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Dormirono da Vince. Hunter e Gus divisero il divano, Bowie e Vince il letto. Moses e Joey si sistemarono sul pavimento, una coperta arrotolata come cuscino. Sognarono una diversa versione dello stesso sogno. Gus sognò di salvare la vita a Ziggy, Vince di salvarla a Otis Lawson. Bowie sognò di sbaragliare l'esercito degli Skulls e salvare sé stesso e i quattro Angels che avevano perso la vita. Nel suo sogno, Joey impediva a Oz di sacrificarsi. Moses, invece, arrivava un secondo prima che tutto andasse a puttane e aiutava i ragazzi ad asfaltare gli Skulls.

Hunter sognò di essere un Angel. Indossava un gilet uguale a quello dei ragazzi, jeans scuri e una maglia nera sotto la quale guizzavano muscoli ottenuti durante gli anni passati a fare dentro e fuori dalla gattabuia. Era alto come Moses e aveva un tatuaggio sull'avambraccio sinistro: un teschio stilizzato con due siringhe che si incrociavano dietro la nuca. Lui e i ragazzi erano impegnati in una rissa selvaggia sul retro dell'abitazione di Otis Lawson. Menavano gli Skulls. Gli facevano sputare sangue e denti. Bowie era scatenato. Saul, Oz, Ziggy e Roy erano vivi e sbaragliavano i nemici.

C'era anche Lonnie Parker. Hunter non l'aveva mai visto, ma nel sogno riusciva subito a individuarlo. Parker era alto e largo. Un gigante. Più grosso di Moses, che quanto a centimetri e peso superava tutti gli altri, e aveva occhi come pezzi di carbone. Lui e Bowie si scambiavano colpi a raffica mentre intorno infuriava la rissa. Hunter affrontava Bello Sguardo, lo Skull senza un occhio. Bello Sguardo era incazzato e gli mostrava i denti. Li aveva aguzzi come quelli di un piranha, ma Hunter non si lasciava impressionare. Nelle vene gli scorreva un fiume bollente. Si sentiva invincibile.

Bello Sguardo lo attaccava con una velocità insolita per uno di quella stazza, ma Hunter evitava o assorbiva senza danno i colpi. Bello Sguardo aveva la forza di un neonato. Hunter lo lasciava sfogare e passava al contrattacco. Un diretto e Bello Sguardo cadeva al tappeto. Poi accorreva in aiuto dei suoi compagni d'armi, e nel giro di pochi minuti gli Skulls assaggiavano la terra.

Alla fine rimanevano solo Bowie e Parker. Continuavano a battersi in una lotta eterna dove nessuno dei due aveva la meglio. Poi Bowie si trasformava in Iceman. Gli occhi diventavano di un azzurro brillante, le labbra una linea sottile. Sulle braccia affioravano vasi sanguigni come radici dal terreno. I colpi portati da Bowie diventavano più invasivi e Parker iniziava ad arretrare. Un destro, un sinistro e Bowie lo placcava. Poi iniziava a lavorarselo da terra, e nel giro di pochi secondi l'aveva annientato.

Hunter sorrise nel sonno. La sua versione onirica si avvicinava a Bowie e gli affibbiava una pacca sulla schiena, complimentandosi per l'impresa. E Bowie gli diceva: «Continua così e un giorno prenderai il mio posto.»

Hunter guardava le toppe che Bowie indossava. Gli sarebbe piaciuto portare i gradi di comandante. Quell'Hunter onirico si sentiva pronto a una tale responsabilità.

Si svegliò coi piedi di Gus a mezzo centimetro dalla faccia. Odoravano di formaggio andato a male. Tutta la baracca era impregnata da odori che si fondevano, dando vita a fragranze degne della tana di un orco. Hunter si alzò dal divano e uscì a prendere una boccata d'aria. Fuori trovò Bowie. Sedeva in moto e guardava il cielo. Il gigante si girò quando sentì la porta che si apriva, vide che si trattava di Hunter e tornò a scrutare l'orizzonte. Hunter gli si avvicinò.

«Non ti facevo così mattiniero», disse Bowie.

Il cielo era una tavolozza sulla quale prendeva forma il mattino.

«Mi serviva una boccata d'aria», fece Hunter.

«I ragazzi non sono dei patiti dell'igiene.»

Risero entrambi.

«Tu perché sei in piedi?» chiese Hunter.

«Avevo bisogno di riflettere senza quell'odore di caciotta andata a male che mi svolazzava intorno.»

Death's AngelsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora