Capitolo 20

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20. Wake up, Jacks

Mia's pov- E così vissero tutti felici e contenti, beh, tranne il lupo che morì perché fu ucciso dal cacciatore, ma è così che finiscono i cattivi

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Mia's pov
- E così vissero tutti felici e contenti, beh, tranne il lupo che morì perché fu ucciso dal cacciatore, ma è così che finiscono i cattivi. - conclusi il mio racconto, uno dei tanti che gli avevo raccontato nel corso di quelle due settimane - Perciò tu, Jackson Davis, non puoi morire. - lo indicai, come ad incolparlo di ciò che stava accendendo. - Perché tu sei buono, hai capito? - parlai con la voce strozzata.

Volevo essere forte, come tutti i nostri amici, ma non ci riuscivo. Jack era in coma da tredici giorni, quattordici contando quello attuale, e non ne voleva sapere di svegliarsi.

Un proiettile era bastato a causare un trauma cranico e un grave problema al fegato. O meglio, il proiettile aveva danneggiato l'organo, mentre il trauma cranico era stato causato da una brutta caduta in quell'orribile fabbricato.

- Sappi che quando ti sveglierai, - lo indicai senza toccarlo davvero, avevo paura di fargli del male - perché tu ti sveglierai, ti prenderò a cazzotti. - parlai tra le lacrime che non riuscii a controllare.

Ovviamente prima mi sarei accertata che stesse bene, poi l'avrei preso a pugni per averci fatto spaventare in quel modo.
- Ti voglio bene, stupido giocatore di basket. - gli diedi un bacio sulla fronte.

C'erano altre persone che volevano parlargli, quindi ognuno di noi aveva del tempo prestabilito. 10 minuti, per la precisione. Sembravano così pochi, e pensare che erano bastati solo dei secondi per spegnere il sorriso del mio amico.

- Ehi. - mi sentii poggiare una mano sulla spalla. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi ero resa conto di non essere più da sola nella stanza.

- Ehi. - strinsi la mano di Matt - Esco subito, scusa se ti ho fatto perdere tempo. - mi alzai per lasciargli il posto su quella sedia di ferro sulla quale tutti sedevamo ogni giorno.

- Puoi restare, se vuoi. - Matt sforzò un sorriso. Per tutti noi era difficile sorridere in quei giorni, persino Mason e Tania avevano fatto scoppiare la loro bolla di unicorni e mondi fatati.

Quelli che, però, subirono il danno peggiore, come sempre, furono Alex e Katy. Per loro le cose sembravano essere ancora più difficili, ma quei due erano troppo forti per lasciarsi abbattere. Invidiavo la loro forza e il loro coraggio di affidarsi l'uno all'altra. Erano due ragazzini, ma il loro amore e le loro esperienze li rendevano adulti rispetto a tutti noi.

- Tranquillo, avrai tante cose da dirgli, se poi vuoi raccontargli di qualche particolare piccante con una ragazza. - gli feci l'occhiolino, cercando di smorzare la tensione che si era creata.

- Quando capirai che non c'è nessuna ragazza oltre te? - abbassò lo sguardo, evitando i miei occhi fissi sulla sua figura. Non riusciva mai a sostenere il mio sguardo, come se avesse avuto paura che io mi accorgessi di qualcosa.

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