START FROM SCRATCH

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 Gli arrivederci che profumano d'addio, 

sono quelli i più difficili da pronunciare. 



VICTORIA'S POV


<< Mamma, anche tu hai una bambina nella pancia ? >>

<< sei bastata tu a rovinare il mio corpo >> lo sguardo disgustato di chi vuole ferirti, quando dovrebbe solo amarti.

Non erano parole sporadiche le sue, quella era la mia quotidianità. A soli sei anni avevo capito che se avessi avuto bisogno di un sorriso, non l'avrei trovato sul volto dei miei genitori. Loro si divertivano, anche tanto. Sorridevano moltissimo, ma non lo facevano mai per me. A soli dieci anni avevo scoperto di essere un peso, un fardello, il loro imprevisto. 

<< Ma perché il signore non ci ha dato un figlio maschio?  >> era stata quella conversazione a provocare il mio primo attacco di panino. Avevo solo dodici anni ed era il giorno del mio compleanno. Da allora avevo smesso di festeggiarlo anche perché, a dire il vero, non si erano mai preoccupati di farlo loro. 

A quindici anni la mia insegnante di lettere aveva richiesto un incontro con lo psicologo della scuola. 

<< scrivi divinamente Victoria. Tale padre, tale figlia >> era stato imbarazzante giustificare la mia reazione eccessiva. Avevo stracciato in mille mezzi la mia poesia in prosa uscendo selvaggiamente dall'aula. Non avevo mai avuto comportamenti violenti prima di allora, ma quel paragone mi aveva offesa. Essere una " Wilson ", come mi definivano in molti, non era un privilegio o un onore. Essere una Wilson era per me una condanna, una dolorosa condanna. 

Non volevo essere accomunata a mio padre.  Avevo pregato di essere l'eccezione. Di essere quella mela caduta lontana dall'albero. Speravo che un'improvvisa folata di vento durante la mia caduta, mi avesse fatta ruzzolare a mille miglia di distanza da quel tronco putrido che erano i miei genitori. 


<< Allora, sei sicura di non voler venire con noi? >> Scarlett aveva appena terminato di prepararsi per la sua festa di compleanno.

<< Tranquilla Scar, Harry sarà qui alle otto >> gli avevo chiesto di accompagnarmi, di non lasciarmi sola ad affrontare quella situazione imbarazzante.

Scarlett, la mia amica, era bellissima. L'abito in seta le scivolava sui fianchi accarezzandoli appena. E l'ombretto dorato le illuminava il viso mettendone in risalto la carnagione olivastra. 

<< Viky >> si era fermata a metà tra la porta della mia stanza ed il corridoio della nostra casa << dalle una possibilità >>

Ricordo di aver avuto un attimo di titubanza. Di essermi chiesta a chi si stesse riferendo. 

Dalle una possibilità

Dalle. 

Dai a lei.

A lei chi? 

<< Pinar, dalle una possibilità? >> lo smarrimento sul mio volto l'aveva costretta a fornirmi quella delucidazione.

<< Da quando siete così intime? >> il tono conciso ed indagatore di chi ha appena compreso di aver smarrito un pezzo fondamentale del puzzle. 

" Ti sorprenderesti di scoprire quanto le cose siano cambiate negli ultimi mesi " La freddezza e convinzione con cui aveva pronunciato quelle parole erano stati un pugno in pieno petto. Avevo passato il tempo a domandarmi cosa volesse dirmi, a cosa volesse prepararmi. 

TWICE - Like a stormOnde histórias criam vida. Descubra agora