Capitolo 5

21.6K 845 48
                                    

5. I want you

Katherine's povCome da consuetudine, io e Alex eravamo sdraiati sul mio letto: io con la testa poggiata sul suo petto e lui con la mano nei miei capelli, mentre giocava con alcune ciocche ribelli

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Katherine's pov
Come da consuetudine, io e Alex eravamo sdraiati sul mio letto: io con la testa poggiata sul suo petto e lui con la mano nei miei capelli, mentre giocava con alcune ciocche ribelli.

Non avevamo parlato della cena della sera prima a cui aveva partecipato con suo padre perché non era pronto a parlarne, lo avevo intuito. Aveva bisogno di distrarsi, quasi quanto me, e non avevo intenzione di chiedergli qualcosa che avesse potuto fargli cambiare l'umore.
Già la notte precedente non avevamo dormito insieme, non sarei riuscita a dormire ancora senza di lui anche quella notte.
Ormai era diventata un'abitudine svegliarmi al suo fianco, aprire gli occhi e osservare quei pozzi profondi di cui mi ero perdutamente innamorata.

I suoi occhi riuscivano a cancellare, anche se solo momentaneamente, tutti i ricordi brutti e le sue parole erano come dei cerotti su ferite che non riuscivano a guarire.
Era la mia cura.

- Dovrei tagliarli. - pensai ad alta voce, osservando la lunghezza della mia chioma.
Arrivavano fino al fondoschiena, ma erano rovinati a causa delle stirature o delle arricciature nel corso degli anni.

Da bambina avevo sempre sognato di avere i capelli lunghi, ma la mamma non era d'accordo, quindi ero stata costretta, nel corso della mia infanzia, a portare sempre dei tagli corti.
Non appena mi ero liberata di quella megera, avevo fatto crescere i miei capelli, non solo perché mi piacevano, ma anche per dimostrare a me stessa che lei non aveva più il controllo su nulla.

- Non azzardarti. - il mio ragazzo tirò una lunga ciocca, provocandomi dolore.

- Ma sei impazzito? - misi distanza tra di noi, mettendomi seduta.
Mi toccai il punto dolorante e morsi il labbro per il dolore. Uno psicopatico, ero fidanzata con uno psicopatico.

- Non voglio che tu tagli i capelli. - mise il broncio e mi fissò intensamente dalla sua posizione supina.
Il suo sguardo mi fece avvampare, ma nel corso degli anni avevo imparato a fingermi immune al suo fascino.
Peccato fosse solo una finzione.

- Io faccio quello che voglio io, non quello che vuoi tu. - puntualizzai.
Incredibile come dovessimo discutere anche sulle sciocchezze più insignificanti, eppure quelli eravamo noi e non avrei mai cambiato una virgola del nostro rapporto.

- Nemmeno se ti chiedo per favore? - sporse il labbro inferiore.
Con il suo possente braccio mi prese per la vita e mi portò verso di lui, costringendomi a stendermi sul suo corpo.
Ero un automa, vittima del suo fascino e dell'amore che provavo nei suoi confronti.

Era difficile tenere le vicinanze di qualsiasi persona ultimamente, ma con lui era diverso.
Sapevo che era indeciso sul da farsi a causa dell'episodio del giorno in cui ero tornata dall'ospedale, ma non avevo alcune indecisione.

Volevo lui.
Volevo lui per dimostrare ancora una volta che nessuno poteva avere il controllo su di me o sul mio futuro.
Volevo lui perché era da tanto tempo che non provavo quel tipo di emozioni.
Volevo lui perché lui era l'unica persona capace di capirmi.
Volevo lui perché lo amavo.

Unii le mie labbra alle sue, che subito risposero al mio tocco familiare. Ormai baciarci era diventato come respirare, indispensabile per la nostra sopravvivenza.
Le nostre lingue iniziarono a danzare sinuose, come non avevano mai fatto prima di quel momento.
Desiderio e lussuria, una combinazione micidiale.

- Katherine. - sussurrò a pochi millimetri dalle mie labbra.

