A PENNY FOR YOUR THOUGHTS

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   Quanti amori impossibili:

la bambolina del carillon innamorata della musica rock;

il fiocco di neve del corallo marino;

la mano sinistra innamorata del guanto destro;

il girasole della luna.

( Fabrizio Caramagna )



VULKAN'S POV

Anche il silenzio con lei aveva un altro sapore. 

Quello delle parole pronunciate a fior di labbra, quelle che avrei assaggiato fino a saziarmi. Se solo non fossi stato un insaziabile. Lei era il mio cibo preferito. Quello che mangi fino ad abbuffarti, pur sapendo che ti farà star male. Avrei preso ogni cosa di lei, sapori, odori, umori. L'avrei incatenata al mio cuore. Usato il mio corpo a farle scudo dall'egoismo a cui la vita, ci aveva condannati.

Era un fiore troppo prezioso per non prendersene cura. Uno di quelli a cui il vento in burrasca aveva stracciato tutti i petali, ma che aveva la forza disumana di rigenerarsi senza aiuto alcuno. Risbocciando, petalo dopo petalo. Victoria era così. Aveva imparato a rinascere dalle sue stesse ceneri. Era come una fenice.

Un tempo, era stata la mia fenice e con lei ero rinato anche io.


Fisso con lo sguardo sulla careggiata, mi stavo dirigendo verso la città in cui tutto era cominciato, Istanbul.

Quella che un tempo era stata la mia casa, il mio porto sicuro, era diventata solo l'ennesima gabbia da cui dover fuggire, per stare con lei. Eppure, dentro me, sapevo che nessun luogo sarebbe stato così lontano, per tenerla al sicuro da suo padre. Il potente Benjamin Wilson. Avevo iniziato ad odiarlo 5 anni prima ed ero sicuro che quel sentimento sarebbe cresciuto fino a farmi morire in preda alla pazzia.

<< Portami a casa Vulkan >>  disse continuando a guardare fuori dal finestrino della mia auto. 

Non potevo rinunciare a lei quella notte. Non l'avrei portata a casa. L'avrei tenuta con me per le ore successive, ma non contro la sua volontà. Non l'avrei mai fatto e lei lo sapeva benissimo. Se avesse insistito, l'avrei assecondata. A malincuore, l'avrei riportata a casa. 

<< Resta con me >> le mie parole suonarono come un grido disperato ed il mio tono ne fu la dimostrazione. Sapevo di doverle stare lontano. Ero consapevole del pericolo a cui la stavo esponendo. Non solo lei, in realtà. 

<< Perché? >> 

Era cresciuta. Era diventata una donna affascinante e determinata, ma non aveva perso l'ingenuità della ragazzina che avevo scoperto essere più bella di tutti gli astri del cielo. Sapeva perché la volessi con me. Era lo stesso motivo per cui lei non avrebbe voluto tornare a casa sua quella notte. E la tortura che stava riservando alle sue mani, strofinandole con veemenza sulle cosce, me ne dava conferma. 

Gli anni passati non avevano cambiato ciò che eravamo stati l'uno per l'altro. Victoria non aveva smesso di appartenermi ed io di appartenere a lei. Quell'uomo che spacciava per marito, non l'aveva resa affatto felice ed i suoi occhi tristi ne erano la dimostrazione. Pensare che potesse toccarla ogni qualvolta lo volesse mi dava il voltastomaco. 

Nelle ultime settimane, mi ero più volte chiesto come avesse potuto lasciarla andare dall'altra parte del mondo. Come potesse vivere un solo giorno senza quella donna. Quella creatura magnifica che riscaldava il sedile della mia auto. Io l'avrei tenuta a riscaldare il mio letto ogni notte della mia vita, se fosse stata mia. 

TWICE - Like a stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora