WHEN IT RAINS IT POURS

48 12 10
                                    

Non ebbe il tempo di rispondere Victoria, perché Baris infilò il suo braccio possente sotto quello esile di lei e la condusse con sé al centro della sala; le posò una mano sulla spalla e la fece ondeggiare ostentando un' impressionante sicurezza. La guardò, le disse qualcosa facendola leggermente arrossire e poi lasciò scivolare, con calcolata lentezza, il palmo della mano destra sul suo fondoschiena scoperto.


Si dice che non sia l'ultimo episodio a far degenerare una situazione, ma la somma di una serie di comportamenti o parole che l'hanno preceduto. Pare sia questo il significato dell'espressione: "La goccia che fa traboccare il vaso" .

E quel vaso era ormai colmo, straripante.

Li dentro ci erano finiti 5 anni di cose non dette. Di segreti inconfessabili.

Ben 1826 giorni di emozioni represse, soffocate.

Vulkan divenne una bestia inferocita, accecata dalla collera. Con poche falcate, si precipitò in pista ed afferrò il polso di Victoria trascinandosela  fuori da quella sala. 

<< Lasciami stare >>  cercò di divincolarsi, ma lui non le lasciò scampo. Continuò a trascinarla con noncuranza, sotto gli occhi sbigottiti dei presenti.

<< Lucrezio diceva : Accedere ex una scintilla incendia passim >>  disse Alp a Scarlett nascondendo le labbra con il palmo della mano. 

<< Prova a fermare quello psicopatico del tuo amico Alp. Ti sembra il momento di parlare in latino? che vuol dire, poi? >> lo redarguì lei con un pizzico di curiosità per quella frase incomprensibile.

<< Vuol dire che a volte basta una scintilla per far divampare più incendi e qui brucerà tutto Scarlett >> dichiarò trattenendola al suo fianco.

<< Vieni con me, aiutami a distrarre quei tre >> proseguì indicando il produttore, l'avvocato e Pinar, la spilungona avvinghiata a Kurt fino all'attimo prima.

<< Balla con l'avvocato >> le ordinò.

<< Ma sei folle per caso? >> replicò Scarlett portandosi il dito alla tempia, sottolineandone la pazzia.

<< Vuoi bene alla tua amica Scar? Allora balla con quel cazzo di avvocato e non fare domande >> concluse porgendo un calice di champagne a Pinar, convincendola, poi,  a seguire gli altri del cast sulla pista da ballo.


Nel frattempo Vulkan e Victoria avevano raggiunto il piano superiore, che a quell'ora era totalmente disabitato. Gli uffici erano spenti e vuoti. Vulkan aprì la porta della sala riunioni senza scomodarsi ad accendere i faretti a sospensione. Ci pensò il chiarore della luna piena ad illuminare i loro corpi ansimanti.

<< Che vuoi fare? lo vedi che è tutto spento qui? >> strillò Victoria cercando di superarlo per tornarsene al ristorante. Lui la bloccò con una mano. Lei si sottrasse istantaneamente a quel contatto.

Vulkan si piazzò davanti alla porta facendo scattare la serratura e riponendo la chiave nella tasca a filo del suo pantalone.

<< Tu non andrai da nessuna parte Victoria >> disse spogliandosi della giacca ed allargando, con fare scattoso, il nodo della cravatta.

<< Dimmi cosa vuoi e vattene >> Victoria sembrava una scheggia impazzita. Cercò di forzare una seconda porta presente nella stanza, senza alcun risultato.

" Accidenti! " imprecò.

<< Oggi mi limiterò a dirti tutto ciò che non voglio >> sbottonò il polsino destro della camicia bianca arrotolandoselo lungo l'avambraccio. Poi, la fissò. 

TWICE - Like a stormWhere stories live. Discover now