PROLOGO

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I miti.
Le leggende.
Tramandati da secoli, per secoli.
Passati come un testimone, in una corsa forsennata verso l'ignoto.
Di padre in figlio.
Ad una cena di natale.
In un fatiscente bar di periferia.
Intorno al più mistico dei falò.
Le leggende nascono dalla necessità umana di dare un nome alle cose.
Ah la mente umana...
Si diletta a celare mostri malvagi o dei infernali
Lì, dove, dovrebbe solo arrendersi all'incomprensibile.
Perchè dietro tutte le leggi e le connessioni visibili, rimane sempre qualcosa
Di sottile, di inspiegabile e di intangibile.







Erano le 6 del mattino e la sveglia era già stata silenziata da un pezzo.
New York non era ancora scesa a patti con Morfeo , così come Victoria.
In realtà, erano giorni che non dormiva.
I pensieri le si erano ingarbugliati a matassa, e lei non aveva alcuna intenzione di sbrogliarla.

Archie Thompson, il suo "adorato" marito era nella stanza degli ospiti, dove dormiva da qualche settimana, esattamente da quando era stato paparazzato con una modella di 1,80 dai lunghi capelli biondi. D'altronde come pensava di passare inosservato l'amministratore delegato della Wilson & Thompson Company, la più famosa casa editrice americana?

Come d'abitudine, Victoria sfogliava rapidamente il New York Times sorseggiando il suo caffè senza zucchero. Eppure, quella mattina non era riuscita neanche un attimo a scollarsi dal suo orologio. Quel giorno, era prevista  un'importante riunione a lavoro e non poteva permettersi di fare tardi.

Dopo aver indossato un tailleur blu notte ed un cappotto midi color cammello, fissò un post-it sul frigorifero indirizzato a sua madre che si sarebbe occupata, stranamente, della piccola Charlotte.  E come ogni mattina, dopo aver lasciato un caldo bacio sulla fronte della sua piccola, si diresse al lavoro.


Il freddo newyorkese penetrava nelle ossa senza remore, ma per fortuna giunse prima del previsto di fronte all'imponente edificio che ospitava il "Kindy Club", il ristorante di lusso per il quale lavorava da circa 3 anni.

<< Ciao dolcezza, dormito bene? >> le chiese Scarlett notando i suoi occhi più stanchi che mai.

Victoria preferì rispondere con un abbraccio e non aggiunse altro. Non sarebbe mai riuscita a mentire alla sua amica. Scarlett era più di una sorella per lei, si conoscevano da sempre. Avevano frequentato insieme tutti gli anni scolastici, il college, l'esperienza di studio all'estero. Ogni cosa.

<< Che vorrà dirci il boss? >> domandò Victoria cercando di deviare il discorso.

<< Non chiedermelo. Spero non ci siano eventi extra da organizzare. Sono esausta >>

Si diressero all'ultimo piano del grattacielo e presero posto al grande tavolo accanto ai loro colleghi. Non ebbero neanche il tempo per scambiare due chiacchiere con gli altri perché il signor Smith schiarì con fare pregnante la voce, dimostrandosi già pronto all'incontro. Fu più prolisso del previsto. Iniziò comunicando l'investimento da parte di nuovi soci e l'apertura di nuove sedi in Europa, poi, poco prima di congedare tutti si rivolse proprio a Victoria:

<< Signora Wilson, questa riunione la riguarda personalmente. Il Kindy Group si complimenta con lei per l'ottimo lavoro svolto e vorrebbe promuoverla a Product Manager della nuova sede che aprirà a breve nella città di Istanbul. Potrà scegliere come suo assistente uno dei suoi colleghi qui presenti. Il primo anno dovrà vivere in Turchia, successivamente le organizzeremo delle trasferte mensili e quindi potrà tornare a vivere in America. Qui, prenderà il posto dell'attuale manager, il signor Johnson . Avrà a dis... >>

Le ulteriori informazioni fornite dal signor Smith non vennero recepite. Il cuore di Victoria si era fermato nel momento in cui era stato pronunciato il nome della città nella quale avrebbe dovuto trasferirsi. Portò la mano sul petto, temette potesse scoppiarle il cuore da un momento all'altro. Le sue orecchie si ovattarono. Non le fu possibile neanche sentire gli applausi ed i complimenti dei suoi colleghi. Ormai era su un altro pianeta e lì avrebbe preferito rimanere, nascosta per sempre. Aveva atteso questa promozione per mesi, temuto che non arrivasse più. Eppure, non si sentiva affatto pronta ad accettarla. A correre il rischio.

Londra, Parigi, Roma, Berlino.... qualunque altra città sarebbe stata perfetta, ma Istanbul NO. Aveva giurato a se stessa che non sarebbe più tornata. Lo aveva promesso a sua madre, a Scarlett, a lui...

<< Viky, Viky sono qui, respira >> Scarlett le strinse la mano e con l'altra le porse una bottiglietta d'acqua.

<< Allora signora Wilson, chi porta con sé come assistente? >> proseguì il signor Smith.

<< Scarlett, la signorina Miller >> rispose di getto, con la voce tremante.

<< Congratulazioni allora, partirete entro la prossima settimana >> concluse il boss prima di augurare a tutti una buona giornata.

Victoria era ancora incredula. Guardò spaesata la sua amica che continuava a tenerle un braccio temendo un mancamento. Nessuno più di Scarlett sapeva quanto tutto ciò avrebbe potuto destabilizzarla.

<< Sai quanti abitanti ha Istanbul bambolina? 14 milioni >> ironizzò, dopo una veloce ricerca su internet.

<< Sono 13 milioni 860 mila per l'esattezza >> la corresse spontaneamente Viky.

<< Conosci a memoria il numero di abitanti di tutte le capitali europee? ma sei folle? >>

<< Solo di Istanbul >> affermò, genuina, abbassando la testa in segno di resa.

<< O cazzo, questo si che è un problema. Non dirmi che conosci anche la percentuale di probabilità di incontrarlo passeggiando per le strade della città? >> rise Scarlett dandole una pacca sulla spalla.

<< Lo 0,00000722% per esattezza >> Anche Victoria sorrise, consapevole della reazione della sua amica.

<< Mi rifiuto di controllare Victoria Wilson. Ti chiuderò in casa se ce ne sarà bisogno. Andiamo ti offro da bere >>.

TWICE - Like a stormWhere stories live. Discover now