guida lo precedette oltre, fino a un metal detector e a uno scanner.
«Svuoti le tasche nella vaschetta e passi attraverso i varchi preposti.» borbottò l'androide con voce leggermente metallica.

Erano passati poco più di due mesi dal bacio in ascensore. Il Consiglio Transitorio di Eurasia-2, retto da persone che avrebbero volentieri fatto a meno di quella responsabilità (che non avevano chiesto) si rivelò molto arrendevole, e concesse sia di estendere il diritto di voto a tutti i cittadini che avessero raggiunto la maggior età, sia di permettere che anche esponenti delle classi sociali inferiori, purché privi di precedenti penali, potessero candidarsi.

I disordini erano cessati e le elezioni si erano svolte regolarmente, decretando la nascita del primo governo multiculturale della città.

Lentamente, le cose stavano cambiando, anche grazie all'emissione di ordinanze e regolamenti che andavano lentamente a migliorare le condizioni di vita delle persone di estrazione sociale più modesta.

Dopo aver portato a termine in tempi da record la fusione dei rispettivi gruppi, e aver steso un nuovo piano industriale che mettesse al centro l'uomo, lui e Allison avevano iniziato a studiare i preparativi per il proprio matrimonio.

Nathan terminò di farsi ispezionare e proseguì, fino a una porta contrassegnata dall'antico simbolo con la cornetta del telefono.

Il robot gli fece cenno di passare. «Cinque minuti. Niente eccezioni.» spiegò.

Nathan attraversò in silenzio lo spazio che separava il parlatorio dalla porta, si sedette e attivò l'interfono.

«Ciao.»
Edgard Flynn continuò ostentatamente ad osservare un punto alla sua destra.
«Stai bene? Ti danno da mangiare?»
L'altro si voltò, e gli puntò in faccia uno sguardo fiammeggiante. «Perché continui a tornare?» domandò. Non c'era traccia di tristezza, nella sua voce: era colma d'odio, come se nel suo corpo ce ne fosse tanto da non poterlo contenere tutto, e le parole fossero il veicolo che lo trascinava all'esterno. «Vuoi sbattermi in faccia la tua felicità?»

«A dire la verità, non riesco a essere felice.» si lasciò sfuggire Nathan. «Mi... è come se mi mancasse sempre qualcosa.»

«E lo stai cercando da me?» sbottò l'altro, con fare beffardo.
Il giovane si ripeté mentalmente la domanda appena ricevuta: perché tornava? Cosa si aspettava di trovare, cosa desiderava davvero? Approvazione? Affetto? Delle scuse?
«Se dovessi tornare indietro, rifarei tutto.» confessò il genitore, che pareva quasi avergli letto nel pensiero. «L'unica cosa che cambierei, è il tuo omicidio.»
Nathan lo fissò, speranzoso, e l'altro concluse: «Se avessi un'altra occasione, ti ammazzerei con le mie mani. Non rischierei di nuovo di delegare il compito a degli stupidi automi.»

BAZZA DI TORDO 2172Where stories live. Discover now