Capitolo 13

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13. Change your work

Katherine's pov Tutto avrei immaginato, tranne di svegliarmi con Alex al mio fianco dopo tanto tempo

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Katherine's pov
Tutto avrei immaginato, tranne di svegliarmi con Alex al mio fianco dopo tanto tempo.
Avevo passato notti infernali, tra incubi e ricordi che tornavano a galla, fino ad allora.

Quando ero a New York davo la colpa all'ansia di essere sola a casa, alla paura che da un momento all'altro Ken potesse arrivare e riprendere da dove avevamo lasciato. Le cicatrici bruciavano più che mai, come a ricordarmi che lui era sempre con me. La verità era saltata fuori nel corso di quella settimana di vacanza: il problema non era stare da sola, ma stare sola senza di lui.

Lo guardavo mentre dormiva serenamente e mi beavo della sensazione di sicurezza che provavo mentre ero stretta tra le sue possenti braccia. Quella notte non mi aveva lasciata nemmeno per un attimo, sembrava come se tutto fosse tornato alla normalità. Peccato che la nostra normalità fosse diversa da quella delle altre persone.

- Ti stai godendo la vista? - Alex parlò, ma continuò ad avere gli occhi chiusi. Per fortuna, aggiungerei, almeno non aveva avuto l'opportunità di vedermi arrossire.

- Tantissimo. - sorrisi, felice.
Era bello anche di prima mattina, con quella poca luce che gli illuminava il viso e i capelli scompigliati.
- Dovremmo andare a scuola. - dichiarai, a malincuore, mentre tracciavo dei cerchi immaginari sul suo avambraccio.

- Non dire sciocchezze. - strinse la presa su di me e, se possibile, mi attirò ancora di più vicino a sé.

Riuscii a sentire ogni parte del suo corpo premere contro di me e fui costretta a trattenere il respiro. Sì, ero stata in astinenza per un anno intero, ma dopo aver provato quelle sensazioni con lui non avevo fatto altro che pensarci.

- Quanto mi sei mancata. - poggiò la testa nell'incavo del mio collo, provocandomi mille brividi di piacere. - Non puoi capire quanto io sia stato male senza di te. - alzò la testa, guardandomi negli occhi.

Allora mi resi conto di quanto le sue parole fossero state vere: io e lui lontano non sapevamo stare. Ci avevamo provato, più e più volte, ma qualcosa ci aveva sempre spinto l'una verso l'altro. Arrivai alla conclusione che io e Alex fossimo legati da quello che veniva chiamato filo rosso del destino.

La leggenda del filo rosso del destino, è una credenza molto diffusa in Giappone, che si rifà a un'antica leggenda cinese. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali la nostra anima gemella. Le due persone così unite, sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano. Perché, il filo rosso, sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.

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