Capitolo 21

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21. the Blakes and the Stewarts

Katherine's pov - Cosa devi fare con le uova? - mio padre chiese mentre depositavo la confezione da quattro nel carrello

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Katherine's pov
- Cosa devi fare con le uova? - mio padre chiese mentre depositavo la confezione da quattro nel carrello.

Appena era tornato a casa, era passato a prendermi in ospedale, dove ancora tutti pregavamo che Jackson si svegliasse. Avevamo deciso di fare un po' di spesa, per dare un tocco di normalità alla nostra vita che di normale non aveva nulla. E poi, quella sera era stata organizzata la cena con la famiglia Blake. Solo il pensiero mi metteva ansia.

- Devo buttartele in faccia mentre dormi. - risposi mentre mi giravo per prendere diversi pacchi di pasta. - Secondo te cosa devo farci? - lo colpii sulla fronte con pollice e indice, immaginando il suono delle sue urla da lì a poco.

- Katherine. - mi richiamò, stringendo i denti. Odiava quando facevo quel gesto ed era proprio per questo che io non smettevo mai di farlo.

- Papà, non rompere. - sbuffai alzando gli occhi al cielo. - Stasera deve essere tutto perfetto. - mi guardai attorno, come se fossi alla ricerca di qualcosa, quando in realtà non avevo la minima idea di cosa comprare.

Cosa si cucina per una cena con la famiglia del tuo ragazzo?
Mi chiese mentre portavo l'indice al mento, assumendo un'espressione pensierosa.

- Potevamo assumere un catering. - borbottò l'uomo che aveva contribuito a mettermi al mondo.

- Certo. - lo fulminai con lo sguardo e continuai a girovagare per gli scaffali.

Non c'era nulla di normale nell'ingaggiare un catering che preparasse una cena che potevo perfettamente preparare io. E volevo disperatamente che tutto fosse normale. E volevo anche che il signor Blake si gustasse una cena perfetta preparata dalla sottoscritta. Può sembrare strano, ma dopo quello che era successo nei nostri due precedenti incontri, volevo la sua approvazione. Non perché ne avessi avuto bisogno, sia chiaro, semplicemente la volevo e basta.

Ero riuscita anche a convincere Alex a perdonare Cami. Certo, il loro rapporto non era esattamente come prima, ma ero convinta che la corazza da duro del mio ragazzo presto sarebbe caduta e avrebbe riaccolto la bionda nella sua vita. Voleva tanto sforzarsi di fare il duro, quando in realtà non lo era neanche un po'. Ah, i maschi!

- Potresti invitare anche Mason, che ne pensi? - chiese mentre eravamo alla cassa con il carrello strapieno.

- Penso che lui non c'entri molto in questa cena. - risposi mettendomi sulla difensiva. Lui non sapeva tutto quello che era successo e di certo io non gliel'avrei spiegato.

- Hai litigato anche con lui? - chiese con tono esasperato.

Certo, perché per mio padre ogni volta che discutevo con qualcuno era sempre colpa mia. O ero troppo testarda, o troppo orgogliosa, o troppo accondiscendente, o troppo aggressiva. Come se non fossero le persone a fare schifo. Non era il caso di Mason, ma tutte le volte che avevo messo la parola fine a qualche rapporto era stato perché loro cambiavano, loro mi facevano cattiverie, erano sempre loro i predatori e io la vittima.

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