PULL YOURSELF TOGETHER

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                                                                               -  Victoria  -

Non esiste un modo per spiegare come mi sentii quella sera. L'effetto che mi fece tornare in quel posto. L'Eclipse era completamente diverso da come lo ricordavo. Il colore delle pareti, la forma delle luci, la disposizione dei tavoli. Il vecchio bancone in legno era stato sostituito da tre grosse lastre lucide, grigio antracite, che dominavano i tre spazi principali. Lo stile vintage aveva lasciato posto a quello minimalista che ben si sposava con la gente benestante che aveva preso a frequentarlo.  Mi parve tutto più asettico rispetto alla prima volta che avevo varcato quelle pesanti porte in ottone. 

Eppure quel posto ebbe la forza di catapultarmi indietro nel tempo. Percepii le sue mani sul mio corpo,  Il suo sapore nella mia bocca, le sue labbra vogliose sfiorarmi il collo, il palmo caldo e  saldo sul mio fianco, la sua voce profonda a solleticarmi l'orecchio. Brividi intensi corsero a levigare la mia pelle, fino a raggiungere il mio punto più sensibile. 

Scarlett afferrò la mia mano e mi trascinò verso il nostro privè. C'erano tre piccoli tavoli in marmo, dello stesso colore dei banconi, destinati al nostro gruppo. Ci accomodammo ai divanetti in velluto bordeaux accanto a degli sconosciuti. Dopo qualche minuto, Baris ed Alp  iniziarono a presentarci i loro amici. C'erano delle ragazze bellissime ed anche i ragazzi erano tutti molto affascinanti. La maggior parte di loro lavorava nel mondo del cinema, altri in radio, qualcuno in televisione.

Baris iniziò a  comportarsi in modo strano, a trattarmi come se fossi la sua ragazza. Non si schiodava da me. Mi offrì da bere un disgustoso cocktail all'ananas che prontamente rifiutai inventando di esserne allergica. Come poteva sapere che quello fosse l'unico frutto che detestassi? Mi conosceva appena e non era chi volevo che fosse. E proprio quando i miei pensieri si spostarono verso la più pericolosa delle direzioni, lui apparve. Solo. Non c'era la biondina accanto a lui e mi illusi di aver capito male, di aver visto male. Che lei potesse essere solo una delle tante ragazze attratte da lui. Poi, Baris parlò: 

<< Dove hai lasciato la rompiscatole della tua ragazza? >> chiese poggiando una mano attorno alla mia spalla. Mi scostai educatamente. Non avevo frainteso, Pinar era esattamente chi non volevo che fosse.

Vulkan irrigidì le spalle. Glielo avevo visto fare più volte negli ultimi giorni, soprattutto quando Baris mi era stato troppo vicino. 

<< E' andata a prendersi da bere >> rispose laconico ed aggressivo, forse troppo, perché a Baris non sfuggì il suo nervosismo.

<< Ehi rilassati un pò Kurt, stasera c'è da divertirsi >> commentò voltandosi nella mia direzione. Mi rivolse uno sguardo allusivo che non apprezzai affatto.

L'occhiataccia che Vulkan mi rivolse fu sufficiente a farmi sussultare. Conoscevo quello sguardo. Sapevo che se non avessi fatto qualcosa per togliermi da quella situazione, mi sarei trovata nel bel mezzo di uno tsunami. I miei occhi corsero a cercare Scarlett, poi Alp. Chiunque potesse darmi una mano ad allontanarmi da lì. Quei due erano già finiti al bancone del bar e si stavano divertendo come se io non fossi con loro, come se non stessi per sprofondare nel più profondo degli abissi. 

<< Perchè non iniziamo a farlo prendendoci qualcosa da bere? >> chiesi per stemperare gli animi. 

Baris apprezzò la mia proposta perché si scostò leggermente dal mio corpo e mi schioccò un occhiolino di intesa. 

<< Brillante idea, piccola dea >> mi sussurrò nell'orecchio prima di raggiungere i nostri amici al bar. Vulkan non era così lontano da noi, per cui udì chiaramente quella frase.

TWICE - Like a stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora