10.

453 28 2
                                    

I ragazzi erano riuniti nello spiazzo antistante il bar. L'insegna era spenta, il locale chiuso. Quando Vince arrivò, Bowie gli andò incontro. Vince rallentò e gli passò il borsone. Bowie lo mise in terra e aprì la lampo. Ficcò una mano nel borsone, rimestò e tirò fuori una .357. Bowie guardò Vince e ghignò soddisfatto, poi si infilò la pistola nella cinta.

«Scegliete il vostro giocattolo», disse, e i ragazzi si radunarono introno al borsone.

Ognuno prese un'arma. Erano tutte pistole mitragliatrici. Assieme alle armi c'erano una manciata di granate, che rimasero nella borsa con qualche caricatore di riserva. Bowie richiuse il borsone e se lo mise a tracolla, quindi montò sul furgone mentre i ragazzi inforcavano le moto. Moses montò con Ozzy, che aveva promesso di sistemargli la Harley appena chiuso quel casino.

Arrivarono su Hanging Road e si diressero al covo dei Vipers. Una volta lì, Bowie irruppe nell'anello di terriccio che circondava la baracca, frenò con uno stridore di copertoni e smontò munito di granata. Rimosse la linguetta di sicurezza e la lanciò. La granata descrisse un arco e colpì la porta della baracca con un tonfo. La porta si aprì, e per un attimo la musica rock sparata ad alto volume uscì dalle viscere marce della bicocca. Poi l'esplosione cancellò tutto. Un lampo illuminò la notte e il Viper che aveva messo il naso fuori volò dentro la baracca insieme alla porta. Una grossa fetta della tettoia crollò insieme ai sostegni.

Gli Angels superarono Bowie e si fermarono a due metri dalla baracca. Tirarono fuori le armi e fecero fuoco. Una pioggia di proiettili investì la bicocca. Bowie prese un'altra granata, rimosse la linguetta e la lanciò. La deflagrazione coprì per un secondo le voci delle mitragliatrici, poi la sinfonia ricominciò.

Quando i canti di morte delle armi si esaurirono, i ragazzi ammirarono i danni. La baracca sembrava uno scolapasta. La musica rock continuava ad andare. Una voce dotata di acuti degni di un Axl Rose degli inizi gridava: «We should dance on the devil's grave!!!»

Bowie tirò fuori la .357, salì i gradini, si fece strada tra le macerie della tettoia e mise il naso dentro.

C'erano corpi stesi un po' ovunque. Oltre ai Vipers, anche delle ragazze in minigonna e top. O erano le donne di quegli stronzi o delle puttane. Non che facesse differenza, visto che erano stecchite.

Bowie raggiunse la radio sistemata in un angolo. L'Axl Rose di quel gruppo schizzato gridava: «Fuck the devil!!!» Bowie fece fuoco e aprì un buco nella radio. La musica sfumò e dal buco schizzò un nugolo di scintille.

Fece un giro e si assicurò che tutti fossero schiattati come sembravano. Si infilò nella cinta la pistola, uscì dalla baracca e tornò al furgone. Aprì la portiera e lo lanciò sul sedile. Controllò il borsone e vide che era rimasta una granata. La prese.

«Chi vuole avere l'onore?» domandò.

Vince si fece avanti e Bowie gliela lanciò. Vince l'afferrò al volo, mise in moto e si avvicinò alla baracca. Sterzò all'ultimo e girò la moto di lato. Rimosse la linguetta e lanciò. La granata centrò una finestra sprovvista di vetro e Vince la sentì rotolare sul pavimento. Girò la moto e accelerò sollevando spruzzi di terriccio. La granata esplose e la baracca collassò su sé stessa. Gli Angels abbaiarono al cielo come cani selvatici. Le moto si unirono a loro, e ruggiti e ululati si fusero in un unico coro.

«Leviamo il culo da questa fogna», disse Bowie.

I ragazzi sfilarono accanto al furgone. Quando arrivavano in prossimità di Bowie, che li attendeva con il borsone tra le mani, rallentavano e ci facevano cadere dentro la mitragliatrice. Finita la processione, Bowie chiuse il borsone, lo gettò sul sedile del passeggero e montò alla guida.

Quando lasciarono Hanging Road e svoltarono su Main Street, Bowie strombazzò il clacson, poi mise il naso fuori dal finestrino e urlò: «Vince, porta qui il culo!»

Vince rallentò, si spostò di lato e attese che Bowie lo raggiungesse. Allora il numero uno degli Angels afferrò il borsone e lo passò a Vince, che lo posò sul serbatoio e accelerò, superò i ragazzi mostrandogli i denti e svoltò su Glover Street. Raggiunse la baracca di Hunter, smontò e bussò alla porta. Attese un intero minuto prima di sollevare il pugno e riprovarci.

Un ululato lontano lo fece voltare. O era un'ambulanza o gli sbirri. Non voleva rischiare di scoprirlo, così si adoperò per scassinare la serratura. Per fortuna teneva sempre con sé gli attrezzi da provetto scassinatore. Li tirò fuori mentre gli ululati delle sirene si facevano più insistenti. Fece scattare la serratura, si infilò in casa e chiuse la porta smorzando il casino di fuori. Andò di sopra senza neanche accendere le luci, aprì la porta della stanza da letto di Joe Grimes e raggiunse la finestra. Lanciò il borsone sul letto, si accosciò e rimosse un paio di assi del pavimento. Prese il borsone e lo ficcò nel buco, poi risistemò le assi.

Uscì dalla stanza. Pensò per un attimo di passare da Hunter per un 'come butta?', poi decise di lasciarlo dormire. Tornò dabbasso e uscì.

Montò in sella alla sua Harley e ripartì. Svoltò su Main Street guardandosi intorno, alla ricerca di un'auto di pattuglia. Non ne vide e si immise sulla strada, diretto verso il Little Bitch. Arrivò nel piazzale, parcheggiò e si infilò nel bar.

«Che era quel casino?» chiese.

«Un paio di porcilaie», fece Joey. «Stavano andando verso Hanging Road.»

«Il covo dei Vipers?»

«Sicuro. Devono averlo sentito fino all'inferno, il casino che abbiamo fatto.»

«Vi hanno visti?»

«Abbiamo svoltato su Gas Street mentre loro schizzavano su Main Street. Dovevano essere ciechi per non vederci.»

«Non ci hanno cacati di striscio», fece Ozzy.

«Ma scommetto che domattina McKenzie, da bravo capo scout, verrà a farci una visitina», disse Bowie.

«Mi sta sul cazzo come una fica appestata», fece Vince.

I ragazzi lo guardarono interdetti.

«Dove cazzo le vai a pescare, certe stronzate?» chiese Ziggy.

«Dallo stesso libro dove tua madre ti ha pescato il nome», rispose Vince.

«Divertente. Ricordami di ridere, la prossima volta.»

«Le armi?» chiese Bowie.

«Al sicuro», rispose Vince.

«E il ragazzo? Ti ha mica visto mentre le nascondevi?»

«Dormiva come un pupo.»

Bowie annuì soddisfatto.

«Ora che si fa?» chiese Vince.

«Ce ne andiamo a nanna. Domani ci ritroviamo qui e aspettiamo McKenzie», rispose Bowie.

«Sicuro che viene?» chiese Gus.

«Ci puoi scommettere il culo. E ci puoi scommettere le palle che si porta appresso la cavalleria e un fracco di domande del cazzo.»

Bowie sciolse la seduta. I ragazzi si alzarono.

«Hai promesso di ripararmi la moto», disse Moses a Ozzy.

«Che scassapalle», sbuffò Ozzy. «Andiamo sul retro. Se devo passare la notte su quel tuo ferro vecchio, tu resti con me.»

Infilarono il corridoio mentre gli altri uscivano dall'ingresso principale. Bowie rimase dentro, e quando i ragazzi sgommarono via chiuse a chiave e se ne andò nello stanzino sul retro, dove aveva sistemato una branda per la notte. Si svestì e si coricò in mutande e canottiera.

Death's AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora