THAT'S THE LAST STRAW

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                                                                                         Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne avrò più bisogno.

Catullo.


VULKNAN'S POV

Anonimo - Nascimur uno modo, multis morimur. 

Nasciamo in un solo modo, ma moriamo in tanti. 


Avevo riletto quel messaggio un'infinità di volte sin dal primo bip del mio telefono. 

Avevamo appena varcato la barra elettrica del parcheggio del Kindy di Parigi, ma nel data base del mio cellulare era già archiviata una foto di noi due insieme, me e Viky illuminati dalle luci sfavillanti della Tour Eiffel. 

Lo avevo sottovalutato.

Era ovunque, anche dove credevo non potesse essere. 

E non sapevo se fosse più ossessionato da lei o da me.

Lei che mi guardava come se volesse di più. Le lunghe ciocche di capelli ramati a carezzarle il viso ed il labbro inferiore stretto in una dentatura perfetta. 

Gliela leggevo negli occhi quella voglia di noi. 

Io ardevo per lei e lei bruciava per me.

Era stato così sin dal nostro primo incontro e sapevo che non sarebbe potuta svanire quella chimica connaturale che ci teneva ancorati come due magneti inseparabili.

Anche se l'avessi persa non l'avrei mai lasciata andare veramente. 

Mi ero impegnato a salutarla freddamente. Dovevo andare via perché il sangue mi si era cristallizzato alla vista di quel messaggio anonimo. Gli ingranaggi cerebrali erano del tutto azzerati. 

Avevo bisogno di riflettere e lei era una dannata distrazione per i miei occhi.

Di una bellezza potente e catalizzante.

Mi ero rintanato nella mia stanza nella speranza di trovare una soluzione a quel problema che stava diventando ingovernabile come la città in cui vivevo. 

Metterla in pericolo era fuori discussione, motivo per cui non l'avrei coinvolta in quella storia. Così come lo era attendere la fine delle riprese per andarmene con lei e sua figlia in un luogo sperduto, molto lontano. 

Forse se ne sarebbe tornata a New York, magari rintanandosi tra le braccia di qualche altro uomo ed io mi sarei spezzato definitivamente.

Non ero riuscito a chiudere occhio per tutta la notte. Le immagini di lei a cavalcioni sulle mie cosce, vestita solo della sua pelle candida, alteravano le mie sinapsi. Ero un malato cronico, malato di lei. 

Se fossi stato a casa mia avrei riempito di pugni il sacco nero appeso nella camera degli ospiti ed avrei vinto io. Certo che avrei vinto io. L'avrei fatto a pezzi immaginando qualcun altro al suo posto, qualcuno che odiavo abbastanza da farmi perdere la ragione e commettere un reato. 

TWICE - Like a stormOnde as histórias ganham vida. Descobre agora