Capitolo 25

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25. No one can understand

Katherine's pov- Se tua madre testimonierà a suo favore ci sono molte probabilità che gli sconteranno la pena

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Katherine's pov
- Se tua madre testimonierà a suo favore ci sono molte probabilità che gli sconteranno la pena. -
Patrick, il mio avvocato, lanciò delle cartelle sulla scrivania, stressato dalla situazione.
Sembrava aver preso davvero a cuore la mia situazione, forse perché ero figlia di un suo caro amico oppure perché gli facevo tenerezza, chi poteva saperlo.

In quei giorni la situazione era davvero tragica, tanto per cambiare. Dovevo dividere il mio tempo tra scuola, ufficio di Patrick e Alex. Per non parlare delle mie amiche che erano tanto emozionate per la festa di diploma che si sarebbe tenuta a breve. E già, il diploma...Alex l'anno successivo non ci sarebbe stato più. Il collage, nuove amicizie, nuove ragazze e chissà se sarebbe riuscito ad avere un po' di tempo per me. Non volevo pensarci, avevo fin troppi problemi, ma la paura che potesse dimenticarsi di me, andando avanti senza di me c'era.

-  Lo so. - mi portai una mano tra i capelli, con i nervi a mille.
Tra due giorni ci sarebbe stato il processo e tutto sembrava essere a nostro sfavore. Quel bastardo se la sarebbe cavata ancora una volta, avrei dovuto ucciderlo quando ne avevo avuto l'occasione.

Certo, sarei stata accusata di omicidio, ma ne sarebbe valsa la pena e magari in carcere avrei fatto nuove amicizie. Stavo preferendo il carcere alla mia vita di allora, incredibile.
L'unica cosa positiva era Alex, l'unica persona per cui non avrei mai commesso una pazzia del genere. Certo, c'era comunque mio padre, ma noi eravamo abituati a stare lontano...cazzo, dovevo smetterla di sperare di essere rinchiusa in carcere.

- Potresti farle cambiare idea, sei pur sempre sua figlia, porca puttana. - imprecò. Era la prima volta che lo sentivo imprecare e dovetti trattenere un sorriso perché non c'era proprio nessun motivo per sorridere.

- Si ricorderà di questo particolare quando pioverà e la terra non si bagnerà. - sorrisi di sbieco. - Per questo amore che lei decanta è disposta a fare di tutto. -
Quel bastardo si era insinuato nella sua mente, le aveva fatto il lavaggio del cervello e chissà quante cazzate le aveva raccontato per ridurla in quel modo.

- Però da quello che ho capito è mentalmente instabile. - alzò un indice con fare da saputello.
Non capii dove volesse andare a parare, sperai solo che quello con problemi mentali non fosse lui. Solo l'avvocato psicopatico mi mancava.

- Cosa proponi? Di chiuderla in manicomio? - mi sporsi sulla scrivania per essergli più vicino. - Perché in quel caso sono assolutamente d'accordo. - assottigliai lo sguardo per poi tornare ad appoggiarmi con la schiena sulla comoda sedia girevole.

- No, ma potresti raggirarla, che so ricordarle cosa vuol dire essere madre e figlia e poi... -
- Non sparare stronzate. - borbottai, mentre gli puntavo un dito contro.

Non avrei più rivisto quella donna dopo il processo, era quello il mio obiettivo principale.
Oltre a una percentuale di sangue, io e lei non avevamo più nulla in comune.

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