Capitolo 24

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24. you were her best friend

Mason's povIl giorno prima l'avevo vista ridere e scherzare insieme a tutti gli altri

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Mason's pov
Il giorno prima l'avevo vista ridere e scherzare insieme a tutti gli altri.
Aveva discusso con Mia, abbracciato Cami diverse volte e riso per le varie sciocchezze che diceva Tania. Era stata tutto il tempo accanto al suo ragazzo, come se accanto a lui si fosse sentita protetta e al sicuro.

Ero felice del fatto che, nonostante tutto, lei avesse ancora la forza di sorridere e la voglia di vivere momenti di spensieratezza, ma io la conoscevo bene. Conoscevo i suoi occhi che parlavano al suo posto, sinceri e puri. Si mostrava felice, allegra e spensierata, quando in realtà dentro soffriva e stava lottando contro qualcosa di più grande di lei.

Volevo parlarle alla fine della "festa", ma non avevo avuto neanche il tempo di girarmi per portarla in disparte che lei e Alex già erano spariti, senza nemmeno salutare i presenti. Potevo sembrare egoista, ma in quel momento mi ero parecchio arrabbiato.

Era proprio quello il motivo per cui avevo deciso di allontanarmi da lei: la mia amica sembrava non avere tempo per nessuno che non fosse Alex e non era un comportamento da Kat. In passato avevamo sempre preso in giro quelle coppiette che non riuscivano a stare lontano, che sembravano essere un tutt'uno. E invece lei era cambiata.

Il lato positivo di tutto quel dramma fu comprendere che non mi importava se lei non aveva più tempo per me o se venivo messo da parte, io volevo stare al suo fianco, nonostante tutto e tutti perché lei era la mia migliore amica e questo non sarebbe mai potuto cambiare.

Bussai alla porta della grande casa dato che, come sempre, il cancello di ingresso era già aperto. Non avevo capito questa strana abitudine di tenerlo aperto fin quando Kat non mi aveva spiegato quanto lei odiasse il suono del citofono.

Passarono minuti interminabili in cui pensai di andarmene e lasciar perdere la questione. Forse aveva visto chi fossi dallo spioncino e non aveva voglia di vedermi. Sarebbe stato un comportamento molto da lei.

- Mason. -
Inaspettatamente fu Jacob ad aprirmi e ad invitarmi ad entrare.

- Ciao Jacob, come stai? -
Ricambiai la pacca sulla spalla che il padre della mia amica mi aveva dato.

- Tutto bene, tu? - chiese con un caloroso sorriso. - Accomodati. - mi invitò ad entrare con un gesto della mano.

Si era sempre comportato come un padre nei miei confronti e nei momenti difficili era sempre stato pronto a darmi una mano nei momenti di difficoltà. Gli dovevo tanto.

- Si va avanti. - forzai un sorriso.
Ero teso e si vedeva. Avevo paura che mi respingesse, che alzasse quel muro che aveva sempre utilizzato per difendersi dal mondo esterno.

- Cerchi Katy?- chiese mentre si incamminava verso la cucina.
Lo seguii perché già sapevo che non mi avrebbe lasciato andare via senza nemmeno bere una birra insieme.

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