Epilogo

20K 735 141
                                    

10 anni dopo

Isabel's pov
Mi guardai allo specchio, cercando di capire se finalmente fossi riuscita a trovare l'abito giusto.
Era un vestitino semplice: nero e semplice sul davanti, mentre sulla schiena aveva un'apertura che arrivava fino al fondo schiena.
Me l'aveva prestato Kat, quindi mi stava un po' corto.

Con la pubertà io avevo acquistato parecchi centimetri, arrivando al metro e settanta. Katy, beh era...diciamo che non era cresciuta molto da quando aveva diciotto anni.

Feci una giravolta e ammirai il mio riflesso. Nonostante arrivasse a metà coscia mi stava davvero bene.
Quasi tutti i vestiti che avevo nell'armadio erano della mia amica che, dopo la gravidanza, era stata costretta a rinunciare a tutti i suoi vestiti preferiti. Non che fosse ingrassata, ma diciamo che aveva messo su qualche chilo e le sue forme erano diventate più mature.

- Signorina, dove credi di andare vestiti in questo modo? - nella stanza risuonò la voce del mio padre adottivo. Anche se per me era più come un fratello.
Mi girai e lo trovai con le mani sui fianchi, con la sua solita espressione di rimprovero.

- Alex, non incominciare. - sbuffai e ignorai i suoi borbottii di rimprovero.
Era sempre così quando dovevo uscire la sera: cominciava ad urlare e a sbraitare, ripetendomi come i ragazzi della mia età ragionassero solo con una cosa. E non era il cervello.

- E poi questo vestito da dove l'hai preso? - indicò il mio abbigliamento con un'espressione disgustata.

- Me l'ha dato tua moglie. - risposi incrociando le braccia al petto.

- Sì, ma lei è una nana quindi può permetterselo. - mi guardò con aria di superiorità, soddisfatto del suo ragionamento.

- Chi sarebbe la nana? -
Ecco che cominciava il mio spettacolo preferito. Quei due, nonostante gli anni passati insieme, non riuscivano a smettere di litigare per ogni cosa.

- Nana? Chi ha detto nana? - chiese Alex con tono innocente.
Si voltò nella mia direzione con sguardo di supplica.

Alzai le mani e ignorai le sue richieste di aiuto. Così imparava a darmi fastidio.

- Alexander Blake, non provare a prendermi in giro. Penso di averti dimostrato che con me non attacca. - Kat si avvicinò a suo marito con sguardo di fuoco.

- Dai amore, - le prese i fianchi e la avvicinò a lui. - sai quanto io adori la mia nana preferita. -

- E chi sarebbe? - sbraitò senza controllo. - Quella segretaria bionda ossigenata, vero? - chiese isterica.

Diciamo che gli ormoni della gravidanza non aiutavano molto la situazione tra i due. Ma c'era da dire che Alex aveva sempre dimostrato una pazienza enorme.

Nell'ultimo periodo Kat aveva cominciato ad insinuare che la segretaria di Alex, che era diventato direttore della sede londinese della Blake's economy, ci provasse spudoratamente con lui. A suo dire "siede alla scrivania con le gambe aperte perché vuole che tu gliele apra ancora di più".

- Come devo fare con te? - chiese ridendo. La strinse tra le sue braccia e poggiò il mento sulla testa della moglie e la mano sul pancione.

Tra meno di cinque mesi sarebbe nata la principessa di casa Blake e io avrei avuto la mia barbie personale.

- Mamma, papà, perché urlate? -
Mancava solo il piccolo Adrian Blake per avere tutta la famiglia riunita nella mia stanza.

He likes winningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora