11. Chiamata di scena

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Valeria si svegliò con un singulto e si ritrovò su un divano di pelle nera.

Enzo la guardò preoccupato «Incubo?»

«Abbastanza.» disse lei, massaggiandosi le tempie «Quanto ho dormito?»

«A mala pena un paio d'ore, ti avrei svegliato tra poco, comunque.»

«Cosa devo fare adesso?» domandò lei, tirandosi su mentre copriva uno sbadiglio con la mano.

«Sei così testarda che hai voluto fare tutto questo pomeriggio: rimane solo il trucco.»

Valeria ricordò confusamente che le avevano già dato le istruzioni su come comportarsi prima che si addormentasse.

«Devo essere disperata, non bella. Il make-up cosa me lo fanno a fare?» disse Valeria, lanciando ad Enzo un'occhiata assonnata e interrogativa.

«Un po' ne serve sempre, per le telecamere. Nulla di pesante, te lo prometto.»

Quando entrò nella sala trucco Valeria si trovò davanti una specie di folletto con i capelli mezzi neri e mezzi fucsia.

«È lei?» domandò l'apparizione ad Enzo, sbrigativa.

Prima che qualcuno potesse dire o fare qualsiasi cosa, Valeria era stata presa per un polso e praticamente buttata su un sedile reclinabile.

«Ricordi quando ti ho detto che avevo una truccatrice?» disse Enzo, in risposta all'occhiata truce e perplessa di Valeria «Vale, questa è Madeline.»

«Sì, ho lavorato con Vince.» confermò lei «Ma visto che questo sfaticato non è più in tournée per il momento lavoro qui.»

«Oh, vuoi dire che ti manco, allora?»

«Neanche per idea, ma almeno viaggiavo.» disse lei, spingendogli affettuosamente una spalla. Poi sembrò rendersi conto di avere davanti la persona di cui parlavano tutti quanti con grande commiserazione, quella povera anima a cui era scomparsa la sorellina, e si bloccò. Borbottò qualcosa tra sé e sé e poi ricominciò a muoversi per il salone come se niente fosse.

«Che c'è, Mad?» chiese Enzo.

Il folletto - o la ragazza, che dir si voglia - scrollò le spalle «Non so come comportarmi con lei.» disse, puntando il dito contro Valeria «Perciò mi comporterò come al solito.»

«Ah, Maddy dice sempre tutto quello che le passa per la testa.» spiegò Enzo a beneficio di Valeria «Dal punto di vista sociale è un pericolo pubblico.»

Valeria non disse niente e fece spallucce. Almeno lei lo ammetteva, di non sapere come trattarla. Gran parte delle persone con cui aveva parlato negli ultimi giorni si limitava a fingere di saperlo.

«Poco trucco, Maddy. Non farmela diventare un clown.»

La porta si spalancò e fece il suo ingresso un ragazzo coi capelli color sabbia e un vistoso cerotto sulla guancia.

«Mad, ti ho portato la cena.» esordì «Il riso alla cantonese l'ho preso di mia iniziativa, se non lo vuoi lo mangio io...»

Quello che successe dopo, Valeria si convinse, non doveva essere umanamente possibile.

Il ragazzo avanzò nella loro direzione e a sorpresa riuscì ad inciampare in una sedia che sembrava del tutto fuori dalla sua traiettoria, fece un passo più lungo della gamba per recuperare l'equilibrio e, non riuscendoci, pensò bene di girarsi su sé stesso agitando le braccia per non cadere.

Un secondo dopo era seduto per terra circondato da cibo cinese.

Madeline si passò una mano tra i capelli corti e dritti «La prossima volta che voglio mangiare qualcosa ricordami di non chiedere a te.»

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