- Shh, Alex, baciami. - provai a riavvicinarmi, ma lui non me lo permise.
Non potei nascondere la delusione a questo suo gesto. In un periodo orribile come quello che stavo vivendo lui era la mia unica certezza ed essere respinta da lui fu come ricevere cento coltellate al petto.

- Se andiamo avanti non penso di riuscire a fermarmi. - sospirò affranto.
Poggiò la sua fronte alla mia e nei suoi occhi potevo leggere tutta la sua frustrazione. Era solo preoccupato per me, mi voleva ma era preoccupato.
Come biasimarlo? Solo pochi giorni prima gli avevo urlato contro e avevo avuto un attacco di panico.

Al solo pensiero fui scossa da mille brividi e dovetti lottare contro il mio subconscio per non finire di nuovo in quel ripostiglio, dove tutta la mia forza era stata annientata.

- Io non voglio che ti fermi, - sorrisi emozionata. - io ti voglio, Alexander Blake. -

E bastarono tre semplici parole per far sì che il nostro autocontrollo andasse a farsi fottere. Mi ritrovai distesa sotto il suo corpo, dove mi sentii protetta e al sicuro.
Non ero più chiusa in una stanza, non ero più vittima di violenza, ero semplicemente felice.

Fu un attimo e tutto il resto perse di significato. Via le preoccupazione, via i vestiti, via il dolore.
Avevamo bisogno l'uno dell'altra, avevamo bisogno di appartenerci come mai prima di all'ora.

- Sei sicura? - chiese ancora, preoccupato.
Non potei fare a meno di innamorarmi ancora di più di lui, dei suoi modi di fare e della sua dolcezza fuori dal comune. Era un ragazzo meraviglioso ed era il mio ragazzo.

- Non sono mai stata così sicura in vita mia, Alex. -
Gli depositai un bacio sul collo e gli carezzai le spalle.
- Fammi tua, amore. -

Si allontanò da me per prendere qualcosa dal portafoglio e la lontananza dei nostri corpi mi provocò un senso di vuoto e di incompletezza.
La dipendenza che avevo di quel ragazzo a volte mi spaventava, ma non mi importava, volevo solo godermi il momento.

- La sicurezza prima di tutto. - disse mostrando la bustina argentata, ma la mia attenzione era rivolta al suo fisico statuario e alle sue movenze da felino.
Ma magari fosse stato solo il suo corpo ad attrarmi, ciò avrebbe voluto dire che prima o poi mi sarebbe passata. La verità era che io ero innamorata di ogni suo singolo aspetto, positivo o negativo che fosse. E la cosa più grave era che ogni volta che ero senza di lui, mi sentivo persa.

- Quanto sei scemo. - scossi la testa per nascondere il rossore che mi provocava la vista del suo corpo nudo.

Prima che le nostre labbra si ricongiungessero ancora una volta, nei suoi occhi scuri vidi una scintilla di puro desiderio.
La verità era che ci stavamo desiderando da troppo tempo e quel desiderio ci stava consumando.

- Ti amo, piccola mia. -
Furono le uniche parole che sentii prima di essere travolta dal piacere.

Fu come perdere la verginità per la prima volta e forse perché ero veramente vergine. In passato non avevo mai fatto l'amore, non mi ero mai sentita legata in quel modo ad una persona.

In quell'atto non furono solo i nostri corpi ad unirsi, ma anche i nostri cuori, la nostra anima.
Non eravamo solo due persone che soddisfacevano i loro impulsi, eravamo due amanti che non desideravano altro che unirsi e sentirsi completi.

- Ti amo. - riuscii a dire tra un gemito e l'altro.

Abbandonai la testa all'indietro, travolta dal piacere più totale e subito dopo sentii Alex abbandonarsi alla medesima sensazione.

- Dopo questo, sta certa che non ti lascio più andare. -
Prese di nuovo possesso delle mie labbra, baciandomi in maniera possessiva.

Oramai ero sua.
Oramai ci appartenevamo e non c'era più modo di distruggere quel legame.

He likes winningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora