6.

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La vista di casa risvegliò un fiume in piena di ricordi. Hunter ne fu sopraffatto come una goletta in balia di una tempesta. Riuscì a darsi un minimo di contegno, e Bowie non si accorse del terremoto interiore che scuoteva il suo piccolo amico.

Il gigante parcheggiò e spense il motore.

«Passa a trovarci, quando ti sei rotto di guardare le pareti», disse Bowie.

«D'accordo», fece Hunter.

Bowie gli allungò il pugno. Dopo un attimo di esitazione Hunter stampò le nocche su quelle del gigante. Si salutarono. Hunter smontò e aspettò che Bowie ripartisse. Quando il furgone divenne un puntino lontano, Hunter salì i gradini e si fermò a un passo dalla porta. Riempì i polmoni, mollò un sospiro ed entrò.

Era sempre la stessa schifezza, eppure sembrava diversa. Mosse un paio di passi e si girò a guardare il soggiorno. Il ricordo del bracciolo coperto di schizzi rossi gli passò nella mente, rapido come un lampo che solca il cielo. Hunter filò in cucina. Aprì il frigorifero. C'era solo la confezione di birra che il suo vecchio aveva inaugurato. Prese una sedia e, usandola come rialzo, cercò nei pensili. Trovò un tocco di pane raffermo. Lo buttò giù a forza e salì di sopra. Varcò la soglia della stanza da letto e si lanciò sul materasso.

Sembrava trascorsa un'eternità, invece non erano passate che poche ore da quando aveva sparato...

Scacciò quel pensiero. Non voleva pensarci.

La testa gli doleva.

Chiuse gli occhi e, dopo una lotta furiosa con gli spauracchi che la mente creava e demoliva alla velocità della luce, si addormentò.

Death's AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora