Capitolo 16

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16. I'm sorry

Katherine's povSe c'era una cosa che odiavo con tutto il cuore era fare educazione fisica a scuola

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Katherine's pov
Se c'era una cosa che odiavo con tutto il cuore era fare educazione fisica a scuola. Ma lo odiavo davvero con tutta me stessa.
C'erano le ochette che mettevano dei pantaloncini con dei top striminziti, per attirare l'attenzione di quegli stupidi degli atleti che non aspettavano altro. E puntualmente si lamentavano di quanto i maschi fossero insensibili e approfittatori. Sì, i maschi.

Quell'anno avevo fatto di tutto per saltare le due ore settimanali e, dato che capitavano sempre all'ultima ora per me era stato piuttosto facile: un giorno avevo il ciclo, un altro qualche problema familiare, un altro ancora riuscivo a convincere l'infermiera della scuola a firmarmi qualche permesso. Il risultato? Avevo quasi superato la percentuale di assenze e rischiavo di non prendere la materia a fine anno e, visto che mancava un mese alla fine della scuola, dovevo impegnarmi un bel po' per recuperare.

- Guardate un po' chi ci ha segnato della sua presenza. - così mi accolse il coach Rogers, generando le risate di diverse persone.

- Che dire, una donna si fa sempre attendere. - lo risposi per le rime, per nulla intenzionata a farmi prendere in giro da lui o dalle stupide ragazzine che ridevano solo per accattivarsi per professore. Ridicole.

- Touché Stewart, touché. - il coach sorrise per la mia risposta. Potevano sforzarsi quanto volevano, ma il coach era una persona troppo intelligente per farsi abbindolare da loro. In realtà aveva sempre provato una grande simpatia nei miei confronti, per questo ancora non ero stata bocciata a quel corso. Certe volte aveva anche coperto alcune mie assenze, il perché non mi era chiaro.

- Bene. - batté le mani per richiamare l'attenzione di tutti. Non ci volle molto perché tutti temevano quell'uomo. - Oggi la squadra di basket starà in palestra con noi e, mentre io li allenerò, voi avrete un coach particolare. - ci guardò malizioso, in particolare lanciò quel tipo di sguardo a tutte noi ragazze.

Avevo paura e facevo proprio bene perché all'improvviso, dal nulla, apparve Hunter. Mi sentii mancare il respiro e avrei tanto voluto che la terra mi inghiottisse quando lui mi fece un occhiolino. Che ci faceva lui lì?

Non ebbi il tempo di pensarci perché subito ci fece fare un giro di campo e, chissà perché, torturò particolarmente me con i suoi "corri più velocemente", "e quelle sarebbero delle flessioni? Sono sicuro che puoi fare di meglio."
E fu così per tutta la lezione.

Alla fine mi incamminai verso gli spogliatoi, ma il mio cammino fu fermato da due braccia possenti che mi strinsero in un forte abbraccio. Non c'era bisogno che guardassi in faccia quella persona per capire chifosse.
- Jack. - ricambiai il suo abbraccio sorridendo. - Come stai? -

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