Capitolo 12

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12. All I want is you

Vi consiglio di leggere il capitolo ascoltando Voglio solo te di Irama

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Vi consiglio di leggere il capitolo ascoltando Voglio solo te di Irama.

Alexander's pov
Era andata via con quel tipo e mi aveva lasciato con il suo profumo addosso, con il suo sguardo impresso nella mente. Vederla da vicino dopo più di un mese era stato qualcosa di magico. Milioni di scosse si erano impossessate del mio corpo e mi ero ritrovato in uno stato di trance.

"Quanto sei bella." mi ero limitato a dirle. Che stupido che ero stato, lei era più che bella, era perfetta. Con quella pelle abbronzata i suoi occhi verdi risaltavano ancora di più, le sue labbra erano state a pochi millimetri dalle mie e sarebbe andato tutto alla perfezione se solo non ci fosse stato quel gorilla accanto a lei.

Non sapevo chi fosse, non sapevo che rapporto avessero, sapevo solo che la cosa mi dava fottutamente fastidio. Il modo in cui l'aveva presa per le spalle, ma soprattutto il modo in cui lei si era allontanata da me, senza guardarsi indietro.
Forse mi aveva dimenticato, forse aveva cominciato una relazione con lui e io ero parte del suo passato.

Troppe domande senza risposte, troppi problemi tra di noi, eppure l'unica cosa che volevo era stare con lei.

Ancora una volta mi trovavo seduto su uno sgabello di uno squallido bar, mentre lei era chissà dove. Da sola, con le amiche o con lui? A casa, in un locale o a letto con lui?

- Stai peggio del solito. - mi disse Ethan, il ragazzo dietro al bancone. Ormai era diventato il mio psicologo.

- È tornata. - dissi semplicemente. Presi il bicchiere che avevo davanti e con un unico gesto ingoiai il contenuto.

- E che aspetti ad andare da lei? - si corrucciò il barista. Magari fosse stato tanto semplice, non poteva capire quanto lo speravo.

- Sta con un altro. - scossi la testa, perché il pensiero di lei con un altro era inaccettabile. Noi ci appartenevamo.

- Ne sei sicuro? - Ethan apparve sconvolto, come se la cosa lo toccasse nel profondo.
Ero una causa talmente persa che facevo pena anche agli sconosciuti.

- No. - risi, un po' per l'alcool, un po' per la situazione tragica.
E pensare che fino a qualche mese prima ero io a far soffrire le ragazze, non sapevo cosa volesse dire stare male per una di loro. Il karma era davvero stronzo.

- Va' da lei. - mi sentii dare una pacca sulla spalla, ma non avevo il coraggio di alzarmi da quel fottuto sgabello e affrontarla.

Era sempre stata il mio punto debole, il mio più grande ostacolo da superare e l'obiettivo più bello da raggiungere.

- È la cosa giusta da fare? - chiesi più a me stesso che a lui.

- Ah, bro, questo non posso dirtelo io. - disse mentre serviva un altro cliente, un altro sofferente per amore, pensai. - L'unica cosa che posso dirti è di spegnere il cervello e ascoltare solo il cuore. - continuò il suo discorso, guardandomi diritto negli occhi.

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