13. Sticomitia

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Fu svegliata poche ore dopo da Enzo e si ritrovò con il segno delle chiavi di casa su una guancia, il DVD di un film horror sulla pancia e un thermos di caffè in mano.

«Nh?» fece assonnata.

«Piuttosto bevilo tutto, ma resta sveglia.» comandò Enzo.

«Ma questa è caffeina pura!»

«E sta pur certa che non ti farà arrivare agli studi fresca come una rosa.» ribatté il ragazzo.

«Ah, già. Anna è morta, giusto?» Valeria aggrottò le sopracciglia. D'ora in avanti doveva tenerlo a mente, non poteva rischiare tutto proprio adesso.

Così quando il giorno dopo arrivò agli studios le sue occhiaie toccavano terra, ma persino Madeline si astenne dal fare qualsiasi commento su di loro.

«Se vuoi provare a dormire un po'» disse la truccatrice «di là c'è una sala che usiamo per quello.»

Lo disse con una gentilezza impacciata, un po' arrugginita. Forse non era abituata ad usarla.

Valeria scosse la testa. Per riuscire almeno a muoversi aveva assunto quantità inumane di energy drink, e quella roba era pure poco salutare. Non aveva intenzione di gettare al vento il suo sacrificio dormendo proprio adesso.

«Caffè ristretto.» annunciò Enzo entrando, in maniera insolitamente concisa «Volete?» guardò con intenzione Valeria, che segretamente sospirò.

Una volta finita quella storia avrebbe dovuto disintossicarsi.

«Come ti senti?» le domandò Walter, che era scivolato nella stanza alle spalle di Enzo, tenendosi accuratamente distante dal vassoio del caffè.

Era il primo che riusciva a farle quella domanda.

«Come se stessi vivendo un film.» disse Valeria, con gli occhi vitrei e una sincerità disarmante.

Il film era quell'orribile splatter che Enzo l'aveva costretta a vedere la sera prima. Dopo quella schifezza non avrebbe potuto chiudere occhio neanche volendo, probabilmente.

Ci fu un attimo di silenzio penoso, poi Enzo si schiarì la voce.

«Mi accompagneresti un attimo fuori?» chiese a Walter.

«Nessuna proposta indecente, eh?» fece Madeline, con poco slancio.

Enzo mise in chiaro di non essere dell'umore di scherzare uscendo dalla porta.

L'altro ragazzo lo seguì, trascinando a terra nel processo una delle scatole dove Madeline teneva i fard.

«Walteeer!»









«Non volevo dirlo davanti a Vale, ma devo fare questa cosa perché è già da un po' che il mio agente mi stressa.» Vincenzo si cavò le parole fuori di bocca lentamente, centellinandole, perché nessuno doveva pensare che la probabile morte della sorellina della sua amica l'avesse lasciato indifferente o addirittura allegro, era ovvio... tutto calcolato.

«Di che si tratta?» e Vincenzo sapeva bene di cosa si trattava: era una questione di prendere due piccioni con una fava, visto che erano lì, e andare dove era contenuta la memoria stessa della televisione.

«Devo andare in archivio, lì dovrebbero esserci gli indici di ascolto delle mie apparizioni TV...» guardò l'amico di sottecchi «Non te l'ho detto? Già, con tutto quello che è capitato... quest'anno partecipo al Festival, e la mia equipe vuole sapere com'ero vestito quando ho avuto più successo, che cosa ho detto, quella roba lì. Se ci sei tu sarà una cosa più rapida. Non voglio lasciarla sola per troppo tempo.» parlò svogliato. C'era stato un periodo in cui avrebbe voluto parlare sempre così, come se non gli importasse niente del resto del mondo, perché era sicuro che questo gli avrebbe dato un'aria interessante, ma aveva voluto anche essere entusiasta come quelle persone che cambiano la gente e alla fine le due cose avevano cozzato l'una contro l'altra e lui era rimasto semplicemente Vincenzo.

Forse aveva ragione Vale, avrebbe dovuto fare l'attore.

Con la coda dell'occhio vide Walter accigliarsi e rimanere indietro.

«Ti dispiacerebbe spiegarmi che succede?» fece.

Vincenzo si fermò e lo guardò «Cosa intendi?»

«Questo, appunto. Se non stesse succedendo niente adesso avresti avuto un'espressione confusa. Invece hai un'espressione da persona che non ha capito, il che è diverso.»

Acc...!

Vincenzo rise «È un po' poco. Di che parli?»

Walter scrollò le spalle «Anche le tue risposte sono bizzarre.»

«Non ti seguo.»

Walter lo prese per un gomito e lo trascinò fuori dal corridoio, in un ripostiglio di cancelleria.

«Tu e quella ragazza» Vincenzo non ebbe bisogno d'altro per capire che si riferiva a Vale «vi comportate come ci si aspetterebbe da voi in una situazione del genere, ma questa è una cosa che la gente non fa mai. Riprendo persone tutti i giorni, so quello che dico. È un po' come se steste recitando, ma non completamente, per cui...» si bloccò, poi scosse la testa «Non lo so, ho finito per dire cose insensate. Scusami.» lo lasciò andare e non disse più nulla.

«È a posto.» disse Vincenzo con semplicità.

Walter inclinò la testa di lato «Quello che sta succedendo...?»

«Non vuoi davvero saperlo.» lo fermò Vincenzo.

«D'accordo, non voglio.»

Uscirono dallo sgabuzzino, non prima che Vincenzo avesse avuto la prontezza di riflessi di afferrare una risma di fogli da uno scaffale per dare un senso a quello che avevano fatto.

Nonostante questo, una delle impiegate che camminavano lungo il corridoio fece loro l'occhiolino.

«Ahah» Vincenzo rise senza allegria pensando al discorso appena fatto, sul quale allo stesso tempo non aveva voglia di riflettere, almeno per il momento «adesso tutti penseranno che sei sulla mia sponda.»

Walter fece spallucce «L'importante è che non lo pensi la tua amica.» Vincenzo si chiese come riuscisse a fare apprezzamenti su una ragazza rimanendo così impassibile. Fece un grugnito divertito.

Fecero qualche passo in silenzio.

«Quella Valeria» disse Walter dopo qualche secondo «sembra piuttosto dimessa, ma normalmente deve avere un bel caratterino.»

«Cosa te lo fa pensare?»

«Il cipiglio che assume ogni tanto. Million Dollar Baby aveva meno grinta.»

In tanti anni che lo conosceva, Vincenzo non aveva mai sentito Walter parlare così tanto.











N.d.A.: Spero di non aver alleggerito troppo il tono con questo capitolo! Ma ogni tanto bisogna allentare la presa...

Detto ciò, In Media Res è passato alla seconda fase del concorso organizzato da ItalianWritersAwards.

Se questa storia vi sta piacendo e avete cuore di votarla, quello a cui sta partecipando è il black award. Al di là di questo, però, se potete cercate di supportare questa iniziativa: è un concorso che prevede un'attiva partecipazione da parte dei lettori di Wattpad, vale la pena aiutarlo a crescere!

Inoltre è possibile recensire un numero illimitato di storie, per cui potreste trovare qualcosa che vi piace nei loro elenchi.

Grazie come sempre di essere qui!









P.S.: Domani aggiorno davvero Alma Mater. Sul serio. Ho solo fatto di tutto tranne quello che dovevo fare, come al solito.





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